lunedì 21 gennaio 2013

Guarda che non sono io

Scrivere un testo è un'impresa complicata, chiunque si sia cimentato in tale avventura ne sa qualcosa. Bisogna far combaciare melodia, metrica e significato senza possibilmente sacrificare al dio "va bene così" uno qualsiasi di questi aspetti.
Ci sono però autori capaci di scrivere e musicare vere e proprie poesie, concretizzare concetti astratti e raccontare storie comuni rendendole uniche.
Francesco De Gregori è uno di questi, scrive da una vita e possiede uno stile inconfondibile.
Quando ho sentito questa canzone, Guarda che non sono io, ho immediatamente pensato che nessun'altro potesse scrivere un testo così dolcemente crudo.
Le canzoni possono fare miracoli, ma è troppo facile confondere il creato con il creatore e per molti, questo, è diventata una parte integrante del personaggio che rappresentano.
Ci sono autori (soprattutto nel Rap, nel neo melodico e nel rock) che parlano in prima persona delle proprie esperienze, magari ricamandoci su, magari mettendosi a nudo, pur sapendo che nel momento in cui la canzone viene regalata all'etere, chiunque la riceva la trasforma attraverso la propria sensibilità, ricavandone spesso significati diversi da quelli che lo stesso autore voleva esprimere.
Ci vuole coraggio (e forse un pizzico di superbia) per scrivere un testo così, terribilmente vero, tanto da apparire scortese, tanto da rischiare di umanizzare il mito sublime del cantautore.
Proprio qui, però, si annida quel pizzico di presunzione, di chi sa bene di essere più forte delle proprie parole, conscio che alla fine queste contribuiranno unicamente a mantenere quel fascino indissolubile del personaggio Francesco De Gregori.
A conferma di questo resta l'epilogo di questo live, quelle ultime parole dette dopo aver suonato questa canzone: come si fa a non volermi bene..




Guarda che non sono io quello che stai cercando
Quello che conosce il tempo, e che ti spiega il mondo
Quello che ti perdona e ti capisce
Che non ti lascia sola, e che non ti tradisce
Guarda che non sono io quello seduto accanto
Che ti prende la mano e che ti asciuga il pianto

Cammino per la strada
Qualcuno mi vede
E mi chiama per nome
Si ferma e mi ringrazia
Vuole sapere qualcosa
Di una vecchia canzone

Ed io gli dico "Scusami però non so di cosa stai parlando
Sono qui con le mie buste della spesa
Lo vedi, sto scappando
Se credi di conoscermi
Non è un problema mio
E guarda che non sto scherzando
Guarda come sta piovendo
Guarda che ti stai bagnando
Guarda che ti stai sbagliando
Guarda che non sono io"

Guarda che non sono io quello che mi somiglia
L'angelo a piedi nudi, o il diavolo in bottiglia
Il vagabondo sul vagone
La pace fra gli ulivi, e la rivoluzione
Guarda che non sono io la mia fotografia
Che non vale niente e che ti porti via

Cammino per la strada
Qualcuno mi vede
E mi chiama per nome
Si ferma e vuol sapere
E mi domanda qualcosa
Di una vecchia canzone


Ed io gli dico "Scusami però non so di cosa stai parlando
Sono qui con le mie buste della spesa
Lo vedi, sto scappando
Se credi di conoscermi
Non è un problema mio

E guarda che non sto scherzando
Guarda come sta piovendo
Guarda che ti stai bagnando
Guarda che ti stai sbagliando
Guarda che non sono io

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