Ho letto, sentito, ascoltato e visto molto su Woodstock, naturalmente il festival.
Credo che tutti gli appassionati di musica ne abbiano sentito parlare, e di certo, tutti gli amanti dei rock "vintage" avrebbero voluto esserci!
Woodstock è diventato il concerto per antonomasia, un'evento che si è trasformato nel simbolo di una generazione, o meglio di una parte di quella generazione.
Il 1969 è stato un anno cruciale per gli Stati Uniti d'America, ma tutto il mondo era in sobbuglio. Basti pensare che il 1969 è l'anno della strage di Piazza Fontana, della salita al potere di Gheddafi e delle immense conquiste spaziali. USA e Unione Sovietica, si sfidavano oltre i confini della terra, in piena Guerra Fredda, lanciando le prime sonde verso marte e mandando i primi uomini sulla luna (Armstrong e Aldrin). Ma soprattutto negli Usa le contraddizioni non erano mai state così forti. Da un lato le missioni spaziali (nello stesso anno partono l'Apollo 11 e l'Apollo 12), le nuove scoperte tecnologiche e un generale benessere sociale, faceva sognare una popolazione che sfondava il tetto demografico di 200 milioni!
Dall'altra le rivolte interne, l'esplosione dei movimenti per diritti civili, le mobilitazioni giovanili e le ribellioni della cultura hippie, in netta contrapposizione con gli impegni militari dei governi e la deriva capitalista.
Proprio nel 1969 gli Usa raggiunsero quota 550.000 soldati nella guerra del Vietnam, guerra fortemente criticata e osteggiata dentro e fuori il paese.
In tutto questo tumulto alcuni giovani, con grandi disponibilità economiche, sfruttarono le correnti per ricavarne guadagni e gloria, in una serie sterminata di iniziative e progetti, che ora si mescolano tra leggenda e realtà.
Fatto sta' che venne creato Woodstock, per alcuni il più grande festilval di musica e libertà, per altri un sapiente progetto per distrarre l'opinione pubblica in un delicatissimo momento politico, per altri ancora un progetto economico "sfuggito di mano", per altri il più grande raduno di "fattoni" e spacciatori .. insomma più ci si informa e più ci si confonde, ma forse sono tutte tante piccole verità.
Il film che ho visto l'altra sera parla proprio di questo periodo, e parla proprio del festival di Woodstock, ma non dalla parte degli organizzatori (già fatto..), nemmeno dalla parte musicale (già strafatto..) o ancora dal punto di vista del movimento hippie (già strarifatto..).
Questa volta il festival è solo un contorno, un'occasione che travolge la vita di chi si trova ad averci a che fare.
Tratto da una storia vera, romanzata quel tanto che basta da renderla piacevolmente brillante, si tratta una commedia dai sapori nostalgici, che racconta i sogni e la vita della gente di provincia, a volte in contrapposizione e a volta in piena armonia allo stile liberatorio e dissacrante del popolo di Woodstock.
Il film non cita mai direttamente quanto accade sul palco del festival, non si parla degli artisti se non in modo indiretto, non si parla della situazione politica se non sui manifesti e i cartelli che svettano tra i ragazzi.
Dopotutto oggi che importanza hanno le defezioni dei Led Zeppelin, il mancato accordo con i Beatles che avrebbero potuto suonare proprio li uno dei loro ultimi concerti, i disaccordi commerciali con gli Who, le polemiche sulla vendita dei biglietti per poi aprire a tutti il concerto... Queste cose restano interessanti curiosità da documentario, da appassionati del rock e della storia della musica.
Ma il ritratto che Woodstock lascia al mondo è qualcosa che va oltre a tutti questi particolari, e questo film regala uno stralcio di questa eredità, attraverso gli occhi di chi ha vissuto questo evento senza esserne per forza coinvolto politicamente, musicalmente o socialmente.
Si vede la paura della gente venire meno quando si incontrano questi giovani scapestrati che non sono i terribili mostri descritti dai giornali, e si vedono vacillare alcuni ideali di cui gli hippie si facevano portabandiera. Insomma, una bella storia nelle tante contraddizioni di un momento che ha segnato il modo di vivere e di pensare di un'intera generazione.
Un bel film da godersi con la consapevolezza che un tempo, tutto questo è stato possibile!
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