giovedì 31 luglio 2014

Musica e scultura

I Chasing Owls sono una band indie-folk britannica, attivi dal 2010 ed in piena ascesa. Lo scorso 6 giugno hanno pubblicato il video della loro canzone Chapel Hill, che vede una collaborazione con Alasdair Thomson.
Thomson è uno scultore che si è formato in Italia, le cui opere diventano veri e propri vestiti di marmo. Nel video si vede la lavorazione che porta alla realizzazione di uno dei suoi pezzi, svelando nel dettaglio tutta la cura che l'artista utilizza nel suo lavoro, curando ogni particolare.
Il risultato è eccezionale e la canzone non è da meno.

lunedì 28 luglio 2014

Domande

Mi reputo troppo poco informato per prendere parte agli schieramenti pro o anti fazioni che impazzano sul web.
Il diritto alla difesa, il diritto alla libertà, il diritto di culto o quello di scegliere a che nazione confluire sono solo alcune delle motivazioni che dovrebbero giustificare i tanti conflitti che esplodono come un'epidemia nel mondo.
Alcuni fanno notizia (Israele e Palestina, Ucraina e Russia, Libia, Iraq..) altri evidentemente non meritano attenzione (Congo, Kenya, Sudan, Yemen..), altri ancora diventano cruciali a seconda del vento che ne porta notizia (Siria, Egitto, Afghanistan), facendoci dimenticare che non sono le fotografie o i video a fare la guerra, quella va tranquillamente avanti anche nel silenzio internazionale, anche senza il nostro disgusto, anche senza notizie.
Come dicevo non mi sento all'altezza di esprimere alcun giudizio su queste battaglie, deluso da un'informazione che credevo più trasparente grazie al web, ma che continua a confondere verità e arbitrio a seconda del punto di vista con cui si fanno le ricerche, cancellando il confine tra i fatti e le interpretazioni, creando spazi infiniti per gli alibi e sfruttando il bombardamento mediatico per abbassare il livello della saturazione che ci rende ogni giorno più insensibili e distaccati.
Tutto questo accade nel limbo dei mesi estivi, con l'attenzione già provata dalla voglia di vacanza, delle bizze del tempo, dai soliti problemi legati alla crisi (ormai patologica e quindi nemmeno degna di quel nome), dai dibattiti inutili sulla riforma del Senato e dai sermoni dei soliti benpensanti. 
Nella confusione le domande aumentano e vorrei tanto delle risposte a cui aggrapparmi...
A cosa serve l'ONU che non riesce mai a fare nulla se non la conta delle vittime?
A cosa serve schierarsi, comodamente seduti nelle proprie abitazioni, lontani dalle bombe e delle minacce?
Cosa possiamo saperne delle verità quando tutto quello che sappiamo ci viene raccontato per giustificare un'azione già in atto?
Cosa diavolo può giustificare la morte di un bambino o farne accettarne la sua possibilità?
La guerra è uno schifo. punto.

lunedì 21 luglio 2014

Damon Albarn - Everyday Robots (2014)

Da Damone Albarn non sai mai cosa aspettarti, ma se nella vita privata questo ha un'accezzione spesso negativa, nella sua musica il dubbio insidia esclusivamente in un terreno florido e positivo.
Dopo una carriera che lo consacra tra i gradi del Brit Pop con i Blur, Albarn non è mai rimasto fermo, creando progetti innovativi (Gorillaz; The Good, the Bad & the Queen) e occupandosi di composizione, sia per spettacoli che per colonne sonore.
Questo non è il primo lavoro a portare la sua firma solista, ma è forse il suo lavoro più personale ed intimo. Registrato in giro per il mondo con la collaborazione di tanti personaggi noti (Richard Russell, Brian Eno, Natasha Khan), mantiene una forte impronta personale, riconducibile in tutto e per tutto al suo stile.
In Everyday Robots ci sono tutti i lati oscuri che accompagnano da sempre Albarn, quelle atmosfere che iniziavano a condizionare gli ultimi lavori dei Blur, quella ricerca di sonorità gospel e afro e quell'elettronica che nei Gorillaz dominava.
Si tratta di un disco molto riflessivo, dal senso ipnotico che non annoia mai e che, anzi, stimola l'ascolto man mano lo si conosce.

sabato 19 luglio 2014

The Rocks

In poco meno di un mese ho assistito a due grandi concerti, due mostri sacri del rock mondiale fondati a due anni di distanza l'uno dall'altro e ad un passo dal festeggiare i 50 anni di carriera.
Aerosmith e Deep Purple, due realtà simili e contemporaneamente ben distinte.
Se per gli Aerosmith è stata la mia prima volta, fatta di emozioni e grandissimo coinvolgimento, per i Deep Purple è stato un bis, dopo averli visti quasi 15 anni fa e averli ritrovati con la grinta e lo stile di sempre.
Quel manico di Steve Morse e il bravissimo Don Airey, leggenda vivente per quanti arrangiamenti rock ha realizzato e per le band con cui ha collaborato, si dimostrano da anni due carte eccezzionali per questa band, in cui si sono non solo integrati ma il cui apporto nello show è tutt'altro che secondario..
Certo la mancanza di Ritchie Blackmore e Jon Lord, soprattutto a livello celebrativo, continua a pesare, ma la qualità dello spettacolo e le impareggiabili doti tecniche fanno ancora dei Deep Purple un marchio inossidabile.
Ian Paice rimane uno dei batteristi più stimati della storia, dallo stile e dal suono inconfondibile, come la sua bandana e come la sua ostinazione all'utilizzo di suoni naturali mai artefatti o enfatizzati, per esaltare al massimo le dinamiche in cui è maestro.
Roger Glover e Ian Gillan completano questo full di assi, senza mai eccedere nei personalismi ma essenziali al completamento dei Deep Purple.
Glover è responsabile di gran parte del groove che ha tracciato la strada dell'Hard Rock (immenso nelle cavalcate speed che ieri sono un po' mancate...) e Ian Gillan, a cui viene richiesto lo sforzo più grande in un repertorio dove la voce viene spinta spesso agli eccessi, regge bene il peso degli anni di palco che si porta sulle corde.
Ed eccoli li, nel loro abitat naturale a dire ancora la loro dopo quasi 50 anni, a dimostrare un mestiere che non è fatto solo di talento, a condividere la loro musica con tre generazioni fianco a fianco sotto al palco, tra chi in loro rivive ricordi, chi ne apprezza il talento e chi vi sogna un futuro.
E' stato un'ottimo concerto in cui avrei voluto ascoltare anche altri pezzi a cui sono molto legato (Child in Time, When a blind man cray, Fireball, Speed King e Highway Star su tutti) ma che alla fine in buona parte avevo già sentito l'ulitma volta e che, il famoso mestiere, forse, sconsiglierebbe di inserire tutte assime in una scaletta!
Ho fatto il pieno di storia e ne sono galvanizzato, grazie caro vecchio e "fottuto" rock 'n roll!

PS: Visto che mi sono mancate...

martedì 15 luglio 2014

Tamás Erdélyi

Si è spento anche l'ultimo dei Ramones, lui che i Ramones li ha voluti, lui che non voleva esserlo, lui che ne è uscito stremato.
Tommy Ramone, il batterista improvvisato che rendeva perfetta quell'idea di Punk sgangherato, che contribuì a fare della band l'icona mondiale del punk americano, lui che era così diverso dagli altri "fratelli".
Lui che era europeo d'origine, lui che era ebreo, lui che non condivideva gli eccessi della band e non riusciva a sentirsi musicista quanto si sentiva produttore.
Lui che è sopravvissuto a tutti pur spegnendosi ancora troppo giovane.
Lui che come gli altri ha consacrato la sua vita ad una famiglia troppo particolare: i Ramones. 


sabato 12 luglio 2014

Il gioco incredibile

Sempre a cavallo dei mondiali di calcio, la Pepsi ha realizzato questo spettacolare evento sportivo, costruendo un campo da calcetto su materassini gonfiabili ed ingaggiando alcuni tra i migliri freerunners e freestlyers al mondo.
Il risultato è una partita pazzesca, dalle movenze talmete spettacolari da sembrare effetti speciali.
Il tutto viene riassunto nel clip di presentazione che invita all'iscrizione al canale Pepsi Max.
La musica è di Bob Bradley  e Terry Devine-King: Planet.

mercoledì 9 luglio 2014

Solo un po'

Non brillano per simpatia, anche se l'impressione che danno viene spesso smentita frequentandoli, ma di certo i Tedeschi, alla fine, ci fanno un po' invidia.
A guardare la storia (tragedie e deliri a parte), si sono dimostrati un popolo concretissimo, capace di rialzarsi da situazioni che li avevano stesi e uscirne non solo con le ossa intere ma pure a testa alta.
Il carattere è forse il loro punto di forza, il rigore con cui affrontano le crisi e la capacità di ricominciare guardando al futuro e non al presente è una qualità che a noi manca da anni.
La schiacciante vittoria di ieri sera è solo l'ennesima conferma che quando le cose vengono fatte con criterio alla fine pagano e poco importa se non riusciranno ad alzare la coppa, con questo risultato si sono aggiudicati una vittoria morale che quasi vale il titolo.
La continua richiesta di svincoli, concessioni, aiutini ed "omissioni" che gran parte dei paesi europei continua a rivolgere alla Germania, sembrano oggi, ancor di più, l'ennesimo capriccio del compagno pasticcione, incapace di finalizzare qualsiasi progetto e sempre pronto a lamentarsi.
Certo con questi vincoli economici anche volendo diventa difficile sopravvivere, ma se oggi ci rispecchiamo nel nostro fallimento calcistico, ricco di tanti proclami e pochissimi fatti e se oggi paghiamo anni di scelte sbagliate mirate al solo al presente... bè, si, in fondo, alla fine... i Tedeschi ci fanno un po' invidia.

sabato 5 luglio 2014

5 luglio 1944

Le cose lette sui libri si mischiano con la sensibilità del lettore ma le cose raccontate, specie di persona, ti impongono di riviverle negli occhi di chi ne è stato testimone, donandogli una forza che la scrittura non può eguagliare.
Anche per questo la serata di ieri è stata così toccante ed i racconti, spesso personali, così emozionanti.
Per i 70 anni dall'Incendio di Farigliano l'Amministrazione Comunale ha voluto portare alle tante persone raccoltesi presso la Biblioteca Civica, la testimonianza diretta di chi era presente in quei momenti, narrata attraverso le parole di chi li ha vissuti, grazie ad interventi diretti o pervenuti.
L'attenzione ed il silenzio di una platea commossa è stato il segno di quanto siano preziosi questi ricordi, capaci di far rivivere, dopo tanti anni, i drammatici eventi che hanno segnato il nostro paese e la nostra comunità.
Passeggiare tra le case di oggi e vivere la quotidianità delle nostre strade fa apparire queste testimonianze lontane, ma se quelle cicatrici oggi non sono più visibili nelle strutture, rimangono pulsanti nella memoria di chi ha vissuto quel 5 luglio del 1944 e poter sentire queste esperienze ci regala un profondo senso di rispetto per la nostra terra e i nostri nonni.
Raccogliere queste testimonianze non è solo una fortuna, ma un dovere, perché conoscere la nostra storia ci fa comprendere la nostra natura e ci affida una responsabilità pesante quanto essenziale: il rispetto per la nostra terra.

Mi è stato chiesto di digitalizzare questa registrazione riguardante la testimonianza di Gino Voena, riletta da un abile interprete e custodita solo su nastro. Ho deciso quindi di condividerla, per permettere anche a chi non era presente alla serata di ascoltare queste parole, alle quali viene affidato un ricordo che non deve sbiadire.

mercoledì 2 luglio 2014

e... 5

Sono cinque, cinque candeline da spegnere, cinque anni in cui il tempo è volato, cinque come le dita che finalmente riesci a spiegare senza quel fastidio di doverne nascondere uno!
E' di certo il compleanno che hai atteso di più, ora che sai cosa riserva questo giorno e non mancheranno regali e festeggiamenti a confermarlo.
Oggi facevi il conto, ripetendo "L'altro 2 luglio saranno 6, poi 7, poi 8, poi 10, poi 12, poi 16..."
Mi auguro non passino così in fretta e soprattutto di non saltarne nessuno, goditi ogni età per quello che ha da offrirti, a contarli, ci penseremo di volta in volta!
Tanti auguri Tommy: 5 anni!

PS: La canzone non c'entra nulla, ma è senza dubbio la tua preferita... ninja wawo!