mercoledì 9 settembre 2015

Migranti e sadici.

Stiamo diventando sadici. Almeno a veder ciò che si scrive su Facebook, a leggere i commenti su Twitter, insomma a dar retta ai social media.
Le discussioni, per quanto nobili, sfociano nella violenza, nel voler mediaticamente infliggere dolore al proprio avversario, anche dove l'avversario non esiste.
Ho sempre evitato discorsi sull'immigrazione, in quanto mi ritengo estraneo a questa battaglia tra "gli ospitali" e i "non ospitali".
Il campo di battaglia lo vedo eretto su territori che non hanno niente a che fare col problema dei migranti, e questa mia personale opinione, mi allontana da gran parte dei protagonisti delle zuffe politiche. Trovo sia sadico usare quello che si profila a diventare il problema più incombente del nuovo millennio, per poter dire tutto e il contrario di tutto sul proprio avversario politico.
Dopotutto i torti e le ragioni stanno da entrambe le parti, ed entrambe le parti, hanno perso di vista il punto della situazione.
Senza scendere nel dettaglio, ne sono pieni i giornali, trovo evidente da sempre il fulcro della questione e, a quanto pare, qualcuno inizia a muoversi nella direzione che sostenevo.
I paesi del nord Europa, dall'Inghilterra alla Germania a quelli scandinavi, da anni hanno piani di accoglienza che li hanno portati a gestire volumi di immigrati ben superiori ai nostri.
Il fatto è che per questi paesi, il cui tasso di natalità indigena è drammaticamente sceso negli anni, i migranti sono una risorsa indispensabile. La stessa Germania, grazie ai flussi migratori è passata in 50 anni dall'essere un paese incenerito dalle sconfitte belliche a diventare una potenza produttiva e stabile. Così i paesi scandinavi che poggiano gran parte del loro settore terziario su immigrati e stranieri.
La loro richiesta è però quella di avere un controllo capillare su chi entra e chiede asilo, preferendo persone istruite e investendo in piani studiati appositamente.
E' logico che ora non accettino le proposte di paesi come il nostro che, incapaci di gestire i flussi vorrebbero frontiere aperte per sbolognare quello che non siamo in grado di vedere come risorsa.
Non è un caso che l'Inghilterra chiuda le frontiere e proponga di accogliere migliaia di migranti "selezionati" direttamente dalle frontiere dei paesi coinvolti.
E' altrettanto vero che non possiamo continuare ad accogliere tutti, spacciando un perbenismo farlocco per altruismo, quando interi apparati deviati del nostro sistema specula su queste persone.
E' palese che chi arriva è disperato, ma è altrettanto vero che chi può permettersi questi viaggi arriva da un ceto medio ricco di doti, spesso professionisti, addirittura laureati, famiglie borghesi che possono permettersi di fuggire, lasciando nelle loro terre i più poveri e disperati.
L'incapacità di sfruttare queste doti è una colpa tutta nostra, che proprio non riesco a vedere come emergenza.
A chi grida che non c'è lavoro nemmeno per noi, vorrei dire di guardarsi attorno. Strade, scuole, infrastrutture.. ogni cosa che ci circonda è fatiscente, senza nemmeno pensare alla manutenzione del territorio, alle lacune della sanità ed ai migliaia di progetti abbandonati per mancanza di finanziamenti.
La verità è che il lavoro non manca, mancano i soldi, soldi che in uno stato sano dovrebbero essere il sangue che circola e alimenta la società. Tasse che si trasformano in lavoro.
Chi arriva ha fame, cerca una casa, un lavoro e deve avere degli obblighi e delle regole a cui attenersi.
Mi spiegate quale commerciante non desideri più clienti, quale affittuario non cerca un affittante, quale imprenditore non vorrebbe assumere per migliorare la propria azienda?
Senza pensare che una sana immigrazione giovane potrebbe salvarci dal disastro INPS dei prossimi anni...
Ecco perché per molti l'immigrazione è un'opportunità e perché molti paesi, attraverso REGOLE PRECISE, accolgono da anni migranti e profughi.
Purtroppo qui non si parla di questo, ma ci si scanna su chi vuole aprire e chi chiudere le frontiere, con discorsi che sfociano nel sadismo di chi specula sulla tragedia.
La vera colpa è il non saper gestire un'opportunità, ma forse, a questi incapaci, fa comodo che non lo si sappia.

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