Sembra un azzardo, ma in fin dei conti è una mossa piuttosto scaltra.
Ryan Adams è un cantautore statunitense, uno dei massimi esponenti dell'evoluzione country degli ultimi anni, con una carriera che nonostante la sua giovane età (classe '74), conta oltre 13 dischi e riconoscimenti invidiabili ai più.
Esce in queste settimane il suo ultimo disco 1989, non un semplice disco di cover, ma la cover di un disco. Si tratta di un tributo alla principessa del country pop Taylor Swift, una che ha dimostrato di saperci fare prima dominando il suo genere nativo, il country appunto, poi conquistando il mondo del pop mondiale.
Adams coverizza per intero il suo album più celebre, uscito poco più di un anno fa, spogliando i brani delle loro vesti più sintetiche e confezionandoli in puro stile anni '80.
L'operazione è piuttosto riuscita, a tratti regalando vere perle, tanto da fare il giro del mondo in poche ore. La stessa Swift si dice entusiasta e parla di Adams come di una grande fonte d'ispirazione per la sua carriera.
Di certo questo disco piacerà agli amanti di Adams (soprattutto quelli meno affetti da pregiudizi snob) sia per gli arrangiamenti sia per l'evidente qualità compositiva dei brani. Piacerà anche ai giovani seguaci di Taylor Swift che si ritroveranno a cantare testi ben conosciuti in canzoni che ricordano atmosfere ben lontane dalle loro età.
Insomma un'azzardo riposto bene.
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martedì 29 settembre 2015
mercoledì 23 settembre 2015
Nata bella, fortunata e fuori periodo...
Ma davvero importa a qualcuno l'epoca in cui si sarebbe voluto vivere. La cosa che importa è dove, in quale famiglia e contesto sociale, ma soprattutto con quanta fortuna dalla propria parte!
Qualcuno direbbe che in fondo la fortuna stà già nel nascere....
Quattro giorni a commentare le ingenue risposte della neo Miss Sabatini, a criticare i suoi pensieri, a difendere la sua inesperienza e a compatire la sua sfortunata vittoria oscurata da una manciata di parole dette a sproposito. Per i più profondi poi ci sono tutte le dietrologie da rispolverare: la triste deriva dell'istruzione Italiana, lo scarso rispetto per i nostri militari, il deciso affondo alle battaglie femministe sul 'bella e impegnata'.. insomma, fiumi di parole al macero.
Come sempre si da più peso alle parole di non conta nulla piuttosto che riflettere sui silenzi di chi dovrebbe parlare...
Senza poi contare che anche questa è una bella fortuna, la semplice vittoria non avrebbe mai avuto un risalto così ampio! Insomma, tutta fuffa!
Qualcuno direbbe che in fondo la fortuna stà già nel nascere....
Quattro giorni a commentare le ingenue risposte della neo Miss Sabatini, a criticare i suoi pensieri, a difendere la sua inesperienza e a compatire la sua sfortunata vittoria oscurata da una manciata di parole dette a sproposito. Per i più profondi poi ci sono tutte le dietrologie da rispolverare: la triste deriva dell'istruzione Italiana, lo scarso rispetto per i nostri militari, il deciso affondo alle battaglie femministe sul 'bella e impegnata'.. insomma, fiumi di parole al macero.
Come sempre si da più peso alle parole di non conta nulla piuttosto che riflettere sui silenzi di chi dovrebbe parlare...
Senza poi contare che anche questa è una bella fortuna, la semplice vittoria non avrebbe mai avuto un risalto così ampio! Insomma, tutta fuffa!
martedì 22 settembre 2015
My Vitriol - Always: Your Way
Esistono canzoni a cui ci si affeziona senza saperlo, e lo si scopre quasi per caso, ripescandole vecchi dischi abbandonati nei cruscotti...
venerdì 18 settembre 2015
Demanufacture
E' uno dei pezzi simboli dell'industrial metal anni '90, apripista dell'omonimo album che nel 1995 consacrava i Fear Factory nell'olimpo delle metal band del periodo, un periodo dove riuscivi ancora a riconoscere le band dal suono di ogni strumento!
sabato 12 settembre 2015
mercoledì 9 settembre 2015
Migranti e sadici.
Stiamo diventando sadici. Almeno a veder ciò che si scrive su Facebook, a leggere i commenti su Twitter, insomma a dar retta ai social media.
Le discussioni, per quanto nobili, sfociano nella violenza, nel voler mediaticamente infliggere dolore al proprio avversario, anche dove l'avversario non esiste.
Ho sempre evitato discorsi sull'immigrazione, in quanto mi ritengo estraneo a questa battaglia tra "gli ospitali" e i "non ospitali".
Il campo di battaglia lo vedo eretto su territori che non hanno niente a che fare col problema dei migranti, e questa mia personale opinione, mi allontana da gran parte dei protagonisti delle zuffe politiche. Trovo sia sadico usare quello che si profila a diventare il problema più incombente del nuovo millennio, per poter dire tutto e il contrario di tutto sul proprio avversario politico.
Dopotutto i torti e le ragioni stanno da entrambe le parti, ed entrambe le parti, hanno perso di vista il punto della situazione.
Senza scendere nel dettaglio, ne sono pieni i giornali, trovo evidente da sempre il fulcro della questione e, a quanto pare, qualcuno inizia a muoversi nella direzione che sostenevo.
I paesi del nord Europa, dall'Inghilterra alla Germania a quelli scandinavi, da anni hanno piani di accoglienza che li hanno portati a gestire volumi di immigrati ben superiori ai nostri.
Il fatto è che per questi paesi, il cui tasso di natalità indigena è drammaticamente sceso negli anni, i migranti sono una risorsa indispensabile. La stessa Germania, grazie ai flussi migratori è passata in 50 anni dall'essere un paese incenerito dalle sconfitte belliche a diventare una potenza produttiva e stabile. Così i paesi scandinavi che poggiano gran parte del loro settore terziario su immigrati e stranieri.
La loro richiesta è però quella di avere un controllo capillare su chi entra e chiede asilo, preferendo persone istruite e investendo in piani studiati appositamente.
E' logico che ora non accettino le proposte di paesi come il nostro che, incapaci di gestire i flussi vorrebbero frontiere aperte per sbolognare quello che non siamo in grado di vedere come risorsa.
Non è un caso che l'Inghilterra chiuda le frontiere e proponga di accogliere migliaia di migranti "selezionati" direttamente dalle frontiere dei paesi coinvolti.
E' altrettanto vero che non possiamo continuare ad accogliere tutti, spacciando un perbenismo farlocco per altruismo, quando interi apparati deviati del nostro sistema specula su queste persone.
E' palese che chi arriva è disperato, ma è altrettanto vero che chi può permettersi questi viaggi arriva da un ceto medio ricco di doti, spesso professionisti, addirittura laureati, famiglie borghesi che possono permettersi di fuggire, lasciando nelle loro terre i più poveri e disperati.
L'incapacità di sfruttare queste doti è una colpa tutta nostra, che proprio non riesco a vedere come emergenza.
A chi grida che non c'è lavoro nemmeno per noi, vorrei dire di guardarsi attorno. Strade, scuole, infrastrutture.. ogni cosa che ci circonda è fatiscente, senza nemmeno pensare alla manutenzione del territorio, alle lacune della sanità ed ai migliaia di progetti abbandonati per mancanza di finanziamenti.
La verità è che il lavoro non manca, mancano i soldi, soldi che in uno stato sano dovrebbero essere il sangue che circola e alimenta la società. Tasse che si trasformano in lavoro.
Chi arriva ha fame, cerca una casa, un lavoro e deve avere degli obblighi e delle regole a cui attenersi.
Mi spiegate quale commerciante non desideri più clienti, quale affittuario non cerca un affittante, quale imprenditore non vorrebbe assumere per migliorare la propria azienda?
Senza pensare che una sana immigrazione giovane potrebbe salvarci dal disastro INPS dei prossimi anni...
Ecco perché per molti l'immigrazione è un'opportunità e perché molti paesi, attraverso REGOLE PRECISE, accolgono da anni migranti e profughi.
Purtroppo qui non si parla di questo, ma ci si scanna su chi vuole aprire e chi chiudere le frontiere, con discorsi che sfociano nel sadismo di chi specula sulla tragedia.
La vera colpa è il non saper gestire un'opportunità, ma forse, a questi incapaci, fa comodo che non lo si sappia.
Le discussioni, per quanto nobili, sfociano nella violenza, nel voler mediaticamente infliggere dolore al proprio avversario, anche dove l'avversario non esiste.
Ho sempre evitato discorsi sull'immigrazione, in quanto mi ritengo estraneo a questa battaglia tra "gli ospitali" e i "non ospitali".
Il campo di battaglia lo vedo eretto su territori che non hanno niente a che fare col problema dei migranti, e questa mia personale opinione, mi allontana da gran parte dei protagonisti delle zuffe politiche. Trovo sia sadico usare quello che si profila a diventare il problema più incombente del nuovo millennio, per poter dire tutto e il contrario di tutto sul proprio avversario politico.
Dopotutto i torti e le ragioni stanno da entrambe le parti, ed entrambe le parti, hanno perso di vista il punto della situazione.
Senza scendere nel dettaglio, ne sono pieni i giornali, trovo evidente da sempre il fulcro della questione e, a quanto pare, qualcuno inizia a muoversi nella direzione che sostenevo.
I paesi del nord Europa, dall'Inghilterra alla Germania a quelli scandinavi, da anni hanno piani di accoglienza che li hanno portati a gestire volumi di immigrati ben superiori ai nostri.
Il fatto è che per questi paesi, il cui tasso di natalità indigena è drammaticamente sceso negli anni, i migranti sono una risorsa indispensabile. La stessa Germania, grazie ai flussi migratori è passata in 50 anni dall'essere un paese incenerito dalle sconfitte belliche a diventare una potenza produttiva e stabile. Così i paesi scandinavi che poggiano gran parte del loro settore terziario su immigrati e stranieri.
La loro richiesta è però quella di avere un controllo capillare su chi entra e chiede asilo, preferendo persone istruite e investendo in piani studiati appositamente.
E' logico che ora non accettino le proposte di paesi come il nostro che, incapaci di gestire i flussi vorrebbero frontiere aperte per sbolognare quello che non siamo in grado di vedere come risorsa.
Non è un caso che l'Inghilterra chiuda le frontiere e proponga di accogliere migliaia di migranti "selezionati" direttamente dalle frontiere dei paesi coinvolti.
E' altrettanto vero che non possiamo continuare ad accogliere tutti, spacciando un perbenismo farlocco per altruismo, quando interi apparati deviati del nostro sistema specula su queste persone.
E' palese che chi arriva è disperato, ma è altrettanto vero che chi può permettersi questi viaggi arriva da un ceto medio ricco di doti, spesso professionisti, addirittura laureati, famiglie borghesi che possono permettersi di fuggire, lasciando nelle loro terre i più poveri e disperati.
L'incapacità di sfruttare queste doti è una colpa tutta nostra, che proprio non riesco a vedere come emergenza.
A chi grida che non c'è lavoro nemmeno per noi, vorrei dire di guardarsi attorno. Strade, scuole, infrastrutture.. ogni cosa che ci circonda è fatiscente, senza nemmeno pensare alla manutenzione del territorio, alle lacune della sanità ed ai migliaia di progetti abbandonati per mancanza di finanziamenti.
La verità è che il lavoro non manca, mancano i soldi, soldi che in uno stato sano dovrebbero essere il sangue che circola e alimenta la società. Tasse che si trasformano in lavoro.
Chi arriva ha fame, cerca una casa, un lavoro e deve avere degli obblighi e delle regole a cui attenersi.
Mi spiegate quale commerciante non desideri più clienti, quale affittuario non cerca un affittante, quale imprenditore non vorrebbe assumere per migliorare la propria azienda?
Senza pensare che una sana immigrazione giovane potrebbe salvarci dal disastro INPS dei prossimi anni...
Ecco perché per molti l'immigrazione è un'opportunità e perché molti paesi, attraverso REGOLE PRECISE, accolgono da anni migranti e profughi.
Purtroppo qui non si parla di questo, ma ci si scanna su chi vuole aprire e chi chiudere le frontiere, con discorsi che sfociano nel sadismo di chi specula sulla tragedia.
La vera colpa è il non saper gestire un'opportunità, ma forse, a questi incapaci, fa comodo che non lo si sappia.
lunedì 7 settembre 2015
Angel is Broken
Non so di preciso il perchè, ma credo il caldo di questi giorni, attraversato in macchina con i finestrini abbassati in un primo pomeriggio torrido e pigro, sia ben accompagnato da questa canzone degli Atlas Sound del 2011. Il disco si chima Parallax e personalmente non supera il livello di questa canzone.
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