martedì 9 luglio 2013

Guerra al playback

Ad un passo dalla terza guerra mondiale, con la crisi dell'occidente, gli spy-scandals che travolgono gli USA e fanno infuriare il mondo, le rivolte civili arabe, le minacce coreane e le contraddizioni dei paesi orientali, Putin dichiara guerra al playback.
La Russia ha infatti approvato una legge che punisce con multe fino a 100000 euro chi truffa il pubblico, spacciando un concerto LIVE per una molto più economica esibizione in playback.
Il fenomeno, piuttosto diffuso nel mondo, ha raggiunto, soprattutto in alcuni paesi, dei livelli imbarazzanti, tanto da suscitare critiche e denunce.
Va detto che oggi la tecnologia permette di utilizzare basi ed effetti sonori in grado di migliorare le performance degli artisti, che, ad onor di cronaca, utilizzano nei dischi sempre più spesso grandi quantità di musica elettronica, generata da sintetizzatori e strumenti digitali, sempre più programmati che suonati.
Ciò non toglie però che se ci si presenta con i musicisti, si debba mantenere fede alla proposta fatta, offrendo così uno show più caloroso ed esaltante.
Di certo il fattore economico conta parecchio, alcune produzioni risparmiano milioni grazie al playback, soprattutto in paesi il cui pubblico non è così attento, realizzando spesso dei veri raggiri.
Così la Russia (e non solo!) decide di tutelare il pubblico dagli artisti "sola", che troppo spesso non reggono il confronto tra quanto inciso su disco e quanto realmente riprodotto dal vivo.
Esiste però una giustizia divina che non ha bisogno di leggi scritte.
Nella musica si chiama talento e basta un poco di esperienza per riconoscerlo a prima vista, mentre, come nella vita, tutti i nodi vengono al pettine, e le brutte figure, specie per chi fa il furbo possono essere devastanti.
Vedere per credere: concerto dei Lordi, proprio in Russia (min 1:53).

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