"Quando lo scorso marzo iniziò a prendere prepotentemente piede l’idea di partecipare a un Festival Rock nell’estate che si stava avvicinando, ci trovammo di fronte a due validissime alternative tra le quali scegliere: il festival di Arras in Normandia e quello di Werchter in Belgio.
Stesso periodo – prima settimana di Luglio – e due line up molto simili e attraenti, coronate entrambe dall’esibizione dei Pearl Jam.
Ma c’è stato un gruppo, un gruppo solo, presente in Belgio ma non in Francia, che in quel momento fece pendere l’ago della bilancia inequivocabilmente verso Werchter: il 2 Luglio 2010 alle ore 23.00 spaccate salivano sul palco i Green Day, acclamati da un pubblico di oltre 80.000 persone in delirio.
Sono sicuro che in tanti penseranno che tutta questa carica e tutto questo entusiasmo per i Green Day siano esagerati, ma che ci posso fare?
Gli idoli generano uno stato di empatia in coloro che li adorano che non va giustificata e che non va compresa.
E così, se da un lato è vero che musicalmente il festival di Werchter offriva sicuramente di meglio (vedi Muse, Pearl Jam, …), è anche altrettanto vero che io a Werchter ci sono andato sicuramente per vedere i Green Day.
La loro musica è stata la mia colonna sonora dall’adolescenza fino a stamattina e probabilmente continuerà ad esserlo fino a quando quei tre avranno voglia di divertirsi e divertire come hanno fatto quella notte.
E quella stessa colonna sonora è stata ripercorsa in oltre due ore e mezza di concerto durante le quali hanno riproposto tutti i progetti della loro carriera musicale, da Imsomniac a 21st Century Breakdown, passando per Warning e American Idiot.
E non hanno rinnegato neanche i primissimi anni dei loro esordi, quelli dell’album Dookie, dal quale hanno attinto ben tre pezzi: Basket Case, When I come around e Longview.
I Green Day sono stati capaci di cavalcare i tempi e di saper parlare a diverse generazioni nel corso degli anni.
Loro sono cresciuti insieme al loro pubblico e nel frattempo continuavano a generare adepti tra i giovani che di volta in volta si avvicinavano al genere punk pop.
Prova ne è che sotto lo stesso palco c’erano a cantare a squarciagola sia ultratrentenni – molto più legati ai revival dei primi album – sia adolescenti, molto più preparati sugli ultimi brani..." (CONTINUA...)
2 commenti:
porcaccia miseriaccia!!!
'ste connessioni senegalesi che fanno cosa vogliono!!!!mi ha pubblicato il post a metà del titolo!!!
che era "tratto da..."
scusate...
a quanto pare la mano che ha scritto è maschile! abbiamo un nuovo autore! Grande Ale!! Condivido la tua mania per i Green Day, ho lo stesso "problema" con i Metallica! Vidi i Green Day a Rock am Ring e mi colpirono soprattutto per l'energia sprigionata, inoltre hanno scritto pagine indelebili del punk rock, da Dookie a 21st Century Breakdown alcuni loro brani sono di diritto tra i miei preferiti! L'unico mio rammarico è che dal vivo non ho mai sentito She, e Welcome to Paradise! devo rivederli!! :)
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