venerdì 30 agosto 2013

Queens of the Stone Age

I Queens of the Stone Age sono usciti lo scorso giugno con il loro ultimo disco "Like Clockwork".
Per la presentazione del disco si sono esibiti al Letterman Show, vetrina importante non solo per il suo seguito!
Lo spettacolo messo su dall'intramontabile David Letterman, coadiuvato dal musicista Paul Shaffer con la prestigiosa CBS Orchestra, ha sempre concesso un grandissimo spazio alla musica, pescando trasversalmente nel panorama internazionale e dimostrando una grande elasticità.
Oggi sono tantissime le band che scelgono questo palco per promuovere i propri lavori e spesso, a seguito della breve esibizione promozionale, uno o due singoli estratti dall'album per la puntata, si tiene un concerto per la platea dell' Ed Sullivan Theater di Broadway.
I Queens of the stone Age hanno così suonato per intero il disco, senza cedere alla tentazione accomodante di arruffianarsi i presenti con i loro successi passati.
Ecco il concerto reso pubblico dalla CBS:

lunedì 26 agosto 2013

Il Prosciutto di Roccaforte

Si chiama Pastorelli Elio ed è un artigiano del Prosciutto Crudo.
Non ho mai usato il Blog del Concerto a scopi pubblicitari, ma ho scovato questo video che racconta un ottimo esempio di produzione locale e di qualità!

venerdì 23 agosto 2013

Longing

Troppo spesso, almeno nella musica, le cose vengono fraintese.
In realtà "fraintese" non è nemmeno la parola giusta, bisognerebbe dire "non capite",
La storia è piena di dischi rivalutati, di artisti sottovalutati e di canzoni riscoperte, vittime inerti del tempo in cui vengono pubblicate, schiacciate dal peso di chi le interpreta o dal contesto in cui si presentano. 
Quanti dischi riscopriremmo se non cedessimo al facile paragone con i precedenti e quante canzoni meriterebbero più gloria di quanta strappata ad un pubblico critico o troppo carico di aspettative.
Chameleon è stato un disco ingiustamente sottovalutato, troppo diverso dai sui antecedenti e troppo azzardato per una band che faceva del power metal il suo principio.
Era il 1993 (esattamente 20 anni fa) quando la band tedesca sfidò il mercato con questo disco dalla copertina minimale e lontanissima dagli standard degli Helloween.
Molti puntarono il dito contro il cantante Michael Kiske per le scelte artistiche, cosa aggravata dai complicati rapporti con il resto della band, tanto da sfociare nell'abbandono dello stesso a favore di alcuni progetti solisti.
Chameleon è stato anche l'ultimo disco un cui suonò Ingo Schwichtenberg, primo batterista degli Helloween, che nel 1994 venne allontanato dal gruppo per evidenti segni di schizofrenia che accompagnata ad abusi di alcool e droghe, gli rendevano impossibile continuare la sua attività.
Sostituito dal grandissimo Uli Kusch, Ingo rimase vittima dei suoi demoni, spegnendosi pochi mesi dopo suicida sui binari di un treno.
Ma torniamo a Kiske, che partecipò alla stesura di gran parte delle canzoni che compongono questo quinto lavoro degli Helloween, spingendo su arrangiamenti più pop e su un carattere folk-progressive verso il quale avrebbe volentieri svoltato.
Longing,  totalmente scritta, suonata e cantata da lui è un ottimo esempio della caratura artistica del cantante.
Io ho amato molto questo disco, comprato durante una gita a Praga e ascoltato nel mio primo lettore Cd,  a discapito delle recensioni impietose e dei commenti piuttosto svilenti degli "amici ascoltatori".
Oggi, con un ventennio sulle spalle, Longing conserva tutto il fascino di allora, forte di quel segreto celato in un verso del suo stesso testo: Can give you all you need - just listen still. (Posso darti tutto quello di cui hai bisogno, devi solo ascoltarmi ancora).



mercoledì 21 agosto 2013

La terra calda

A sentire le dichiarazioni di chi ci capisce qualcosa (o ci prova), quello che stà accadendo in Egitto era praticamente scritto.
Senza entrare nei particolari (e chi ne sarebbe capace?) e senza approfondire l'ennesima figuraccia di un Europa sorda, distratta e senza una voce decisa, sembra passata dall'alba al tramonto quella speranza sbocciata con la primavera Araba, quell'ondata di democrazia e rivoluzione che ha scosso il nord Africa nei mesi scorsi.
Dalla Siria all'Algeria, dallo Yemen al Marocco, una serie di proteste e rivolte hanno impegnato i governi e i governanti, spodestandone alcuni, distruggendone altri o scatenando durissime repressioni.
La cosa che mi sorprende, anche se non se ne parla molto, è come tutto questo è stato raccontato dalla stampa Occidentale, più attenta alle dichiarazioni che alla voce dei propri reporter.
Il fatto è che in pochi mesi i "Buoni" sono diventati i "Cattivi" e viceversa, proprio mentre alcuni giornalisti si sforzavano di raccontare le contraddizioni di una rivolta troppo estesa, spesso manipolata e poco trasparente.
La situazione Egiziana è emblematica e quella Siriana è, se possibile, ancor più confusa.
Ingerenze Saudite, Americane e Russe, ribaltamenti di fronte, ribellioni civili guidate da mercenari e resistenze popolari appoggiate degli stessi oppressori!
Il caos insomma, o semplicemente l'ennesima conseguenza di una terra devastata per le proprie ricchezze, su cui si giocano partite che poco hanno a che vedere con quanto in piazza le folle reclamano.
Quel territorio stà bruciando e far finta di nulla potrebbe essere molto pericoloso, forse addirittura più della condanna di Berlusconi... ma forse mi sbaglio.

Sepultura - Territory

domenica 18 agosto 2013

Il punto di Vista del portiere...

Durante il commovente saluto che Claudio ha rivolto a Michele è stata citata questa nota, scritta dallo stesso Michele e pubblicata sul suo profilo FaceBook.
Claudio ha espresso il desiderio che chiunque volesse conoscere meglio il fratello potesse leggere queste sue parole.
Alcuni mi hanno chiesto di poterlo fare anche se non iscritti a FB e ho pensato di pubblicarla sul nostro blog, sperando di far cosa gradita e soprattuto cercando di dare un tributo a Michele.
Negli occhi delle persone era palese quanto fossi amato e queste tue parole confermano quanto tu fossi speciale. Ciao Michele, da tutto il Concerto per Un Amico e in particolare da chi come me, condivide con te i ricordi di quei campeggi che hanno forgiato la nostra adolescenza.


INTRO …Sono le 13.30 del 24 maggio 2009 quando arrivo al campo di Dogliani… Le nostre tifose stanno finendo di preparare le coreografie… le saluto… scambio con loro due parole e mi sale un’adrenalina che non saprei descrivere… Appena entro negli spogliatoi mi accorgo che oggi sarà una giornata speciale… una di quelle giornate che a 60 anni mi ricorderò ancora… tutto è tappezzato di semplici fogli bianchi con scritte in indelebile nero che in un giorno qualunque farebbero sorridere… oggi no… oggi ti rendono orgoglioso di quello che stai per andare a fare… Entrato in campo per fare i soliti “due passi” per “tastare il terreno” mi accorgo degli striscioni, dei palloncini e delle bandierine appese sulla rete del campo… sento un attacco “di pelle d’oca”… saluto i compagni già arrivati… si dicono le solite battute… alcuni scattano foto… altri vorrebbero prendere il caffè, ma oggi Carlos apre solo alle 14.30… altri stanno in silenzio… che belli che sono i momenti in cui ci si guarda… ci si sorride e si rimane in silenzio… 
LA PARTITA ...eccomi qui … sono nella “mia” porta … tutto è pronto per il calcio d’inizio … Le tribune sono ormai gremite di gente… i miei compagni sono disposti in campo in attesa del calcio d’inizio… in panchina oggi sono tutti composti e con le pettorine … l’unico in piedi è il Mister con il suo solito occhiale scuro… accende la sua prima sigaretta… dietro alla porta oggi non c’è nessuno… strano… dove sono finiti Beppe, Mario e Fulvio? Eccoli nella zona antistante il Bar insieme ad altri tifosi… è bello sentire i loro commenti durante la partita… mi tengono compagnia… Butto l’occhio in tribuna e tra tutta la tifoseria scorgo mio padre … la sua presenza silenziosa è più assordante del boato che rimbomba ad ogni nome che pronuncia Mini dal megafono leggendo la formazione… chissà quanto è fiero di vedere me e Claudio (nell’occasione capitano) realizzare il nostro sogno… Non gli ho mai detto quanto è bello saperlo in tribuna… mi chiedo se anche lui stia pensando a Renato Viotto… a come sarebbe stato entusiasta di vivere questo momento con noi… Sposto lo sguardo di un niente ed accanto a mio padre vedo Paolo Stralla… oggi è in versione fotografo, ma dovreste vederlo tra i pali… quello che sono riuscito a diventare come portiere lo devo a lui… alla fiducia che ha sempre riposto in me… all’entusiasmo che ci ha sempre messo nei miei allenamenti… e soprattutto alla saggezza con cui mi ha sempre parlato… mi torna in mente una frase che mi disse 10 anni fa “che sei bravo lascia che lo dicano glia altri… se vuoi fare il portiere non devi mai sentirti bravo…” Un po’ con sorpresa tra il folto pubblico noto Francesca ed Elena… le sorelle di Davide… forse neppure lo sanno che piacere mi fa averle con noi in questo giorno così speciale… butto l’occhio in campo per vedere chi indossa oggi la maglia numero 19.. ce l’ha Manti… mi prende un attacco di malinconia… quella maglia 19 ogni domenica faceva si che il mio pensiero (e non solo il mio) andasse a lui… Davide Bagnasco… il nostro numero 5…un amico che troppo presto ci ha dovuto lasciare… ripenso ad una frase scritta su Facebook in settimana… “giocherà con noi… lo fa da 8 anni…”… ripenso a Gora altro compagno prematuramente scomparso… per lui non sono state ritirate maglie, purtroppo, ma non per questo non è nei nostri pensieri… ogni volta che ci si trova ad un tavolo nelle cene post-allenamento e si fa scorrere l’album dei ricordi il suo nome salta fuori… Vedo un sacco di amici, conoscenti e sconosciuti… è bello sapere che sono lì per noi… L’arbitro fischia l’inizio della partita… per 20 minuti è partita vera… andiamo sul 3-0, mi riescono alcune belle parate… so che Paolo in tribuna si sta “gongolando” almeno quanto me… archiviamo il primo tempo e ci rifugiamo negli spogliatoi… Nel secondo tempo la mia mente continua a viaggiare… piano piano mi balzano alla mente infiniti episodi di questi 9 anni in cui abbiamo inseguito il nostro sogno… ripenso alle liti con Lino Toppi… al mio primo allenatore Vito Sanfrancesco… agli anni in cui non volevo fare il portiere, ai campionati vinti nel settore giovanile… ripenso al campionato che ci era sfumato con il Cervere, ad Aurelio Viglione… a Loris Mana che magari si starà rodendo il fegato, ma che ritengo un ottimo allenatore per cosa ci ha insegnato il suo primo anno d i permanenza a Dogliani… ripenso al mio anno passato all’Azzurra che il destino proprio oggi mi mi ha voluto mettere di fronte in questo scontro finale… guardo Cava dall’altra parte del campo e sorrido… prendo due goal “non da me” come direbbe qualcuno, ma non mi importa... (sul 5-0 ci può stare)… aspetto con ansia la fine della partita… ogni due minuti chiedo al Mister quanto manca… vedo che la cosa lo “irrita”… continuo… ad un certo punto mi manda a cagare… con una delle sue frasi storiche che non è il cao stia qui a riportare… ridiamo entrambi… che bello!!! A turno i miei compagni vengono a bere dalla borraccia che ho sempre in porta con me ed io ripenso ad ognuno di loro… forse non sanno quanto sono fiero di loro… non sanno quanto mi rende entusiasta essere il loro portiere… non sanno quante righe dedicherei ad ognuno di loro… non sanno quanto sono contento di poter condividere un’emozione così grande con loro… In questi 9 anni ho visto ragazzi diventare uomini e uomini rimanere entusiasti come ragazzi… ho visto ragazzi allenarsi come se dovessero giocare sempre quando sapevano che avrebbero dovuto accontentarsi di pochi minuti, ho visto ragazzi che sapevano di giocare sempre allenarsi come se non fossero mai sicuri di giocare… ho visto la delusione delle sconfitte e la testardaggine nel riprovare a vincere… ho visto un gruppo di persone diventare una squadra… Ripenso a quante volte da questa porta mi sono incazzato con i miei compagni… molte volte sono stato arrogante con loro… molte volte li ho mandati a cagare… molte volte mi hanno mandato a cagare loro… di tutto questo mi sento di dover chiedere scusa … spero che si ricordino di tutte le volte che li ho incitati e di tutte le volte che ho esultato con loro… Ripenso a quando 9 anni fa si parlava di un mio trasferimento in squadre più quotate… è sempre stato un mio rimpianto non averci potuto provare, ma oggi non mi interessa più… sono fiero di cosa sono diventato in questi 9 anni… non cambierei niente… credo che vincere un campionato con la società, i dirigenti ed i tifosi e alcuni compagni che ti hanno visto bambino calcare un campo di calcio non abbia eguali… e poi… e poi l’avevo promesso ad un certo Renato Viotto… “andremo in prima!!!” Ora la partita finita ed io non so bene come fare… ho voglia di urlare, di ridere, di piangere ho voglia di vivermi questo momento meglio che posso… i cori, gli abbracci, i gavettoni, le foto di gruppo … la corsa con tuffo sotto la nostra tribuna… le magliette preparate dai tifosi e dalla società… la soddisfazione sui volti dei miei comagni… Credo proprio che una giornata così a 60 anni avrò ancora voglia di raccontarla… Grazie Ragazzi!!! Il vostro Portiere…

martedì 13 agosto 2013

Il male che ispira

Negli anni '60 l'Inghilterra fu scossa dagli efferati e spietati delitti della coppia Ian Brady e Myra Hindley.
Il caso, definito Moors murders è diventato tristemente famoso per essere uno dei casi più atroci e violenti che vedesse coinvolte due personalità collaborative e complici, ma questa è un'altra storia.
Ne va da se che chiunque, in quegli anni, fosse venuto a conoscenza di tali terribili atti ne fosse scosso e profondamente colpito.
Tra questi c'è sicuramente il giovane Morrissey, che qualche anno dopo fondò assieme a John Maher gli Smiths.
Il loro primo album di debutto uscì nel 1984 e conteneva una traccia che suscitò qualche polemica: Suffer Little Children.
La canzone è un tributo, secondo lo stesso Morrissey, alle piccole vittime dei Moors Murters, quasi coetanee del cantante.
A vent'anni da quei delitti lo stesso leader della band venne a contatto con una delle madri delle vittime e con essa stabilì un rapporto di amicizia e rispetto.
L'anno successivo lo stesso caso venne riaperto per il ritrovamento di un quarto corpo, anch'esso vittima della coppia, che intanto era stata arrestata e incarcerata.
Nel 1990 un'altra band ripescò da quella brutta vicenda un'immagine, più precisamente una fotografia, quella di Maureen Hindley che assieme al marito si recava a testimoniare contro la sorella Myra Hindley. Quella fotografia divenne la copertina dell'album GOO dei Sonic Youth.

 

venerdì 9 agosto 2013

L'arte del Degrado

Si chiama François Vautier ed è un videomaker-ricercatore Francese.
Qualche anno fa ha usato un vecchio scanner come terrario per formiche, documentando giorno dopo giorno il degrado di un ambiente sintetico invaso da elementi vegetali, animali e minerali.
L'esperimento è durato cinque anni, ma, fa sapere lo stesso autore, è tuttora in svolgimento, visto che le formiche sono ancora vive e vegete e, a quanto pare, affezionate alla loro casa tecnologica.
Questo lavoro ne ha ispirato un'altro, ovvero il monitoraggio per tre anni, di una piccola piazzetta abbandonata in Parigi, fotografato con IPhone e, come nel video precedente, montato grazie alla tecnica del Time Lapse.
Ultima curiosità, le musiche sotto i videoclip appartengono alla band Israeliana Infected Mushroom.



ANTS in my scanner > a five years time-lapse! from françois vautier on Vimeo.


Abandoned Places > 3 Years Time Lapse from françois vautier on Vimeo.

venerdì 2 agosto 2013

David Bowie – The Next Day (2013)

Il Duca è tornato dopo 10 anni e lo fa sorprendendo nuovamente tutti.
Etichettato come artista in declino e celebrato solo per il suo infinito e spettacolare repertorio, dimostra così che il suo talento non è affatto sbiadito.
Ammetto che al primo ascolto mi sono sentito corrotto dal suo nome altisonante, stregato da un passato che spesso mi ha regalato emozioni fortissime e che mi spingeva ad un ascolto attento e ammirato.
Alla fine ho capito che semplicemente si tratta di un disco meraviglioso, pieno zeppo di tutti di deliri "Bowiani": elegante e non pesente, eclettico e non delirante, divertente e profondo.
Bentornato Duca Bianco.