Basterebbe poco a cambiare le cose, per esempio basterebbe poco per individuare le responsabilità e per trarne le conclusioni.
Ennesima inchiesta che travolge il calcio, questa volta a livello mondiale, al vertice del quale regna da decenni un uomo: Blatter.
Se la situazione è questa, dalle classi amatoriali fino alle nazionali, è evidente una certa miopia ai "piani alti". Se la mia azienda è allo sbando, nonostante un prodotto che si vende, la responsabilità deve essere cercata altrove ...
Non si sa se Blatter sia colpevole di qualche reato, ma di certo in tutti questi anni non poteva non accorgersene o non ha fatto abbastanza per contrastare, insomma, è palese che nel ruolo che ricopre si è dimostrato inadatto... Basta poco, va sostituito.
Se abbiamo una commissione antimafia che dovrebbe muoversi sfruttando i poteri che il parlamento le ha affidato, ci si aspetta che faccia il suo lavoro.
Se a capo di questa commissione si sceglie una politica di lunghissima data, come Rosi Bindi, di certo non una sprovveduta e nemmeno una dilettante, ci si aspetta una competenza e non si riesce a tollerare che le indagini sugli impresentabili dia risultati parziali il giorno prima delle elezioni... Basta poco, va sostituita... punto!
Spazio aperto per tutti! Un luogo dove condividere notizie, consigli, recensioni, pensieri, progetti e musica! Il Concerto per un Amico attivo tutto l'anno! Vuoi diventare autore del blog? contattaci!
sabato 30 maggio 2015
giovedì 28 maggio 2015
Ruby, Arizona
Il tempo aggiusta le cose.
Così, col tempo, anche la natura si riprende gli spazi concessi all'uomo anni prima, in un mondo diverso, scomparso, le cui testimonianze restano sparpagliate sotto il sole che brucia i colori, fondendo ciò che era con ciò che non c'è più.
Ruby era una cittadina mineraria dell'Arizona, abbandonata a se stessa, scampata ai vandalismi grazia alla sua lontananza da tutto e da tutti. Il cine operatore Tom Guilmette l'ha scovata e ne ha dato un ritratto inquietante, mostrandoci gli epiloghi di storie che non conosceremo mai, tralasciando il desolante senso di oblio che lo stesso video senza audio regala.
Ghost Town Ruby Arizona - Letus Extreme Film from Tom Guilmette on Vimeo.
Così, col tempo, anche la natura si riprende gli spazi concessi all'uomo anni prima, in un mondo diverso, scomparso, le cui testimonianze restano sparpagliate sotto il sole che brucia i colori, fondendo ciò che era con ciò che non c'è più.
Ruby era una cittadina mineraria dell'Arizona, abbandonata a se stessa, scampata ai vandalismi grazia alla sua lontananza da tutto e da tutti. Il cine operatore Tom Guilmette l'ha scovata e ne ha dato un ritratto inquietante, mostrandoci gli epiloghi di storie che non conosceremo mai, tralasciando il desolante senso di oblio che lo stesso video senza audio regala.
Ghost Town Ruby Arizona - Letus Extreme Film from Tom Guilmette on Vimeo.
sabato 23 maggio 2015
Baby Metal
Lo ammetto, quando Ico mi ha mostrato questo video sono rimasto tra il perplesso e l'inquieto..
In effetti esiste un canale YouTube che raccoglie le reazioni degli utenti a questo clip, quindi, alla fine, non sono stato l'unico a storcere il naso, poi a sorridere e alla fine a divertirsi...
Sono il fenomeno musicale mondiale più inaspettato dell'anno passato, studiato a tavolino e piazzato in un mercato piuttosto difficile che ha saputo conquistare trasversalmente.
Certo fanno un certo effetto, in primo luogo perchè metal e bambine di solito si ritrovano sollo sulle copertine splatter/fantasy di alcune band black metal, in secondo luogo perchè la musica che fanno è di una qualità sorpendente (vedere i musicisti che ci sono dietro!!), terzo perchè godono del supporto e della simpatia di band tipo Slayer, Deftones, Carcass e Metallica.
Va detto che in Giappone il metal è un genere diffusissimo, fin dall'infanzia, vi ricordate alcune sigle di cartoni animati come suonavano? Le tre ragazzine inoltre sono dannatemente abili, sia nel canto che nel ballo, sfoderando linee melodiche a cavallo tra il pop e cartoon, in ogni caso estremamente orecchiabili.
Gli spettacoli sono studiatissimi e non mancano tonnellate di merchandising che strizza l'occhio al mondo manga, insomma un'operazione geniale.
Qualcuno ha fortemente criticato l'operazione, magari dimenticandosi di quante band storiche hanno caricaturato il mondo del metal, esaltandone le sfumature più epiche, ostentando improbabili costumi o mescolando le arti più disparate.
Alla fine anche il mio giudizio si allinea a quanto detto da Jeff Walker (Carcass), dopotutto sono divertenti ed è bello non prendersi troppo sul serio. Inoltre, aggiungo, ben venga che schiere di ragazzini si avvicinino a queste sonorità, magari facendosi contagiare dalla passione per gli strumenti musicali e magari svecchiando un genere spesso troppo autoreferenziale!
In effetti esiste un canale YouTube che raccoglie le reazioni degli utenti a questo clip, quindi, alla fine, non sono stato l'unico a storcere il naso, poi a sorridere e alla fine a divertirsi...
Sono il fenomeno musicale mondiale più inaspettato dell'anno passato, studiato a tavolino e piazzato in un mercato piuttosto difficile che ha saputo conquistare trasversalmente.
Certo fanno un certo effetto, in primo luogo perchè metal e bambine di solito si ritrovano sollo sulle copertine splatter/fantasy di alcune band black metal, in secondo luogo perchè la musica che fanno è di una qualità sorpendente (vedere i musicisti che ci sono dietro!!), terzo perchè godono del supporto e della simpatia di band tipo Slayer, Deftones, Carcass e Metallica.
Va detto che in Giappone il metal è un genere diffusissimo, fin dall'infanzia, vi ricordate alcune sigle di cartoni animati come suonavano? Le tre ragazzine inoltre sono dannatemente abili, sia nel canto che nel ballo, sfoderando linee melodiche a cavallo tra il pop e cartoon, in ogni caso estremamente orecchiabili.
Gli spettacoli sono studiatissimi e non mancano tonnellate di merchandising che strizza l'occhio al mondo manga, insomma un'operazione geniale.
Qualcuno ha fortemente criticato l'operazione, magari dimenticandosi di quante band storiche hanno caricaturato il mondo del metal, esaltandone le sfumature più epiche, ostentando improbabili costumi o mescolando le arti più disparate.
Alla fine anche il mio giudizio si allinea a quanto detto da Jeff Walker (Carcass), dopotutto sono divertenti ed è bello non prendersi troppo sul serio. Inoltre, aggiungo, ben venga che schiere di ragazzini si avvicinino a queste sonorità, magari facendosi contagiare dalla passione per gli strumenti musicali e magari svecchiando un genere spesso troppo autoreferenziale!
mercoledì 20 maggio 2015
Nagoro
Ayano Tsukimi è cresciuta a Nagoro, un piccolo paesino giapponese, trasformatosi negli anni in un villaggio dall'aspetto spettrale, a causa dell'abbandono graduale dei suoi abitanti sfiancati dalla difficile posizione geografica e dalla mancanza di opportunità lavorative.
Dopo la chiusura di una grande compagnia che dava lavoro a centinaia di persone, oggi Nagoro ospita circa una trentina di anime, perlopiù anziane, legate alla loro terra e votate all'isolamento.
Tornando nel suo paese Tsukimi ha cercato di impedirne l'oblio, realizzando oltre 350 bambole che impersonassero i vecchi abitanti del posto.
L'idea nacque dopo la realizzazione di uno spaventapassari, posizionato in un piccolo orto in balia degli uccelli. Vestito con i vecchi abiti del padre ne prese le forme, ricordando ad Ayano la presenza del genitore mentre lavorava la terra.
Così un po' per gioco un po' per spirito artistico, la donna ha riempito la vecchia scuola, le strade, la locanda fino a ripopolare Nagoro, almeno nell'aspetto.
Il risultato è alquanto inquietante, ma le immagini di questa "valle di bambole" ha fatto il giro del mondo, strappando il paesino all'oblio a cui era destinato.
Si trovano i video e le immagini in molti siti web, ma vi consiglio di percorrerne la via principale attraverso google maps, in un viaggio virtuale in cui si incontrano alcuni tra gli eterni abitanti del posto.
Valley of Dolls from Fritz Schumann on Vimeo.
Dopo la chiusura di una grande compagnia che dava lavoro a centinaia di persone, oggi Nagoro ospita circa una trentina di anime, perlopiù anziane, legate alla loro terra e votate all'isolamento.
Tornando nel suo paese Tsukimi ha cercato di impedirne l'oblio, realizzando oltre 350 bambole che impersonassero i vecchi abitanti del posto.
L'idea nacque dopo la realizzazione di uno spaventapassari, posizionato in un piccolo orto in balia degli uccelli. Vestito con i vecchi abiti del padre ne prese le forme, ricordando ad Ayano la presenza del genitore mentre lavorava la terra.
Così un po' per gioco un po' per spirito artistico, la donna ha riempito la vecchia scuola, le strade, la locanda fino a ripopolare Nagoro, almeno nell'aspetto.
Il risultato è alquanto inquietante, ma le immagini di questa "valle di bambole" ha fatto il giro del mondo, strappando il paesino all'oblio a cui era destinato.
Si trovano i video e le immagini in molti siti web, ma vi consiglio di percorrerne la via principale attraverso google maps, in un viaggio virtuale in cui si incontrano alcuni tra gli eterni abitanti del posto.
Valley of Dolls from Fritz Schumann on Vimeo.
sabato 16 maggio 2015
Cursed - If I Die Today (2015)
Ricevere l'invito ad un concerto segreto è sempre una cosa gradita, specie se questo avviene per la presentazione di un disco, ultimo parto in casa If I Die Today!
La serata è stata decisamente piacevole, non solo per i tanti vecchi amici che ho potuto rivedere, ma anche per lo spettacolo offertoci, a partire dei The Buckle, con il loro carattere crudo e puro.
Un bel segno d'amicizia tra musicisti di vecchia data, insieme per l'ennesimo passo musicale che tornano a condividere.
La serata è partita con una piccola apertura del duo albese, mentre i padroni di casa hanno snocciolato brano dopo brano l'intero disco.
Il concerto, in pieno stile hardcore, niente palco e pubblico faccia a faccia alla band, è stata l'ennesima conferma della grande capacità degli IIDT di tenere la scena. Niente fronzoli, poche parole e sotto con la musica, potente, spavalda e aggressiva.
Marco si conferma un frontman navigato, il perfetto anello tra la band e il pubblico, cosa non da poco se si considera una scaletta completamente inedita.
Crused offre un repertorio che non concede tregua e lo stesso emerge dal disco, nero fin dalla copertina, come la musica che contiene, come il libretto che nasconde la frase chiave di tutta la produzione: Meglio regnare all'inferno che servire in paradiso.
La citazione è di quelle nobili, John Milton, il poeta seicentesco che in "Paradise Lost" narra l'episodio biblico di Adamo ed Eva e l'epopea di Satana.
Bella la grafica e bello anche il contenuto, a partire dalla qualità sonora non scontata, con alcune scelte che caratterizzano la produzione, cosa auspicabile in un oceano di dischi dai suoni identici.
Sorprende infatti una scelta nei suoni di chitarra piuttosto chiara, che esalta il lato più heavy delle canzoni, vera svolta musicale degli IIDT.
Pesanti riff che spaziano dall'hard rock allo stoner, sfumature metal e, a mio parere, un forte accento southern (vedi Patrick su tutte).
Si sono rallentati i ritmi (ennesimo ottimo lavoro di Dudu con manforte di Morgan alle 4 corde) ma non ci sono compromessi che facciano gridare allo stravolgimento, anche se a fine disco, inaspettato, arriva la title track che prende le distanze da tutto il resto (rallentando ancora) e capitola con una pesantissima marcia dal finale assodato: Darkness has come...
Gli IIDT partiranno a breve con il loro tour, un'occasione che consiglio vivamente a tutti gli appassionati, a partire dal Nuvolari il 9 di giugno.
La serata è stata decisamente piacevole, non solo per i tanti vecchi amici che ho potuto rivedere, ma anche per lo spettacolo offertoci, a partire dei The Buckle, con il loro carattere crudo e puro.
Un bel segno d'amicizia tra musicisti di vecchia data, insieme per l'ennesimo passo musicale che tornano a condividere.
La serata è partita con una piccola apertura del duo albese, mentre i padroni di casa hanno snocciolato brano dopo brano l'intero disco.
Il concerto, in pieno stile hardcore, niente palco e pubblico faccia a faccia alla band, è stata l'ennesima conferma della grande capacità degli IIDT di tenere la scena. Niente fronzoli, poche parole e sotto con la musica, potente, spavalda e aggressiva.
Marco si conferma un frontman navigato, il perfetto anello tra la band e il pubblico, cosa non da poco se si considera una scaletta completamente inedita.
Crused offre un repertorio che non concede tregua e lo stesso emerge dal disco, nero fin dalla copertina, come la musica che contiene, come il libretto che nasconde la frase chiave di tutta la produzione: Meglio regnare all'inferno che servire in paradiso.
La citazione è di quelle nobili, John Milton, il poeta seicentesco che in "Paradise Lost" narra l'episodio biblico di Adamo ed Eva e l'epopea di Satana.
Bella la grafica e bello anche il contenuto, a partire dalla qualità sonora non scontata, con alcune scelte che caratterizzano la produzione, cosa auspicabile in un oceano di dischi dai suoni identici.
Sorprende infatti una scelta nei suoni di chitarra piuttosto chiara, che esalta il lato più heavy delle canzoni, vera svolta musicale degli IIDT.
Pesanti riff che spaziano dall'hard rock allo stoner, sfumature metal e, a mio parere, un forte accento southern (vedi Patrick su tutte).
Si sono rallentati i ritmi (ennesimo ottimo lavoro di Dudu con manforte di Morgan alle 4 corde) ma non ci sono compromessi che facciano gridare allo stravolgimento, anche se a fine disco, inaspettato, arriva la title track che prende le distanze da tutto il resto (rallentando ancora) e capitola con una pesantissima marcia dal finale assodato: Darkness has come...
Gli IIDT partiranno a breve con il loro tour, un'occasione che consiglio vivamente a tutti gli appassionati, a partire dal Nuvolari il 9 di giugno.
giovedì 14 maggio 2015
Impresentabili
Forse la colpa è mia, ma non ci capisco più nulla...
Le primarie ci sono state presentate come il passaggio più democratico e trasparente per arrivare alle elezioni e nonostante questo, oggi, ci troviamo davanti a candidati impresentabili, personaggi dal passato dubbioso e dal presente imbarazzante. Lo stesso Renzi dice "non li voterei", così De Luca (egli stesso da molti indicato come non candidabile..) incita a NON votarli e Saviano invita addirittura al non voto.
Immaginavo un percorso che portasse a qualcosa di differente ma mai avrei immaginato un simile epilogo.
Non bisogna votare i candidati da loro indicati, ma non si fanno nomi, ne si prendono provvedimenti.
La situazione è passata dal disastroso al grottesco e l'unica domanda che mi pare sensata è: c'è limite al peggio?
sabato 9 maggio 2015
Reggae Time
Invecchiando si diventa viziosi, si affinano i gusti e spesso li si cambia. Non sono mai stato un cultore del reggae, ma oggi, sempre più spesso, ne apprezzo il fascino.
Così oggi, ripescando tra i dischi a "5 stelle iTunes" ecco rispuntare questo capolavoro.
Così oggi, ripescando tra i dischi a "5 stelle iTunes" ecco rispuntare questo capolavoro.
giovedì 7 maggio 2015
Scatti storici
Questa fotografia è entrata nella storia del rock, unica, per esempio, ad essere finita in copertina di Rolling Stone per ben due volte.
E' stata scattata nel 1967 al Festival Pop di Monterey, da un giovane fotografo alle prime esperienze: Ed Caraeff.
Venne inviato al festival per documentare il festival e rischiò di non essere ammesso in quanto il pass che gli spettava era già stato rivendicato da qualcun altro.
Caraeff riuscì comunque ad essere accreditato e si posizionò di fronte al palco per tutto il concerto.
Al termine dell'esibizione Jimi Hendrix compì uno dei suoi gesti più celebri incendiando la sua chitarra.
Ed, a pochi passi dal chitarrista scattò una delle ultime fotografie del suo rullino e, senza saperlo, realizzò una delle fotografie più famose della storia del rock.
E' stata scattata nel 1967 al Festival Pop di Monterey, da un giovane fotografo alle prime esperienze: Ed Caraeff.
Venne inviato al festival per documentare il festival e rischiò di non essere ammesso in quanto il pass che gli spettava era già stato rivendicato da qualcun altro.
Caraeff riuscì comunque ad essere accreditato e si posizionò di fronte al palco per tutto il concerto.
Al termine dell'esibizione Jimi Hendrix compì uno dei suoi gesti più celebri incendiando la sua chitarra.
Ed, a pochi passi dal chitarrista scattò una delle ultime fotografie del suo rullino e, senza saperlo, realizzò una delle fotografie più famose della storia del rock.
venerdì 1 maggio 2015
L'ennesima replica...
Tò, ci risiamo, ancora una manifestazione, ancora guerriglia.
E posso giurarci che seguiranno condanne, minacce e promesse, accuse reciproche che sfoceranno in una guerra tra pestati e pestatori, tra chi invoca giustizia e tra chi deve farla valere. Intanto i proprietari delle auto si attaccano al caxxo, i pestati si cureranno le loro ferite accrescendo il loro odio verso chi li ha colpiti (poliziotti o manifestanti) e l'informazione avrà qualcosa di cui discutere per i prossimi giorni.
Sia, chiaro, i danni li paghiamo tutti, i guadagni andranno a pochi, magari gli stessi contro cui alcuni protestavano e tutti coloro che vorranno cavalcare l'onda, avranno nuovo materiale per accusare il proprio nemico.
Ecco, ancora una volta lo stesso film, la stessa replica, le stesse parole.
Ecco, tutti avranno nuovamente ragione a sbraitare dal loro pulpito.
Ecco, stranamente ho di nuovo quel senso di nausea.
Ci riprovo, tanto per quel che costa...
Regola n.1: il RISPETTO è reciproco altrimenti tutto quello che stai implorando non ha motivo di essere ascoltato.
n.2: MANIFESTARE, rompendo le palle non serve a niente se non a farti detestare, con buona pace delle tue ragioni!
n.3: l'unico modo per cambiare le cose è il BUON ESEMPIO! Se il mondo fa schifo è perchè in troppi parlano e in pochi fanno. Se tutti quelli che sbraitano si impegnassero altrettanto nel volontariato, nella buona politica e nel sociale, non farlo sarebbe vissuto come un'errore. Al contrario, come oggi stanno le cose, basta urlare, scrivere un opinione scopiazzata da qualche parte e farneticare su soluzioni suggerite da chi le auspica, crea solo confusione e violenza.
Volete la rivoluzione: COSTRUITE, RIPARATE, PULITE e AIUTATE, distruggere, manomettere, sporcare e fregarvene non serve a NIENTE!
n.4: una sola regola: CHI ROMPE PAGA punto!
E posso giurarci che seguiranno condanne, minacce e promesse, accuse reciproche che sfoceranno in una guerra tra pestati e pestatori, tra chi invoca giustizia e tra chi deve farla valere. Intanto i proprietari delle auto si attaccano al caxxo, i pestati si cureranno le loro ferite accrescendo il loro odio verso chi li ha colpiti (poliziotti o manifestanti) e l'informazione avrà qualcosa di cui discutere per i prossimi giorni.
Sia, chiaro, i danni li paghiamo tutti, i guadagni andranno a pochi, magari gli stessi contro cui alcuni protestavano e tutti coloro che vorranno cavalcare l'onda, avranno nuovo materiale per accusare il proprio nemico.
Ecco, ancora una volta lo stesso film, la stessa replica, le stesse parole.
Ecco, tutti avranno nuovamente ragione a sbraitare dal loro pulpito.
Ecco, stranamente ho di nuovo quel senso di nausea.
Ci riprovo, tanto per quel che costa...
Regola n.1: il RISPETTO è reciproco altrimenti tutto quello che stai implorando non ha motivo di essere ascoltato.
n.2: MANIFESTARE, rompendo le palle non serve a niente se non a farti detestare, con buona pace delle tue ragioni!
n.3: l'unico modo per cambiare le cose è il BUON ESEMPIO! Se il mondo fa schifo è perchè in troppi parlano e in pochi fanno. Se tutti quelli che sbraitano si impegnassero altrettanto nel volontariato, nella buona politica e nel sociale, non farlo sarebbe vissuto come un'errore. Al contrario, come oggi stanno le cose, basta urlare, scrivere un opinione scopiazzata da qualche parte e farneticare su soluzioni suggerite da chi le auspica, crea solo confusione e violenza.
Volete la rivoluzione: COSTRUITE, RIPARATE, PULITE e AIUTATE, distruggere, manomettere, sporcare e fregarvene non serve a NIENTE!
n.4: una sola regola: CHI ROMPE PAGA punto!
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