La denuncia che Franco Battiato fece al Parlamento Europeo (in toni piuttosto coloriti) suscitò sdegno e conseguenze politiche.
La frase «Ci sono tr**e in giro in Parlamento che farebbero di tutto, dovrebbero aprire un casino» costò al cantautore l'incarico politico da assessore Siciliano, oltre ad una sfilza di condanne e rimproveri da tutto il mondo politico (o quasi), in primis dalla neo presidente della camera Boldrini.
Di certo i toni erano fuori luogo probabilmente Battiato, eccellente nel campo musicale, ha dimostrato di non avere la stessa eleganza nella politica.
Seguirono giustificazioni, prese di posizione, citazioni e paragoni, che hanno portato lo stesso artista a districarsi tra sostenitori e detrattori, pronti a strumentalizzare la situazione per dimostrare tutto e il contrario di tutto.
Oggi quello che succede a Palermo e a Firenze ha il gusto di una rivincita per Battiato, anche se in fondo si tratta solo dell'ennesimo fallimento morale dei nostri amministratori.
In attesa dell'Era del Cinghiale Bianco, ci affidiamo alla speranza di una politica con una morale forte e di una società che si scandalizzi più per i fatti che per le parole.
Spazio aperto per tutti! Un luogo dove condividere notizie, consigli, recensioni, pensieri, progetti e musica! Il Concerto per un Amico attivo tutto l'anno! Vuoi diventare autore del blog? contattaci!
martedì 25 giugno 2013
giovedì 20 giugno 2013
Il tormentone
Arriava l'estate e arriva il tormentone musicale, accompagnato dai servizi "allarme caldo" dei TG, dal decadimento dei palinsesti TV e dalle tonnellate di gossip che riempono i giornali.
Certo le cose serie restano, ma a quanto pare la situazione Siriana, il perenne ritardo dei nostri governanti (che aspettano le ultime ore per scannarsi su IMU e IVA!) e altre decine di temi scottanti possono passare in secondo piano.
Fondamentali sono la crisi dei Grillini, la disputa Maroni-Bossi, la perenne rincorsa al vertice del PD o la smentita costante dell'utlima dichiarazione pseudoufficiale di Berlusconi.
La cronaca dilaga sulle pagine dei giornali spinta da una serie infinita di casi assurdi, di situazioni disperate o di gesti folli, enfatizzati, condannati ma soprattutto romanzati.
E' l'estate all'italiana, fa parte del nostro modo di essere e, volenti o nolenti, ci siamo tutti po' affezionati.
Il sole sembra dover portare via tutti i brutti pensieri, come fossero nuvole, illudendoci, almeno per un poco, che la pioggia possa non cadere per un po'.
Questo spirito l'ho trovato in quello che (credo!) diventerà il tormentone dell'estate 2013, cantato da LEVANTE, giovane cantautrice dal passato rock e dal presente roseo!
Gli ingredienti ci sono tutti, ukulele, ritmo, melodia agrodolce, un carattere solare e un magnifico ritornello che ripete: che vita di merda!
Buon'estate ITALIA!
Certo le cose serie restano, ma a quanto pare la situazione Siriana, il perenne ritardo dei nostri governanti (che aspettano le ultime ore per scannarsi su IMU e IVA!) e altre decine di temi scottanti possono passare in secondo piano.
Fondamentali sono la crisi dei Grillini, la disputa Maroni-Bossi, la perenne rincorsa al vertice del PD o la smentita costante dell'utlima dichiarazione pseudoufficiale di Berlusconi.
La cronaca dilaga sulle pagine dei giornali spinta da una serie infinita di casi assurdi, di situazioni disperate o di gesti folli, enfatizzati, condannati ma soprattutto romanzati.
E' l'estate all'italiana, fa parte del nostro modo di essere e, volenti o nolenti, ci siamo tutti po' affezionati.
Il sole sembra dover portare via tutti i brutti pensieri, come fossero nuvole, illudendoci, almeno per un poco, che la pioggia possa non cadere per un po'.
Questo spirito l'ho trovato in quello che (credo!) diventerà il tormentone dell'estate 2013, cantato da LEVANTE, giovane cantautrice dal passato rock e dal presente roseo!
Gli ingredienti ci sono tutti, ukulele, ritmo, melodia agrodolce, un carattere solare e un magnifico ritornello che ripete: che vita di merda!
Buon'estate ITALIA!
lunedì 17 giugno 2013
D'yer Mak'er
D'yer Mak'er è una canzone speciale per molti motivi.
Innanzitutto si tratta di un pezzo dei LED ZEPPELIN, pubblicato nel 1973 all'interno del loro quinto album: Houses of the Holy. E' una canzone reggae, piuttosto solare (anche se si tratta di una supplica d'amore) e porta la firma di tutti e quattro i membri della storica band, cosa non proprio scontata!
Houses of the Holy rimane un disco discusso, per alcuni il tentativo di svolta di una formazione che aveva cambiato il mondo del rock, per altri un cedimento alle lusinghe del mondo musicale di quegli anni, per altri ancora un esempio dello straordinario carattere musicale e sperimentale dei Led Zeppelin.
Per loro quelli erano gli anni di maggior splendore, gli ultimi primi delle tragedie che si susseguirono dal 1976, di certo la loro carica musicale era alle stelle e non mancava l'entusiasmo.
Ho riscoperto questa canzone dopo quasi una decina d'anni (ahimè!) dall'ultima volta che questo disco è finito nel mio lettore e l'ho riscoperto grazie ai PUDDLE OF MUD.
L'ultimo disco da loro pubblicato si chiama Re:(disc)overed (2011) e si tratta di una raccolta di cover piuttosto fedeli ai brani originali, molto care alla band di Kansas City.
Il disco è stato piuttosto snobbato dalla critica, ma questo non mi ha scoraggiato all'ascolto, anzi mi ha incuriosito, soprattutto per i titoli che comparivano nella tracklist.
Tra gli altri è emersa questa versione di D'yer Mak'er, rinverdita nei suoni e sempre meravigliosa!
Innanzitutto si tratta di un pezzo dei LED ZEPPELIN, pubblicato nel 1973 all'interno del loro quinto album: Houses of the Holy. E' una canzone reggae, piuttosto solare (anche se si tratta di una supplica d'amore) e porta la firma di tutti e quattro i membri della storica band, cosa non proprio scontata!
Houses of the Holy rimane un disco discusso, per alcuni il tentativo di svolta di una formazione che aveva cambiato il mondo del rock, per altri un cedimento alle lusinghe del mondo musicale di quegli anni, per altri ancora un esempio dello straordinario carattere musicale e sperimentale dei Led Zeppelin.
Per loro quelli erano gli anni di maggior splendore, gli ultimi primi delle tragedie che si susseguirono dal 1976, di certo la loro carica musicale era alle stelle e non mancava l'entusiasmo.
Ho riscoperto questa canzone dopo quasi una decina d'anni (ahimè!) dall'ultima volta che questo disco è finito nel mio lettore e l'ho riscoperto grazie ai PUDDLE OF MUD.
L'ultimo disco da loro pubblicato si chiama Re:(disc)overed (2011) e si tratta di una raccolta di cover piuttosto fedeli ai brani originali, molto care alla band di Kansas City.
Il disco è stato piuttosto snobbato dalla critica, ma questo non mi ha scoraggiato all'ascolto, anzi mi ha incuriosito, soprattutto per i titoli che comparivano nella tracklist.
Tra gli altri è emersa questa versione di D'yer Mak'er, rinverdita nei suoni e sempre meravigliosa!
venerdì 14 giugno 2013
lunedì 10 giugno 2013
Finesettimana da divorare!
Sarà un fine settimana all'insegna del cibo e della beneficenza: due serate da non perdere e a prezzi ottimi!
Si comincia Venerdì 14, presso gli Impianti sportivi di Farigliano, con una PAELLA di carne e pesce (o solo carne) a soli 10 euro (e poi si balla!).
La cena realizzata da S.U.V. Farigliano è supportata dai commercianti del paese, alcuni dei quali si adopereranno al servizio dei partecipanti!
Il ricavato verrà destinato in parte ai progetti messi in campo dai negozianti Fariglianesi, che lo scorso Natale hanno offerto il servizio fotografico per bambini con Babbo Natale e hanno acquistato alcuni addobbi per abbellire il paese.
Il Sabato sera invece (15 giugno), saranno gli ALPINI del gruppo Fariglianese a richiamarci sotto il CIUCHE', per una deliziosa cena servita dai ragazzi e dagli animatori del CAMPEGGIO.
Anche in questo caso ci sarà da ballare e soprattutto da fare del bene visto che tutto il ricavato utile sarà destinato in beneficenza.
Naturalmente per entrambe le occasioni c'è bisogno di un'iscrizione quindi non perdete tempo, le indicazioni le trovate sulle locandine o potete contattarci per i dettagli.
In un periodo cupo che ha visto molte belle realtà solidali spegnersi o ridimensionarsi, supportare queste manifestazioni è più importante che mai, mi auguro di trovarvi tutti ad entrambe le serate!
venerdì 7 giugno 2013
Libertà di non farsi del male
Le Iene sono nuovamente in prima fila per una battaglia sociale che fa discutere.
Hanno realizzato, con il contributo di alcuni dei più popolari sindaci di alcune grandi città Italiane, questo spot contro le Slot Machine, mettendolo a disposizione di chiunque voglia schierarsi a favore di questa campagna.
Immancabilmente sono arrivate le polemiche, nei confronti dello stato e del suo atteggiamento ambiguo che contemporaneamente condanna e promuove il gioco d'azzardo.
Polemica verso i sindaci che sono tutti rappresentanti di partiti molto distratti sull'argomento.
Polemiche anche verso la stessa campagna, che va a minare un'importante entrata per le casse statali, tributo versato da chi, dopotutto, sceglie liberamente di parteciparvi.
Proprio su questo ultimo punto nasce una profonda riflessione che meriterebbe di essere discussa.
Personalmente trovo sbagliato che lo stato debba interferire con le scelte delle persone e del mercato, ma riconosco il DOVERE di intervenire dove ci sia uno sfruttamento o un rischio per la società, costituito non solo da chi si rovina, ma anche da chi alla fine ne paga le conseguenze (furti, rapine, debiti e violenza...).
Il gioco d'azzardo, come altri sfere commerciali delicate, necessita di regolamentazioni precise per due motivi fondamentali: il controllo di chi li tratta e la tutela di chi ne usufruisce.
Basterebbe guardare a temi come la prostituzione e le droghe o tutti quei settori che in un modo o nell'altro finiscono per ingrassare le casse della criminalità a causa spesso di una cattiva gestione, o peggio ancora di un'indifferenza perbenista ed ipocrita, che tampona l'effetto non curandosi della causa.
Il gioco d'azzardo può essere una patologia, è appurato, ma resta comunque un diritto di tutti e va garantito se vogliamo vivere in un Paese libero e democratico.
Trovo anche giusto che lo stato guadagni sul gioco, dopotutto con l'iva lo fa su ogni nostra spesa e su ogni genere, anche di prima necessità.
La campagna delle Iene non chiede l'abolizione del gioco d'azzardo, bensì una buona gestione di essa, affidata a chi tra le autorità ha la miglior percezione del territorio: i sindaci.
Le città hanno una struttura precisa, definita negli anni, che rispettano regole comuni e necessarie per una serena convivenza.
L'abolizione delle licenze, oltre aver sterminato il commercio al dettaglio favorendo centri commerciali e le grandi catene commerciali, poteva essere un ottimo incentivo per far crescere il mercato, ma fatto nel modo in cui è stato fatto, senza alcun criterio e senza alcuna tutela per chi ne è stato travolto, ha causato più danni di quanti ne abbia risolti. In ultimo questo, che ha portato le famigerate Slot in ogni tipologia di attività senza alcuna regola e soprattutto senza alcun dosaggio.
Di certo non si può pretendere che un commerciante, magari provato dal calo dei propri affari, che si ritrova in un mercato in cui la concorrenza e tutto fuorché equilibrata, rinunci ad un introito che spesso permette di pagare un dipendente o far fronte alle troppe spese di ogni giorno.
E nemmeno si può evitare, a chi lo desideri, di giocarsi il resto di un caffè investendolo in una (improbabile) sfida alla fortuna, sia essa una Slot, un gratta e vinci, una schedina del lotto ecc...
Si potrebbe però evitare di far si che il fenomeno dilaghi in OGNI tipo di ambiente, spesso finendo proprio nei luoghi frequentati dai più deboli e dai più disperati.
Si potrebbe dare un limite ai giochi o, come per i Casinò, far si che si rispettino disciplinari ferrei che tutelino sia chi offre il gioco, sia chi vi partecipa.
La tecnologia e gli strumenti ci sono tutti e le proposte di legge sonnecchiano nei cassetti ben difesi da lobby ed interessi... e quindi?
Quindi non ci resta che cambiare mentalità e diventare un po' meno ipocriti, iniziando a chiedere con forza che questi argomenti vengano trattati con serietà ed il dovuto tatto. Abbiamo tutti dei doveri da rispettare ma abbiamo anche dei diritti e tra questi, il diritto a non farsi del male.
Hanno realizzato, con il contributo di alcuni dei più popolari sindaci di alcune grandi città Italiane, questo spot contro le Slot Machine, mettendolo a disposizione di chiunque voglia schierarsi a favore di questa campagna.
Immancabilmente sono arrivate le polemiche, nei confronti dello stato e del suo atteggiamento ambiguo che contemporaneamente condanna e promuove il gioco d'azzardo.
Polemica verso i sindaci che sono tutti rappresentanti di partiti molto distratti sull'argomento.
Polemiche anche verso la stessa campagna, che va a minare un'importante entrata per le casse statali, tributo versato da chi, dopotutto, sceglie liberamente di parteciparvi.
Proprio su questo ultimo punto nasce una profonda riflessione che meriterebbe di essere discussa.
Personalmente trovo sbagliato che lo stato debba interferire con le scelte delle persone e del mercato, ma riconosco il DOVERE di intervenire dove ci sia uno sfruttamento o un rischio per la società, costituito non solo da chi si rovina, ma anche da chi alla fine ne paga le conseguenze (furti, rapine, debiti e violenza...).
Il gioco d'azzardo, come altri sfere commerciali delicate, necessita di regolamentazioni precise per due motivi fondamentali: il controllo di chi li tratta e la tutela di chi ne usufruisce.
Basterebbe guardare a temi come la prostituzione e le droghe o tutti quei settori che in un modo o nell'altro finiscono per ingrassare le casse della criminalità a causa spesso di una cattiva gestione, o peggio ancora di un'indifferenza perbenista ed ipocrita, che tampona l'effetto non curandosi della causa.
Il gioco d'azzardo può essere una patologia, è appurato, ma resta comunque un diritto di tutti e va garantito se vogliamo vivere in un Paese libero e democratico.
Trovo anche giusto che lo stato guadagni sul gioco, dopotutto con l'iva lo fa su ogni nostra spesa e su ogni genere, anche di prima necessità.
La campagna delle Iene non chiede l'abolizione del gioco d'azzardo, bensì una buona gestione di essa, affidata a chi tra le autorità ha la miglior percezione del territorio: i sindaci.
Le città hanno una struttura precisa, definita negli anni, che rispettano regole comuni e necessarie per una serena convivenza.
L'abolizione delle licenze, oltre aver sterminato il commercio al dettaglio favorendo centri commerciali e le grandi catene commerciali, poteva essere un ottimo incentivo per far crescere il mercato, ma fatto nel modo in cui è stato fatto, senza alcun criterio e senza alcuna tutela per chi ne è stato travolto, ha causato più danni di quanti ne abbia risolti. In ultimo questo, che ha portato le famigerate Slot in ogni tipologia di attività senza alcuna regola e soprattutto senza alcun dosaggio.
Di certo non si può pretendere che un commerciante, magari provato dal calo dei propri affari, che si ritrova in un mercato in cui la concorrenza e tutto fuorché equilibrata, rinunci ad un introito che spesso permette di pagare un dipendente o far fronte alle troppe spese di ogni giorno.
E nemmeno si può evitare, a chi lo desideri, di giocarsi il resto di un caffè investendolo in una (improbabile) sfida alla fortuna, sia essa una Slot, un gratta e vinci, una schedina del lotto ecc...
Si potrebbe però evitare di far si che il fenomeno dilaghi in OGNI tipo di ambiente, spesso finendo proprio nei luoghi frequentati dai più deboli e dai più disperati.
Si potrebbe dare un limite ai giochi o, come per i Casinò, far si che si rispettino disciplinari ferrei che tutelino sia chi offre il gioco, sia chi vi partecipa.
La tecnologia e gli strumenti ci sono tutti e le proposte di legge sonnecchiano nei cassetti ben difesi da lobby ed interessi... e quindi?
Quindi non ci resta che cambiare mentalità e diventare un po' meno ipocriti, iniziando a chiedere con forza che questi argomenti vengano trattati con serietà ed il dovuto tatto. Abbiamo tutti dei doveri da rispettare ma abbiamo anche dei diritti e tra questi, il diritto a non farsi del male.
martedì 4 giugno 2013
Motorhead
E' possibile parlare di Motorhead senza citare i Motorhead? Quasi!
In questi giorni infatti sono usciti due singoli piuttosto particolari o quantomeno per nulla scontati.
Partirei da We Are Motorhead che un legame con la band britannica ce l'ha davvero, essendo una loro canzone, tratta dal disco omonimo e scritta per celebrare i 25 anni di carriera.
Gli IF I DIE TODAY ne hanno realizzato e pubblicato una cover, ben riuscita e fedele al testo (cit 'We are Motörhead... and we're gonna kick your ass!' ).
Lo stile HardCore tutto potenza e compressione degli IIDT si sposa bene con l'Hard Rock essenziale di Lemmy e soci, regalando una sonorità più moderna e per certi versi ancora più aggressiva ad un brano che ha esattamente questo obiettivo.
Quasi contemporaneamente esce Motorhead, il nuovo singolo degli UNWELCOME e queste non è solo una semplice sorpresa.
Dopo circa 10 anni ritorna una band storica, formatasi nel 1995 e capace di tracciare un profondo percorso che negli anni successivi ha ispirato e trascinato un'importante scena musicale.
Ci avevano lasciati con il loro progetto più ambizioso: INDEPENDENT WORM SONGS e oggi ritornano con un singolo che non tradisce la loro storia.
Motorhead è la conferma di un carattere mai perso, anche se oggi sembra quasi un alieno in un mondo in cui le registrazioni digitali hanno standardizzato i suoni e la libera-globalizzazione-musicale made Internet ha omologato generi e produzioni.
Gli Unwelcome ricompaiono su Facebook ma per il resto si tengono stretto quel carattere sanguigno e un po' grezzo che continua ad affascinarmi e convincermi.
Non ci sono compromessi in questo nuovo singolo, diretto, potente, naturale nei suoni e acido nello spirito, insomma: beunwelcomeordie!
Sono molto felice di questo ritorno e mi fa piacere ritrovarmi immerso in un'atmosfera che riconosco e che dopo dieci anni ritrovo piacevolmente intatta nella sua originalità.
L'appuntamento è con loro anche sul palco, data già fissata il 21 agosto al Nuvolari di Cuneo.
In questi giorni infatti sono usciti due singoli piuttosto particolari o quantomeno per nulla scontati.
Partirei da We Are Motorhead che un legame con la band britannica ce l'ha davvero, essendo una loro canzone, tratta dal disco omonimo e scritta per celebrare i 25 anni di carriera.
Gli IF I DIE TODAY ne hanno realizzato e pubblicato una cover, ben riuscita e fedele al testo (cit 'We are Motörhead... and we're gonna kick your ass!' ).
Lo stile HardCore tutto potenza e compressione degli IIDT si sposa bene con l'Hard Rock essenziale di Lemmy e soci, regalando una sonorità più moderna e per certi versi ancora più aggressiva ad un brano che ha esattamente questo obiettivo.
Quasi contemporaneamente esce Motorhead, il nuovo singolo degli UNWELCOME e queste non è solo una semplice sorpresa.
Dopo circa 10 anni ritorna una band storica, formatasi nel 1995 e capace di tracciare un profondo percorso che negli anni successivi ha ispirato e trascinato un'importante scena musicale.
Ci avevano lasciati con il loro progetto più ambizioso: INDEPENDENT WORM SONGS e oggi ritornano con un singolo che non tradisce la loro storia.
Motorhead è la conferma di un carattere mai perso, anche se oggi sembra quasi un alieno in un mondo in cui le registrazioni digitali hanno standardizzato i suoni e la libera-globalizzazione-musicale made Internet ha omologato generi e produzioni.
Gli Unwelcome ricompaiono su Facebook ma per il resto si tengono stretto quel carattere sanguigno e un po' grezzo che continua ad affascinarmi e convincermi.
Non ci sono compromessi in questo nuovo singolo, diretto, potente, naturale nei suoni e acido nello spirito, insomma: beunwelcomeordie!
Sono molto felice di questo ritorno e mi fa piacere ritrovarmi immerso in un'atmosfera che riconosco e che dopo dieci anni ritrovo piacevolmente intatta nella sua originalità.
L'appuntamento è con loro anche sul palco, data già fissata il 21 agosto al Nuvolari di Cuneo.
sabato 1 giugno 2013
SAMPEYREROCKFEST
Sabato 8 Giugno l'appuntamento è a Sampeyre per la prima edizione del RockFest! Tra gli organizzatori spunta Gian Luca, già presidente del Concerto per un Amico, quale occasione migliore per ritrovarci tutti sotto il palco!
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