giovedì 28 febbraio 2013

Tutto e il contrario di Tutto

I Maya non ne possono nulla, ma se ci avessero detto che il 2013 si apriva in questo modo, probabilmente, qualche mese fa, qualcuno li avrebbe tirati in ballo.
Certo tutto sarebbe dipeso da come ce le avrebbero raccontato, perché come capita spesso, le cose hanno più di una sfaccettatura e a seconda della prospettiva il panorama cambia parecchio. 
Trovarsi a marzo senza un governo stabile, senza il Papa, tempestati da meteoriti, minacciati dalla più grande crisi economico-finanziaria che l'occidente ricordi e con la carne di cavallo nei tortellini di manzo è davvero spaventoso.
Oppure no.
Sarà un sentore primaverile, ma a pensarci bene qualche lato positivo potrebbe anche esserci in tutto questo sfacelo.
Partiamo dai tortellini.
Sono nel settore e conosco i segreti di certi ambienti. Se si trova carne più costosa al prezzo di una più conveniente qualcosa che non torna c'è e se con ZERO vittime qualcuno capisse che valorizzare il commercio interno, la filosofia del Km 0 e la produzione locale, anziché agevolare lo scambio di risorse che potremmo tranquillamente produrre sulle nostre terre, senza importarle dall'altra parte del mondo sarebbe più sensato, meno costoso e più "eco-compatibile"!
Con la crisi ormai ci conviviamo e se per un attimo cerchiamo di mettere da parte i drammi causati dalla perdita del lavoro e delle speculazioni finanziarie, ci accorgiamo che molte brutte abitudini stanno cambiando anche grazia questo brutto periodo. Si spreca senza dubbio meno, si spende meno (purtroppo) ma con più criterio (menomale!). Si riscoprono vecchie parole come solidarietà, tenacia, riparazione e sacrificio offuscandone altre come indifferenza, apatia, sperpero e frivolezza.
Non parlo dei meteoriti, ne dei significati divini o alieni che vengono loro attribuiti, ma ricordarsi che certe cose possono accadere, magari ci aiuterà a prevenire o contenere gli effetti di eventuali altri fenomeni di questo genere.
Il Papa ci ha ricordato di essere umano, a capo di organizzazione che a quanto pare non ha nulla da invidiare a una qualsiasi altra organizzazione economico-politica, sia questa una nazione, un fondazione o una setta massonica. Certo non voglio fare paragoni, ma a giudicare da quanto si è letto sui giornali in queste settimane, in Vaticano si discute di tutto tranne che di fede (la storia si ripete in continuo...).
Forse c'è bisogno di questo scossone, casuale o pianificato che sia, per far spurgare un poco quella ferita infetta che la Chiesa non è mai riuscita a risanare del tutto, quel suo legame troppo stretto al "potere" che è l'esatto contrario dei valori che essa predica e dovrebbe perseguire. 
In tanti anni quanti hanno pagato in fede il prezzo del "Palazzo", da dover alimentare attraverso banche ed investimenti ma anche da dover difendere attraverso insabbiamenti e contraddizioni; e quanta poca attenzione è stata data ai grandi quesiti della vita che troppo spesso vengono liquidati con un saccente ricorso a tesi ormai troppo distanti dalla modernità e dalla realtà dei fatti.
Infine eccoci al dopo elezione: ingovernabilità.
Il mio primo pensiero è stato "e che differenza c'è dall'essere governati come negli ultimi anni, incapaci di una qualsiasi riforma, divorati da ogni tipo di scandalo e ruberia, bloccati da continui battibecchi che esulano dei bisogni reali del nostro Paese?".
Poi riflettendo un po' sulle cose si nota che non è vere che nulla è cambiato.
Si, il giaguaro non è stato smacchiato e lo smacchiatore ha non vinto, ma dopotutto cosa ci aspettavamo? Dopo tanti anni di promesse rieccoci a scegliere tra Berlusconi-Maroni e Bersani-Vendola, stessi programmi, stesse promesse stesso stile che però li vede sfiorare il 30% in coalizione, numeri da bocciatura insomma.
La novità è che tra il M5S e l'astensione quasi metà Paese ha dimostrato di essersi stufato (o comunque di voler reagire in qualche modo), ci si trova un parlamento che vede per il 60% facce nuove e qualche vecchia gloria della politica è stata dismessa! Sarà un piccolo passo o sarà l'ennesimo fallimento lo capiremo presto, ma in fondo credo o voglio credere che sia qualcosa!
Sono sicuro che in tutti i campi della vita, per rialzarsi tocca cadere, perché finché si barcolla e ci si trascina avanti, non si sente la necessità di una svolta.
Quindi bando alla tristezza, tanto vale sperarci su e sentirsi pronti a ripartire.


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