venerdì 27 giugno 2014

Miti e musica

Mi mancavano, insomma, non potevo certo rischiare di non vedere gli Aerosmith dal vivo, a loro devo in pratica 1/4 del mio praticantato dietro le pelli, Big Ones è rimasto nel mio mangiacassette più tempo di quanto ne abbia passato nella custodia e buona parte del loro repertorio è entrato di diritto nel mio dna musicale.
Se poi in scaletta ci si aggiungono sia gli Alter Bridge che gli Extreme: tutto diventa un obbligo.
Per chi ha amato il rock dei capelloni, quello dei chitarristi mitologici, degli eccessi sul palco e non solo sui giornali, dei tanti personaggi dal talento smisurato che sapevano dimostrarlo, questa di Milano, è stata certamente un'occasione da non perdere.
Veder suonare Nuno Bettencourt è un'esperienza mistica, vederlo con gli Extreme è un'esperienza di vita che passa dalla contemplazione all'adorazione.
Il livello di tecnica espresso su quel palco ha di fatto azzerato quella sensazione di stantio legato ad un genere fin troppo legato agli anni che ha dominato. Inutile poi descrivere il momento "More than words" ...  mai titolo fu più identificativo!
Agli Alter Bridge è stato affidato il ruolo di spartiacque tra due mostri sacri, con lo scopo di portare una ventata di modernità attraverso un certo spessore qualitativo, compito seriamente compromesso da un pessimo lavoro da parte dei fonici, che per metà esibizione hanno continuato a correggere un errore con un'altro.
Dopo aver atteso la calata delle tenebre per permettere agli impianti video e luci di rendere al massimo (non saprei spiegarmi altrimenti un'attesa così estenuante..) ecco illuminarsi il palco, pronto per essere dominato da questo pezzo di storia musicale: Aerosmith.
Tra luci e colori ecco Joe Perry sfoderare la chitarra e un baffuto Steven Tyler iniziare a divorare microfono, palco scenico e pubblico.
Tutto in questa esibizione è il frutto di una carriera spettacolare, fatta di eccessi, stile, professionalità e talento a badilate, tanto da gestire gli anni che quasi non si sentono nelle cavalcate dei musicisti, nelle corde di Tyler e soprattutto negli occhi di un pubblico mai così variopinto.
Se Joe Perry continua instancabile a vestire i panni della Rock Star senza fronzoli, Tyler stupisce per simpatia e brillantezza, spavaldo nelle movenze e generoso con il pubblico, il tutto farcito da tutto quel mestiere che gli permette di reggere due ore di canzoni che comprometterebbero la voce di un ventenne!
Così tra cantate memorabili, schitarrate che hanno fatto la storia, entusiasmo e ottima musica, si attraversano oltre 40 anni di storia, con canzoni capaci di commuoverti alle prime battute e siparietti divertenti come il video di Joe Perry in giro per Milano.
Quando si spengono i riflettori, dopo aver salutato con il più classico e rispettoso inchino al pubblico, tra l'ammirazione generale per questa lezione di Rock'n'Roll, si torna a casa con il pieno di emozioni e la consapevolezza che alla fine delle fiera, se uno diventa un mito è solo perché se lo merita!

lunedì 23 giugno 2014

Mini Kiev

Della capitale Ucraina ultimamente si è parecchio parlato a causa delle manifestazioni generate dalla delicata questione con la Russia.
Questo non rende giustizia al fascino di una città antica e ricca di colori, costantemente in balia di fermenti sociali che ne hanno fatto negli anni la ricchezza e la disgrazia.
Le culture che la abitano e le tempeste politiche che l'attraversano sono figlie di una posizione strategica di cui ha goduto fin dalla sua nascita.
Ho molto apprezzato questo video su Kiev, realizzato da Efim Graboy e Daria Turetski, per celebrare i colori della primavera nella città, evento talmente sentito da vedersi intitolate un festival nell'ultimo week end di maggio.
Il video è realizzato attraverso una lunga serie di scatti, usando una tecnica chiamata Tilt Shift.
Si tratta di modificare le fotografie (possibilmente rappresentanti ampi spazi ripresi dall'alto) e sfumarne la base e la parte superiore, lasciando così a fuoco la parte centrale, accentuandone il contrasto per ottenere una nitidezza dei colori molto decisa.
In questo video il frenetico movimento delle persone e dei veicoli acquista una diversa prospettiva, quasi minimale nei confronti della città, che sembra cosi' immune da chi la abita e da ciò che la percorre.
La canzone che accompagna le immagini è May Flowers di Adam e Jez Burns.


MiniLook Kiev from Okapi on Vimeo.

venerdì 20 giugno 2014

Bankrobber

Scritta nel 1980 venne ufficialmente pubblicata nel 1993, all'interno della raccolta Super Black Market Clash.
Durante le riprese del video, vennero impiegati due dei loro roadies come attori, Baker e Johnny Green.
Le riprese furono realizzate nel borgo Londinese di Lewisham, dove i due improvvisati rapinatori, con il volto coperto da una bandana dovevano inscenare una rapina.
La cosa sembrò piuttosto realistica, tanto da indurre la polizia a fermare i due ragazzi dello staff per un controllo!


lunedì 16 giugno 2014

Europa

Anche se piuttosto approssimativo questo video rende l'idea di quanto negli anni siano cambiati gli assetti europei.
L'ultima tornata elettorale arriva in un momento critico della politica comunitaria, incapace di reagire con la giusta forza ad una crisi che corrode le già fragili fondamenta su cui si posa il progetto UE.
Così il malcontento del popolo sfocia nell'euroscetticismo, gli stati si scontrano su temi che prima potevano essere aggirati ed emergono gli effetti causati da decisioni troppo premature e mal ponderate.
A guardare la storia però pare chiara una cosa: se ad ogni cambiamento corrisponde una guerra, da qualche anno godiamo di una stabilità invidiabile dai nostri avi.
Le tensioni resistono tutt'ora, ma i fuochi che sporadicamente infiammano alcune zone del vecchio continente, difficilmente riescono a scatenare incendi e di questo, alla UE, va riconosciuta un certo merito.
Come in tutte le cose, la mia visione mi impone un certo rifiuto al disfattismo, quantomeno per non arrendersi al pensiero che se una cosa non la si riesce a gestire correttamente va abbandonata.
Guardando scorrere le immagini di questo video penso a quante persone hanno dato la vita per difendere una terra che magari non sentivano nemmeno propria, a quanti innocenti sono stati travolti da battaglie di cui nemmeno conoscevano lo scopo.
L'augurio è che la crisi restituisca a tutti il giusto equilibrio per poter giudicare l'importanza dell' Europa Unita, e che lo scetticismo sacrosanto che scuote oggi tutti i suoi membri, dia l'impulso necessario a superare gli egoismi nazionali (economici), nel rispetto delle personalità (culturali) che vanno tutelate e protette.

mercoledì 11 giugno 2014

Corpi d'arte

Il Body Painting è una delle forme d'arte più antiche e trasversali che l'umanità abbia sviluppato. Si tratta in sostanza della colorazione di alcune parti o di tutto il corpo, attraverso l'utilizzo di sostanze e tecniche differenti.
Emma Hack è un'artista Australiana, famosa per le sue opere che spesso fondono questa tecnica con la pittura di sfondi. Le sue fotografie sono diventate molto famose e nel 2012 ha realizzato il videoclip per la canzone Somebody That I Used To Know di Gotye.
Poco tempo fa un'altra opera della Hack ha riscosso un grande successo: Body Crash.
Si tratta di un assemblato di 17 tra uomini e donne, che sapientemente mescolati e dipinti si sono trasformati in un'auto incidentata. Questo progetto è stato utilizzato in una campagna per la sensibilizzazione alla guida prudente.
Sito ufficiale: http://www.emmahackartist.com.au/


sabato 7 giugno 2014

GHOSTBUSTERS!

Ricorre in queste settimane l'anniversario (30 anni!!) di Ghostbusters, il film che credo aver visto più volte in assoluto.
Ora, seppur discutibili, i miei gusti cinematografici pre e adolescenziali, si erano allineati in pieno con quelli di molti altri, visto che questo film resta uno dei successi maggiori che il botteghino americano ricordi.
Precursore in molti settori, dagli effetti speciali alla commedia horror, gode tuttora di numerosi fan tanto da ritagliarsi una dignitosissima 28a posizione nella classifica AFI's 100 Years... 100 Laughs, dedicato alle migliori commedie americane di tutti i tempi!
Assieme al film spopolò la colonna sonora, firmata da Ray Parker Jr., divenuta un tormentone internazionale.
Certo a vederlo (e sentirlo!) oggi porta tutto il peso degli anni 80, che ancorano questo film, ad un epoca apprezzata quasi esclusivamente da chi l'ha vissuta e che oggi risulta polverosa più di molte decadi che la precedono.
Moda, suoni e ironia si sono molto evoluti, ma il fascino di Ghostbusters per me rimane invariato e quando compare all'improvviso nelle programmazioni TV, nelle sue vesti vecchie di 30 anni, in contrasto con la modernità che lo circonda, riesce sempre e comunque a stregarmi!


martedì 3 giugno 2014

KORN – The Paradigm Shift (2013)

Ascoltare un nuovo disco dei Korn, per me, è come rincontrare un vecchio amico, dopo un primo imbarazzo dovuto alla lontananza, si ritrova subito lo spirito che ci univa.
Mai come questa volta il ritrovarsi è stato piacevole, non solo per la  formazione quasi originale dopo il reintegro di Head, ma anche perchè la lontananza è durata parecchi anni...
In realtà non li ho mai abbandonati ma la dipendenza che i primi due dischi mi avevano causato era diventata una voglia con i successivi quattro e una semplice curiosità negli ultimi.
Lo stile che mi aveva stravolto la vita (musicale), strappandomi dal metal classico e influenzando per sempre il mio modo di suonare, dariva dal loro primo album omonimo del 1994, ariete che mi spalancò le porte delle contaminazioni musicali.
Oggi ascoltando The Paradigm Shift non risento quel trasporto ma un certo appetito torna a far capolino proprio in un settore che stavo trascurando.
Il merito credo sia dell'energia scaturita dal ritorno di Head e dai soliti demoni che a tratti tornano ad affollare lo spirito inquieto di Davis, due ingredienti che ne la rivoluzione dubstep, ne il talento smisurato di Ray Luzier avevano saputo rimpiazzare.
Certo manca quell'innovazione che ti aspetteresti da un undicesimo album presentato come rivoluzionario e personalmente sento tantissimo la mancanza di Siveria e del suo groove funky, ma questo disco mantiene la promessa di un ritorno al passato, troppo spesso sbandierato e mai celebrato a questi livelli.
In ordine cronologico potrebbe tranquillamente essere il successore di Take a Look in the Mirror, forese più imparentato con Untouchables, ma non sfigurerebbe nemmeno di fronte a Follow the Leader.
Insomma, i Korn sono tornati e questa volta per davvero, non si tratta di una semplice telefonata di cortesia, questa volta l'incontro è fisico, tra pacce sulle spalle e cazzotti in faccia!