lunedì 4 agosto 2014

Riforme

Qualche tempo fa, tra le lacrime, il governo Monti riformava il sistema pensionistico e aumentava le tasse per l'impossibilità di ridurre la spesa, appoggiato da un parlamento che nascondendosi dietro le vesti dei tecnici salvaguardava i propri interessi e quelli di chi temevano bruschi cambiamenti.
Con la caduta del governo tecnico, come sciacalli, tutti i partiti si sono cibati della carcassa decaduta, prendendo le distanze da quelle azioni impopolari e sfoggiando volti nuovi per le elezioni imminenti nel tentativo di non sparire nel il disgusto dilagante. 
Il nuovo parlamento, paralizzato dagli effetti di un'assurda legge elettorale, partoriva la rielezione di Napolitano che, sostenuto da gran parte di esso, manda avanti l'impavido Letta, idoneo a mantenere inalterati gli equilibri, mentre la gente digeriva i bocconi amari e tornava ad affamarsi di speranze.
Con drastico tempismo e una punta di spregiudicatezza è poi arrivato Renzi, forte della speranza che il suo nome suscitava, ma non abbastanza sicuro di poter sconfiggere un M5S, che alla speranza aggiungeva anche una buona dose di vendetta. Con l'appoggio del Presidente, Renzi evitava l'elettorato e mandava a casa Letta che finiva la sua funzione di fermacarte, lasciando il governo alla "svolta Renziana".
Riforme diventava la parola d'ordine, ma se all'inizio era piuttosto sbiadita a causa delle difficili condizioni di un PD spaccato, oggi è tornata ad illuminarsi dopo il plebiscito per le europee.
La storia prosegue, ma dopo quella delle pensioni firmata Fornero, alla parola Riforma non è rimasto che lampeggiare sull'insegna dei buoni propositi che accompagna ogni ministro dell'attuale esecutivo.
Con buona pace per temi minori come lavoro, economia, spesa pubblica, sanità, scuola e i piccoli screzi internazionali che causano immigrati e distruzione, l'unica riforma che può essere discussa sembra quella costituzionale, approdata al voto dopo la sospensione di quella elettorale, abbandonata per manifesta incapacità di raggiungere un'obiettivo.
Ora il tutto si ferma nuovamente, tra chi vuole portarla a casa ad ogni costo e chi vuole impedirla gridando al golpe... Ma è mai possibile che in Italia non si possa MAI cambiare nulla? E' possibile che la spunti sempre quello che grida più forte e che i compromessi siano sempre talmente invalidanti da rendere i cambiamenti nulli?
Intendiamoci, per me la riforma del Senato è inutile, se vogliono abolirlo va chiuso e basta, pochi ca**i, ma se ci riduciamo così per la gestione di una Camera il cui potere non si sa bene quale sarà, cosa succederà per temi ben più scottanti? forse NIETE? come al solito!
Il tutto naturalmente al di fuori delle Tasse, quelle si aumentano a colpi di maggioranza, riforme e decreti, con buona pace di un popolo che si appassiona a tagliole, canguri e ghigliottine!
Incomincio a pensare che tutto faccia parte di un sistema ben rodato in cui tutti si decide di non decidere e il non decidere piace a tutti.
Magari è la classica idea populista ma mi sono un po' rotto e se non vedrò cambiamenti dovrò iniziare a mettere seriamente in discussione i principi della democrazia!
Come me, purtroppo, potrebbero farlo in molti, preparando così il paese per il primo tiranno disposto a mangiarselo, con la speranza, piuttosto amara, che faccia un buon lavoro o comunque, per una volta, che qualcosa almeno si faccia!

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