Dietro gli album dei grandi artisti si annidano spesso storie di poesia e misticismo, l'ispirazione che si fonde alle migliori produzioni, il genio espresso in frequenze intrappolato nei microfoni di studi leggendari, le parole dei testi che sposano la musica rivelando nuovi significati.
Se poi si tratta di artisti sfuggevoli, icone musicali o figure emblematiche di generi oscuri e graffianti tutto diventa ancor più affascinante, tanto da far scalpore anche quando non si pubblica nulla, dando vita a qualsiasi ipotesi per giustificare un silenzio difficile da spiegare.
Per i Tool stà accadendo questo, 8 anni di annunci e smentite, 8 anni di silenzi e una band innovativa che sedimenta sui suoi capolavori cristallizando nel mito che generalmente spetta a chi se ne va.
Finalmente giunge una spiegazione e ... alla faccia della poesia...
non si è prosciugata l'ispirazione, non sono vittime di qualche maledizione e non sono stati sopraffatti da problemi personali: si tratta di una banale e concretissima causa legale.
Fine della poesie e bentornati nel mondo dove una disputa e un'assicurazione riescono a spegnere una macchina da guerra che fino al 2006 stava travolgendo il mondo del metal.
Per saperne di più: rockol.it
Nessun commento:
Posta un commento