Comunque la si pensi, il Ruby Gate ha messo una bella pietra tombale sulle sfavillanti luci dello show business italiano.
In attesa di sapere se il comportamento dei soggetti interessati sia considerato reato, se i pm siano sovversivi, se le centinaia di ragazze coinvolte siano bisognose o spiccatamente indirizzate al mestiere più antico del mondo, il quadro che ne esce è di una tristezza mortificante..
Non lo dico con moralismo, dopotutto non mi sorprendono certe cose, e chiunque abbia acceso la televisione e considerato le qualità di certi soggetti dello spettacolo, non poteva non notare l'impoverimento delle doti artistiche a discapito di fisici statuari e reggiseni straboccanti.
Quello che però non si notava era la tristezza con cui questo avveniva. E qui, anche in assenza di reati, sembra palese e forse fin banale, il rapporto tra potere e scorciatoie.
Comunque andrà a finire siamo di fronte a quella che sembra una barzelletta, o meglio la trama di un film classico della commedia erotica italiana degli anni 70!
Dopotutto non manca niente: anziani personaggi per nulla aitanti circondati da bonaccione a volte arriviste a volte oche giulive, per non parlare delle scenografie che sembrano le stesse (sale da ballo, uffici, palazzi, studi... ) e dei costumi (travestimenti sexy, balli tra il comico e l'erotico..) o ancora delle trame che si snodano tra tradimenti, intrallazzi, raccomandazioni e 'zerbinaggi' degni del grande Fantozzi.
Alla fine tutto sembra riportare a quelle situazioni, solo che i protagonisti non sono più Banfi, D'Angelo, Montagnani, Carotenuto o Vitali e le ragazze non si chiamano Guida, Sandrelli, Antonelli, Fenech o Bouchet (e nemmeno hanno le loro qualità...).
Fa tristezza pensare al mondo dell'arte in mano a certi personaggi che lo hanno infettato con tanta incompetenza, per non parlare di una politica che svende il proprio potere per tali comportamenti, capaci di mettere in scacco un Paese, di ridurre un governo all'impossibilità di governare e (cosa tutta Italiana) un'opposizione all'incapacità di reagire se non per indignarsi a comando, senza mai agire, così da nascondere le proprie magagne e facendo ben attenzione a non finire negli stessi scandali...
Insomma, in qualsiasi modo la vediate siamo zeppi di disperati erotici e spaventosamente scarsi di figure eroicamente normali e capaci.
Lo cantava Dalla nel 1977, ripreso poi dagli Articolo 31 quasi vent'anni dopo, in due canzoni legate non solo musicalmente, ma da figure che mai come oggi, risultano attuali e dannatamente Italiane!
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