mercoledì 21 agosto 2013

La terra calda

A sentire le dichiarazioni di chi ci capisce qualcosa (o ci prova), quello che stà accadendo in Egitto era praticamente scritto.
Senza entrare nei particolari (e chi ne sarebbe capace?) e senza approfondire l'ennesima figuraccia di un Europa sorda, distratta e senza una voce decisa, sembra passata dall'alba al tramonto quella speranza sbocciata con la primavera Araba, quell'ondata di democrazia e rivoluzione che ha scosso il nord Africa nei mesi scorsi.
Dalla Siria all'Algeria, dallo Yemen al Marocco, una serie di proteste e rivolte hanno impegnato i governi e i governanti, spodestandone alcuni, distruggendone altri o scatenando durissime repressioni.
La cosa che mi sorprende, anche se non se ne parla molto, è come tutto questo è stato raccontato dalla stampa Occidentale, più attenta alle dichiarazioni che alla voce dei propri reporter.
Il fatto è che in pochi mesi i "Buoni" sono diventati i "Cattivi" e viceversa, proprio mentre alcuni giornalisti si sforzavano di raccontare le contraddizioni di una rivolta troppo estesa, spesso manipolata e poco trasparente.
La situazione Egiziana è emblematica e quella Siriana è, se possibile, ancor più confusa.
Ingerenze Saudite, Americane e Russe, ribaltamenti di fronte, ribellioni civili guidate da mercenari e resistenze popolari appoggiate degli stessi oppressori!
Il caos insomma, o semplicemente l'ennesima conseguenza di una terra devastata per le proprie ricchezze, su cui si giocano partite che poco hanno a che vedere con quanto in piazza le folle reclamano.
Quel territorio stà bruciando e far finta di nulla potrebbe essere molto pericoloso, forse addirittura più della condanna di Berlusconi... ma forse mi sbaglio.

Sepultura - Territory

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