Qualche tempo fa mi imbattei in questa band durante una mini navigazione sulle tracce dell'Hang. Non essendo un grande appassionato di Jazz il mio ascolto fu piuttosto distratto e archiviai i Portico Quartet come "non fanno per me".
Poi una serie di coincidenze e qualche spinta esterna mi hanno portato a mettere questo disco sul lettore e a riascoltarlo più volte. Ora, il "non fanno per me" si è trasformati in "spesso e volentieri fanno proprio per me!".
I Portico Quartet sono un gruppo londinese, anche se il loro nome lo hanno preso dai portici di Padova dove si rifugiarono durante un'esibizione minacciata da un temporale.
Fanno jazz da molto tempo, sperimentando e affermandosi tra le migliori realtà del panorama underground inglese.
Questo disco, pur restando fedele al passato, è molto orecchiabile e armonioso, tanto da sconfinare spesso nella musica ambient e regalare alcuni scorci quasi pop.
Forti influenze elettroniche e un'ammiccamento al mondo del dubstep (per loro stessa ammissione) rendono ritmiche e dinamiche particolarmente frizzanti in alcuni frangenti, costituendo con il mimimalismo del sax e il continuo e ripetitivo loop dell'Hang un giusto ed elegante quilibrio.
Se volete sentire qualcosa che in molti definiscono l'evoluzione di un genere, spesso troppo chiuso su se stesso, con azzardate e azzeccate sperimentazioni, questo disco fa per voi! .. e per me!
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