Siamo alle solite, tutti belli schierati a parlare di argomenti che i più non conoscono, senza nemmeno prendersi la briga di fermarsi a riflettere. Già un governo che continua a proporre iniziative battezzate in inglese e piene di contraddizioni dovrebbe farci riflettere sulla scarsa attenzione che nutre verso l'argomento, che, nel caso opposto dovrebbe essere cristallino e ben definito e non mascherato come un clown che cerca disperatamente attenzione.
Sui diritti civili è palese la necessità di un'intervento, tanto che continuiamo ad essere sanzionati per la triste tendenza pluriennale ad evitare il problema chiudendo gli occhi e passando oltre.
Come tutte le cose "rimandate" si arriva prima o poi al punto che la distanza tra politica e società diventa incolmabile e le decisioni vanno prese d'urgenza, troppo sovente dovendo trattare più temi contemporaneamente.
Ci si trova dunque a dover affrontare tematiche che in altri paesi si sono già evolute, che sono già state trattate e normate, che hanno visto sperimentazioni, regolamenti, doveri e diritti.
Qui tutto tace per anni, poi in qualche mese si pretende pareggiare i conti, chiedendo ad un parlamento composto in gran parte di cialtroni, di legiferare su argomenti che vanno ben oltre la triste appartenenza (spesso transitoria) ad un partito.
Calando un volo sull'infinita incompetenza di quanti nemmeno riescono a pronunciare il nome della proposta di legge, trovo sia altrettanto deleterio vedere questi temi affrontati come un qualunque dibattito sul posticipo sportivo del fine settimana.
Detesto chi a priori non ascolta l'opinione altrui perché accecato dalla grandezza della propria e trovo ancor più stupido vedere persone prendere posizioni senza nemmeno saper di cosa si parla.
Questo perché nella legge che ci si appresta a votare, ci sono tanti aspetti che nessuno dei tanti "opinionisti" penso si sia preso la briga di leggere. E forse sarebbe pure inutile leggere questa marea di cavilli ed emendamenti fatti ad hoc per strappare una maggioranza risicata.
Come tutti mi sono fatto un'idea a proposito e come sempre mi trovo in perfetto disaccordo con tutti gli estremismi, ma in fondo a chi interessa la mia opinione? Non mi viene nemmeno richiesta attraverso un referendum e spesso penso anche che questo sia un bene, visto come si affrontano le votazioni in Italia.
Certo è che siamo nel 2016 e la società di oggi ha conquistato posizioni impensabili fino a 50 anni fa. Queste posizioni vanno tutelate in nome di un progresso che fa dei diritti civili un baluardo della società occidentale, cosa ancor più evidente in un periodo di frequenti confronti tra civiltà.
Partendo da questo è palese che ci siano passi doverosi, su cui la discussione diventa superflua se non addirittura obsoleta.
Se l'amore omosessuale è stato finalmente accettato è sacrosanto riconoscerlo a livello istituzionale, riconoscendo diritti e doveri atti a regolamentare una relazione nella nostra società. Chiamarlo matrimonio o unioni civili o pacs o come volete, significa solo cambiare il fiocco ad una confeziona già ben definita.
Di tutt'altro spessore è il tema delle adozioni, che arriva nel nostro paese senza alcun approccio, gravato da anni di rinvii e tabù anche solo a volerne discutere.
Come dicevo ho la mia opinione, ma anche qui ci sono punti fermi che la indirizzano. Che un figlio non sia un diritto è sacrosanto e che ci siano famiglie etero talmente pessime che a confronto è invidiabile la condizione di orfano lo è altrettanto.
Ma è altrettanto indiscutibile che ad un bambino servano figure di riferimento sia maschili che femminili. Lo è a tal punto che la natura stessa lo preveda come elemento essenziale per la procreazione. E' altrettanto vero che concepire un figlio non vuol dire essere genitori e che per esserlo occorre prendersene cura, amarlo e crescerlo, tutti elementi che possono valere per un qualsiasi adulto, anche da solo, figuriamoci in coppia!
Personalmente credo che ad un bambino in cerca di famiglia debbano essere garantite le condizioni migliori e, sempre personalmente credo che queste siano riscontrabili maggiormente in una coppia uomo-donna in cui esistano riferimenti paterni e materni ben definiti. Contemporaneamente sono anche convinto che una famiglia, anche omosessuale, anche mono-composta, sia preferibile ad un orfanotrofio o ad un istituto che omologa per forza di cosa i suoi ospiti.
Credo anche che l'adozione da parte del partner di un genitore separato (sia esso gay oppure etero) sia inevitabile oltre che opportuna, sempre se ci siano le condizioni necessarie e la volontà dei genitori naturali.
Il tutto per il bene del bambino, che in tutta la faccenda è il vero fulcro della famiglia, su cui volenti o nolenti si basa tutta la società mondiale, da cui, per farla grossa, dipende tutta la nostra umanità.
E' altrettanto vero che con i livelli oggi raggiunti dalla scienza, si pongono altre questioni, come l'utero in affitto, le madri surrogate e tutto quello che comporta l'evoluzione della medicina genetica.
Immaginatevi quanto sia difficile per un paese che ancora non ha una regolamentazione sulle relazioni civili affrontare tali temi...
Eppure il tempo perso è una colpa e oggi dobbiamo per forza affrontare questi argomenti, perché la vita va avanti e perché è assurdo che una cosa legiferata oltre confine qui non abbia ne tutele ne doveri.
Personalmente trovo assurdo anche solo pensare che possa esistere una "madre surrogata", e non tanto per questioni etiche, piuttosto perché ho vissuto con una donna che per nove mesi ha gestito una gravidanza e sono certo che il rapporto che si crea tra una madre ed un figlio non possa essere valutata in termini scientifici o peggio economici. E' vero che sta alle persone decidere della propria vita, e che (senza nemmeno considerare lo sfruttamento) una donna è libera di prestare il proprio utero e 9 mesi della propria vita a due amici o a due sconosciuti, ma il frutto di tutto ciò è un bambino a cui nessuno può chiedere un parere.
Certo è un parere personale, magari indotto dal fastidioso pensiero che queste operazioni, oggi carissime, sono destinate esclusivamente a persone molto abbienti, e quindi ulteriormente in contraddizione con la richiesta di un diritto che anche se riconosciuto varrebbe solo per chi può permetterselo. E se non è una questione economica perché i costi per questa pratica sono così elevati, possibile che il compenso per la madre non incida? E se incide non si tratta forse di una questione economica che alla fine ricade sul bambino?
Insomma, mi pare che l'argomento sia troppo ampio per essere affidato a chi sul palco del Family Day sbraita che il sesso non è un piacere o a chi vuole un figlio anche al costo di accettare che una donna che lo porta in grembo, lo nutre e lo mette al mondo, se ne possa separare senza pensieri, senza nemmeno chiedersi se quel bambino un giorno non desidererà sapere da dove viene...
Forse domani cambierò idea anche io, conscio del fatto che le opinioni cambiano con la società e con l'esperienza, ma altrettanto conscio che purtroppo, da quanto l'argomento si è affacciato in parlamento, non ho ancora sentito alcun dibatto serio, che esuli dalle reciproche accuse o che dia spazio a legittime preoccupazioni senza sentirsi tacciati di bigottismo.
L'epilogo sarà sempre quello delle cose che si sistemano col tempo, all'Italiana, correggendo un poco alla volta tutti gli aspetti che si sono tralasciati nella corsa all'approvazione, sperando che nel frattempo non siano in troppi a pagare la leggerezza di scelte fatte più per posizione che per ragionamento.
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