Mi ha dato non poco da pensare l'articolo su La Stampa di sabato scorso, dove si raccoglieva lo sfogo dei proprietari di sale da ballo Cuneesi, attraverso le parole della rappresentante sindacale, che denunciava la difficile situazione economica del settore.
Tra le cause individuate venivano elencate le difficoltà a rimanere aperti più di un solo giorno a settimana, la forte riduzione del consumo di alcolici e la spietata concorrenza di sagre e altre attività portate avanti da associazioni e circoli.
Per questo motivo, la categoria, richiede alle autorità di aumentare controlli e sanzioni nei confronti dei possibili concorrenti.
Non metto in dubbio la situazione critica, oggi comune a troppe attività commerciali, ma iniziare a farsi guerra tra vittime non mi sembra proprio l'idea migliore.
Il Concerto per Una Amico è sempre stato un'evento molto affine alle feste di paese e conosco bene, anche per altre collaborazioni, le difficoltà di chi si adopera ad organizzarle.
Leggi troppo restrittive e manganellate con il nome di tasse, spesso disincentivano più dell'impegno che questi eventi richiedono.Eccessiva Burocrazia e norme spesso sproporzionate hanno fatto più vittime tra le sagre di quanto si possa credere!
Inviterei i gestori delle sale innanzitutto ad una riflessione autocritica, sul prezzo delle consumazioni, sui vincoli per gli ingressi, sugli orari e sulle scelte musicali spesso discutibile e sicuramente mai alternative o "educative".
Io non credo che la crisi di certi locali sia dovuta alla concorrenza ma più verosimilmente alla situazione sociale che vede ragazzi sempre più alle prese con ristrettezze economiche e sempre più attratti dalle piattaforme virtuali che dai luoghi di ritrovo.
Non sottovaluterei inoltre il fattore delle mode che, come si sa, vanno e vengono e che, sempre di più, fanno i conti con un offerta illimitata di stili e di generi, ai quali adattarsi non è affatto facile.
Inutile infine ripetere quanto sia difficile oggi fare azienda in Italia.
Sono tutti mali comuni di un settore complesso, aggravato dalla più totale assenza di un supporto "statale" ad un certo settore della musica, che si continua a vedere esclusivamente come terre di conquista per il fisco.
Mi sento per questo di lanciare un monito, perché le buone abitudini come il divertimento, vanno costantemente coltivate e favorite per mantenerle rigogliose.
Su una terra arida non cresce più nulla e sterilizzare un territorio famoso per i festeggiamenti, rischia di spegnere tradizioni che andranno a morire e difficilmente rifioriranno.
Se l'offerta musicale si riduce, non sempre chi rimane ne trae vantaggio.
Prendiamo ad esempio i concerti nei locali, un tempo molto diffusi e occasione per band emergenti e sconosciute. Oggi i luoghi dove si suona sono molto pochi e in troppi hanno completamente perso l'abitudine e l'educazione a gustarsi un'esibizione live, all'ascolto di generi diversi e di canzoni sconosciute (e che magari non siano le classiche cover evergreen!).
Le piste da ballo vuote sono tristi, sia nei locali che nelle piazze e se non vogliamo che altri eventi rimangono soltanto dei bei ricordi, cerchiamo di essere tutti più tolleranti e comprensivi.
Piste da ballo popolate da fantasmi non sono divertenti e soprattutto non rendono a nessuno!
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