martedì 14 gennaio 2014

La condanna dell'Aforisma

Adoro gli aforismi, trovo siano affascinanti e incredibilmente utili a sintetizzare concetti complessi.
Certo, come scriveva Umberto Eco, Non vi è nulla di meno definibile dell'aforisma, ed è bene tenerlo a mente.
Senza scendere nei particolari e nelle riflessioni sull'argomento, mi fermo ad assistere alla deriva di tanta saggezza, oggi sbandierata come fosse un vezzo, spesso incorniciate da grafiche di dubbio gusto o esaltate da caratteri di grottesca fattezza.
L'arte di condensare un concetto è certamente affascinante, ma va sempre contestualizzata e dev'essere l'occasione per una riflessione.
I migliori aforismi arrivano dopo ragionamenti profondi, a conclusione ad un pensiero, o spesso, come contraddizione, mescolandosi così a paradossi e stereotipi che diventano loro stessi aforismi.
Le vetrine virtuali offerte dai Social Network, obbligano il proprietario ad un allestimento personale, spesso fatto di immagini, pensieri ed opinioni, con il rischio di scontrarsi con quelle di altri o quantomeno con la possibilità di un confronto aperto sulle proprie convinzioni.
E' molto più semplice, quindi, affidarsi alle idee degli altri, magari già sdoganate o, ancor meglio, se condensate in poche parole che possono voler dire tutto e niente.
Dilagano così tonnellate di frasi, spesso decontestualizzate, spesso attribuite a cantanti, poeti, scrittori in maniera casuale o superficiale.
Citare un'aforisma non è sbagliato, anzi, ma farlo senza avere idea del concetto che descrive, come fosse un tuo motto è svilente e spesso ignorante.
Disporre di una bacheca con cui esprimersi e confrontarsi, riempendola di pensieri altrui e citazioni condannate alla banalità per il loro abuso è un'autentica contraddizione, che  non dimostra la propria conoscenza bensì il vuoto del proprio pensiero.


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1 commento:

boozyfede ha detto...

grande Fabio, un post davvero azzeccato! e poi gran canzone!