Compie 40 anni questo disco, un gioiello prezioso, di rara bellezza, dolce e struggente nella sua semplice ed infinita profondità.
Pink Moon è uno dei pochissimi dischi che mi hanno trafitto fin dal primo ascolto, il disco perfetto per ogni momento di riflessione, per prepararsi ad una scelta importante o per imparare ad accettarla.
Nick Drake è stato l'ennisimo grande artista vittima della propria debolezza, essenza però della sua sensibilità e del suo infinito estro musicale.
A leggere di lui, magari ascoltando questo disco, ci si trova davanti ad una persona immersa in una profonda solitudine, ma circondato dal calore della sua musica.
Nick Drake è morto all'età di 26 anni, nel 1974, mancando così anche l'ingresso nel celebre e macabro club del 27, ma Drake, a quanto pare, non era tipo da club.
Questo è stato l'ultimo lavoro che ha pubblicato prima di lasciare Londra, prima di tornare a casa dei suoi genitori, prima di abbandonarsi tra le braccia asfissianti della depressione.
La cosa straordinaria e che in questo disco, io, ci sento un sacco di speranza, soprattutto a livello musicale, quasi a compensarne i testi, come se avesse voluto donarla a tutti, disfacendosene per sempre, come se ne avesse raccolta quanta ne rimaneva in se stesso e l'avesse confezionata in un piccolo fagotto, fatto di una musica minimale ma non semplice, con melodie malinconiche ma non per forza tristi, sigillato con una copertina surreale, come parte delle sue parole.
E' bello pensare che dopo 40 anni, la magia di una canzone sopravviva alla fine di chi l'ha scritta, come se in fondo, nonostante tutto, nessuno possa andarsene davvero.
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