Si chiude la 61 edizione del Festival della Canzone Italiana, portadosi a presso le canzoni, le polemiche ed i riconoscimenti.
L'ho seguito abbastanza, come sempre, pur sapendo che si celebra solo una parte della musica tricolore, pronto al mattone di una gara eterna e spesso noiosa, con mille stacchi pubblicitari ed interventi a volte inutili.
Ma alla fine, come si diceva anni fa, SanRemo è SanRemo e qualche perla la regala sempre.
Negli utlimi tempi il Festival ha fatto molto per riemergere da una tomba in cui anni di tradizionalismo forzato ed impedimenti discografici lo avevano seppellito. I risultati si vedono, grazie soprattutto a Baudo capace di riscriverne le regole e Bonolis, rivoluzionario nello stile ma anche grazie ad una serie di scelte pronte a riportare il festival ad una misura più popolare e meno austera, che attende ormai solo un coraggioso cambio di direzione artistica..
Anche la musica si è svecchiata, certo a piccolissimi passi, tre o quattro brani messi li per dire che ci si prova, magari affidati agli artisti più emergenti e più seguiti dai giovanissimi (più per audience che per merito..), o qualche bel testo atto a tirar su un po' di polemiche che non fanno mai male!
Alla fine si ha a che fare con un Festival che sguazza sempre nel neo melodico, ma che porta fortissime infiltrazioni pop, qualche strizzata d'occhio al rock o al blues, una nuova componete folk (determinante per rappresentare la musica italiana) e soprattutto che tenta di riportare la "Musica" al centro dell'evento.
Intendiamoci, questi sono ancora piccoli passi, ma finalmente si è smesso di parlare solo di ospiti stranierei, strapagati e perfettamente inutili, si rivedono sul palco performance di tutto rispetto e artisti veri nelle loro arti, siano queste balli, suoni, poesia o qualsiasi cosa possa concernere con la musica.
La 61 edizione ha avuto ingredienti classici più o meno azzeccati, un Morandi nazional popolare piuttosto impacciato ma troppo amato per poter essere criticato.
Due ragazze bellissime che sono un piacere per gli occhi, ma che nonostate gli sforzi, non reggono il confronto professionale con altre donne dello spettacolo Italiano (continua conferma di una preferenza alla bellezza rispetto al talento).
Due comici come Luca e Paolo, con l'arduo compito di attizzare il fuoco spesso soffocato da quel mattone di scaletta che deve essere la kermesse, vere scommesse vincenti di questa edizione.
Serate veloci e non troppo pesanti, anche se con troppi intoppi, un po' zoppicanti e ricche di attimi d'impaccio un poco tristi per un tale evento.
Sotto l'aspetto musicale trionfa Vecchioni, uno che con le parole ci sa fare e che sapeva di poter colpire nel segno con la sua "Chiamami ancora amore", un miscuglio tra la modernità di un testo provocatorio e l'apertura in un ritornello classico e melodico, in perfetto stile SanRemo.
Molto bella la presenza di Davide Van De Sfroos con un brano dal testo divertentissimo e pieno di riferimenti, che con il dialetto formano un connubio stridente quanto affascinante (sdoganando finalmente il folk brillante del nord'Italia, che ha sempre avuto pochissime vetrine sul piccolo schermo).
Piuttosto piatti gli older, una Oxa sempre troppo ermetica, una Patty Pravo al limite dell'intonazione (sorretta solo dalla sua infinita figura da diva quasi aliena), un'Albano che ha messo la sua potente voce a servizio di un testo più difficile e lontano dai soliti canoni di amore, cuore e sole (scelta che alla fine ha pagato ma senza certo stupire), un Barbarossa piuttosto ripetitivo, una Tatangelo che prova ad uscire dai ranghi ma ci riesce solo attraverso il look, un Max Pezzali che si è buttato sul suo repertiorio più classico e rodato, presentando un pezzo comunque piacevole.
Nei più giovani ha trionfato il classicismo (purtroppo!), seppur con arrangiamenti più rock Giusi Ferrery canta un testo che più scontato non si può con una linea melodica che almeno non è male, anche se pare un tributo alle grandi voci femminili degli anni 80/90. I Modà (rivelazione attuale tra le band emergenti) assieme ad Emma danno la sensazione dei Sonhora e dei Finley degli anni scorsi, un omolagazione al festival che un po' mi delude, ma che in fondo regale un brano piacevolmente italiano e classico, specie nella versione con Renga.
Natalie ci prova con un pezzo difficile, forse troppo per SanRemo, ma che fa ben sperare per un'artista che sa scrivere davvero bene!
Piacevolissimi Battiato e Madonia, con una canzone che sembra uscita da un disco del Maestro che ancora una volta riesce, anche restando nel classico, a metterci un tocco di misticisimo e di avanguardia. Anche i La Crus danno un tocco di eleganza con un brano che sembra scritto per un film, complice anche il soprano che abbiamo imparato a conoscere attraverso le composizione di Ennio Morricone.
Ultimo commento per Tricarico, un carillon mai perfetto ma sempre toccante. Un artista che seguo da tempo e continua ad incantarmi, anche se non riesco mai a capire bene il motivo di tanta magia..
Ultima considerazione va agli ascolti, crescenti negli utlimi anni e da paragonare con la nuova situazione del tubo catodico. Innanzitutto il boom di Benigli, certo stra-pagato, ma sicuramente l'unico in grado celebrare in quel modo i 150 dell'Unità d'Italia, inchiodando più di 20 mln di persone con un monologo pregno di storia, passione ed emozione, che ha rivelato un significato del nostro Inno (in onore della Musica Italiana) che sfido in molti a conoscere!
Tutto il Festival è comuque stato seguito, senza bisogno di svendere i contenuti ad i soliti rapaci della tv con lacrime facili e casi umani più o meno credibili!
In un mondo che cambia e che vede le offerte televisive offrire contenuti sempre più diversificati, grazie al digitale ed al satellitare, dando spazio anche a programmi che la tv "commerciale" non voleva più permettersi, si incominciano a vedere i primi segni di ripresa.
A farne le spese sono i reality e quella tv senza contenuti, sempre più in difficoltà verso trasmissioni anche leggere ma che puntano sulla professionalità e la bellezza di artisti che sanno proporre quelcosa!
Sia questo un passo verso una tv più bella ed un Festival rinvigorito e nuovamente capace di rappresentare la musica Italiana nel mondo? Vedremo, e speriamo!
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