Ci sono musicisti che hanno creato un genere, attraverso il loro stile, la loro attitudine, il loro essere. Lemmy è uno di questi, lo è per me da quando vidi un bassista ringhiare immobile ad un microfono messo troppo in alto, anche solo per guardare la sua mano sinistra lavorare sul manico, per guardare negli occhi il pubblico, per inchinarsi ai tantissimi fan che lo veneravano come un dio.
Lemmy non si è mai chinato, tra realtà e leggenda, fin da quando i palchi li calcava come roadie. Non si è piegato alle mode, alle tante contraddizioni dei simboli che si portava addosso, agli abusi di alcool che più di una volta lo davano per spacciato.
Lemmy incarnava quel lato duro e puro del rock, che non scende a compromessi e non reagisce alle contaminazioni. I Motorhead sono uno di quei fenomeni che sono sopravvissuti al mito che incarnano, diventando uno scoglio emerso che non ha più bisogno di tenersi a galla nell'oceano discografico.
Lemmy è uno di quelli su cui si sprecano le leggende, il personaggio che finisce puntualmente nelle biografie di chi lo ha incrociato. Lemmy non dovrà piegarsi nemmeno alla morte, che fermerà si, un grande uomo, ma consacrerà per sempre un grandissimo musicista.
Spazio aperto per tutti! Un luogo dove condividere notizie, consigli, recensioni, pensieri, progetti e musica! Il Concerto per un Amico attivo tutto l'anno! Vuoi diventare autore del blog? contattaci!
martedì 29 dicembre 2015
giovedì 24 dicembre 2015
Buon Natale!
...
Oh oh when I, if I was a kid
Oh how magic it seemed
Oh please let me dream it's Christmas time ...
lunedì 14 dicembre 2015
The Typewriter - Leroy Anderson 1950
Si tratta di un brano geniale nella cui struttura compare uno strumento insolito: la macchina da scrivere! Composto da Leroy Anderson nel 1950, ha fatto il giro del mondo grazie a Jerry Lewis, che ha utilizzato questa sinfonia durante una scena del suo film Who’s Minding the Store? del 1963.
lunedì 7 dicembre 2015
Il ritorno del Nuovo Vinile
Alla faccia di tutti quelli che lo davano per spacciato fin dalla comparsa dei primi nastri musicali, il Vinile ha mantenuto il suo fascino e, ultimamente, nell'era della digitalizzazione, stanno nuovamente conquistando il mercato.
Decisamente più elegante di cd, rimane il supporto più "nobile" su cui incidere un disco, riconosciuto anche dai più giovani si spoglia delle vesti del "sono solo più un pallino dei vecchi affezionati".
Non stupisce quindi che la tecnologia segua il mercato, tanto da ritrovare sempre più spesso accanto ai lettori digitali, anche nuovi e vecchi giradischi.
Tra questi spiccano i nuovissimi e stizzosissimi giradischi verticali.
Arrivano da Chicago, frutto dell'ennesima iniziativa azzeccata su kickstarter, prodotti da Gramovox i primi esemplari, un mix di vintage e innovazione, che sta spopolando in tutto il mondo, tanto da non riuscire a star dietro agli ordini!
martedì 1 dicembre 2015
Comunicazione a battiti
Drum-off è un video realizzato da Miles Crawford. Quando si dice che gli strumenti devo dialogare tra loro...
Drum-Off from Miles Crawford on Vimeo.
Drum-Off from Miles Crawford on Vimeo.
venerdì 20 novembre 2015
Pensieri identici
E' davvero sorprendente ritrovare due tuoi pensieri messi "in bella" e stampati su carta. Il fatto è che per ben due giorni consecutivi un pensiero che mi ronza in testa, lo ritrovo magistralmente pubblicato da Gramellini. Ora, premesso che mai sarei stato in grado di fare altrettanto, non posso che sposare appieno quanto scritto.
Nel nostro Giardino
Vergogna, tremenda vergogna: gli europei si sentono più coinvolti dagli attentati di Parigi che da quelli che esplodono ogni giorno in altre aree del pianeta. Delle trentaduemila vite mietute l’anno scorso dalla falce terrorista, solo alcune centinaia erano occidentali. Il 2,6% del totale. Eppure è intorno a quello striminzito 2,6 che noi piangiamo le nostre lacrime migliori e organizziamo dibattiti e rappresaglie, razzisti disumani che non siamo altro.
Ai flagellanti che sono già all’opera per titillare una specialità della casa - il senso di colpa - vorrei garbatamente esprimere il mio dissenso. Non è il razzismo a guidare i nostri impulsi emotivi, ma un umanissimo criterio di prossimità. Ti preoccupi di più se va a pezzi l’appartamento del tuo vicino che se crolla un grattacielo su Marte. Le stragi immonde di Boko Haram in Nigeria ci sconvolgono, ma non ci coinvolgono. Gli attentati di Tunisi, in cui pure morirono quattro italiani, e quelli di Sharm el-Sheikh, villaggio vacanze europeo sul Mar Rosso, li abbiamo incassati con un certo autocontrollo. Al di là della naturale commozione per le vittime, il segnale che trasmettevano al nostro cervello era: non puoi più muoverti di casa. Ce ne siamo fatti una ragione. Ma gli eccidi di Parigi diffondono un messaggio molto più stringente: rischi la pelle persino se resti a casa tua. Dove per «casa» si intende non solo il luogo in cui abiti, ma la comunità che condivide le tue abitudini e i tuoi codici. L’Occidente, insomma. Sarà anche una debolezza, ma è davvero una vergogna o un delitto riconoscerla?
Un terrorista piccolo piccolo
Più dei cattivi e dei fessi, il male sembra attrarre irresistibilmente gli sfigati. Abaaoud, il giovane belga che ha coordinato gli attentati del 13 novembre, era anzitutto questo. Uno sfigato. La lettura a ritroso del suo telefonino non offre dubbi al proposito. Le prime immagini, postate qualche anno fa, ritraggono auto di lusso e donne nude a cavalcioni di una moto. Desideri identici a quelli di un frequentatore del Billionaire, ma lontanissimi dalla realtà di un ragazzotto senza né arte né parte, che gli amici di allora definiscono «un piccolo coglione», in cerca di qualcuno che lo guardi e gli dia importanza. L’Isis è quel qualcuno. Lo attira in Siria, gli mette a disposizione i soldi, un mitra e un’idea basica di mondo - noi siamo i fighi, gli altri le zecche – che è quella di cui ha bisogno per sentirsi vivo. Il contrario dell’arachide di Superpippo. Abaaoud prende la nocciolina del male e diventa una Superpippa. Le immagini sul telefonino cambiano: eccolo sorridere tronfio, finalmente a bordo di un macchinone, mentre scarica in un fosso i cadaveri di dieci «infedeli» e inneggia alla guerra santa contro «laicità e democrazia». Concetti astratti, di cui forse non capisce il senso, ma capisce benissimo che odiarli dà un senso a lui. Mi torna alla mente una vecchia serie tv, i Visitors, dove gli extraterrestri malefici in cerca di quinte colonne sulla Terra ingaggiavano «un piccolo coglione». Gli davano la divisa, un mitra, un’idea di sé, e ne facevano una spietata macchina da guerra. Gli sfigati fanno più danni dei cattivi. Per fortuna alla fine perdono sempre. Altrimenti che sfigati sarebbero?
Mi torna alla mente una vecchia serie tv, i Visitors, dove gli extraterrestri malefici in cerca di quinte colonne sulla Terra ingaggiavano «un piccolo coglione». Gli davano la divisa, un mitra, un’idea di sé, e ne facevano una spietata macchina da guerra. Gli sfigati fanno più danni dei cattivi. Per fortuna alla fine perdono sempre. Altrimenti che sfigati sarebbero?
Nel nostro Giardino
Vergogna, tremenda vergogna: gli europei si sentono più coinvolti dagli attentati di Parigi che da quelli che esplodono ogni giorno in altre aree del pianeta. Delle trentaduemila vite mietute l’anno scorso dalla falce terrorista, solo alcune centinaia erano occidentali. Il 2,6% del totale. Eppure è intorno a quello striminzito 2,6 che noi piangiamo le nostre lacrime migliori e organizziamo dibattiti e rappresaglie, razzisti disumani che non siamo altro.
Ai flagellanti che sono già all’opera per titillare una specialità della casa - il senso di colpa - vorrei garbatamente esprimere il mio dissenso. Non è il razzismo a guidare i nostri impulsi emotivi, ma un umanissimo criterio di prossimità. Ti preoccupi di più se va a pezzi l’appartamento del tuo vicino che se crolla un grattacielo su Marte. Le stragi immonde di Boko Haram in Nigeria ci sconvolgono, ma non ci coinvolgono. Gli attentati di Tunisi, in cui pure morirono quattro italiani, e quelli di Sharm el-Sheikh, villaggio vacanze europeo sul Mar Rosso, li abbiamo incassati con un certo autocontrollo. Al di là della naturale commozione per le vittime, il segnale che trasmettevano al nostro cervello era: non puoi più muoverti di casa. Ce ne siamo fatti una ragione. Ma gli eccidi di Parigi diffondono un messaggio molto più stringente: rischi la pelle persino se resti a casa tua. Dove per «casa» si intende non solo il luogo in cui abiti, ma la comunità che condivide le tue abitudini e i tuoi codici. L’Occidente, insomma. Sarà anche una debolezza, ma è davvero una vergogna o un delitto riconoscerla?
Un terrorista piccolo piccolo
Più dei cattivi e dei fessi, il male sembra attrarre irresistibilmente gli sfigati. Abaaoud, il giovane belga che ha coordinato gli attentati del 13 novembre, era anzitutto questo. Uno sfigato. La lettura a ritroso del suo telefonino non offre dubbi al proposito. Le prime immagini, postate qualche anno fa, ritraggono auto di lusso e donne nude a cavalcioni di una moto. Desideri identici a quelli di un frequentatore del Billionaire, ma lontanissimi dalla realtà di un ragazzotto senza né arte né parte, che gli amici di allora definiscono «un piccolo coglione», in cerca di qualcuno che lo guardi e gli dia importanza. L’Isis è quel qualcuno. Lo attira in Siria, gli mette a disposizione i soldi, un mitra e un’idea basica di mondo - noi siamo i fighi, gli altri le zecche – che è quella di cui ha bisogno per sentirsi vivo. Il contrario dell’arachide di Superpippo. Abaaoud prende la nocciolina del male e diventa una Superpippa. Le immagini sul telefonino cambiano: eccolo sorridere tronfio, finalmente a bordo di un macchinone, mentre scarica in un fosso i cadaveri di dieci «infedeli» e inneggia alla guerra santa contro «laicità e democrazia». Concetti astratti, di cui forse non capisce il senso, ma capisce benissimo che odiarli dà un senso a lui. Mi torna alla mente una vecchia serie tv, i Visitors, dove gli extraterrestri malefici in cerca di quinte colonne sulla Terra ingaggiavano «un piccolo coglione». Gli davano la divisa, un mitra, un’idea di sé, e ne facevano una spietata macchina da guerra. Gli sfigati fanno più danni dei cattivi. Per fortuna alla fine perdono sempre. Altrimenti che sfigati sarebbero?
Mi torna alla mente una vecchia serie tv, i Visitors, dove gli extraterrestri malefici in cerca di quinte colonne sulla Terra ingaggiavano «un piccolo coglione». Gli davano la divisa, un mitra, un’idea di sé, e ne facevano una spietata macchina da guerra. Gli sfigati fanno più danni dei cattivi. Per fortuna alla fine perdono sempre. Altrimenti che sfigati sarebbero?
martedì 17 novembre 2015
Non parlo.. e poi parlo.
Non parlo perchè non so cosa dire.
Non parlo perchè hanno già detto tutto.
Non parlo perchè se tutti parlano e prendo posizione io non riesco a farlo.
Vorrei pensarla come Gino Strada, ma essere abbastanza visionario da credere che quella del disarmo sia una soluzione realizzabile... e non ci riesco.
Vorrei pensarla come chi si sente colpevole per quanto l'occidente ha fatto in oriente e quindi in parte riesce a compredere questo odio, ma non riesco a prendermi colpe che non ho o a giustificare un odio che non mi appartiene.
Vorrei pensarela come chi auspica una soluzione definitiva, richiudendoci nelle nostre terre e distruggendo chiunque cerchi anche solo di minacciare i nostri confini, ma non sono abbastanza ceco da non vedere cosa succede dall'altra parte e non sentire le richieste di aiuto.
Vorrei essere ignorante, come tutti quelli convinti che il loro pensiero si quello giusto, così da convincersi di essere al sicuro sulle proprie posizioni, permettersi anche di giudicare come idiote le posizione degli altri, senza cadere nel rischio di prenderle in considerazione e magari veder vacillare le proprie convinzioni. Io purtroppo vivo cercando il punto di vista più lontano dal mio per poter avere una visuale più veritiera possibile, a costo di vivere in un limbo in cui le ragioni non stanno mai da una parte sola.
Vorrei che tutti vedessero le cose per quello che sono: gente che si ammazza per pareri discordanti, e la smettessero di fare lo stesso gioco convinti che lo schermo che hanno davanti sia una sorta di filtro che giustifichi l'arroganza e la violenza delle loro parole.
Vorrei tanto che ci fosse una soluzione giusta e che, qualunque essa sia, qualcuno di Voi, esperti di tutto, avesse ragione!
venerdì 13 novembre 2015
martedì 3 novembre 2015
Kutiman - Inner Galactic Lovers
Di cose simili se n'è viste molte in questi ultimi anni.
Alcune band hanno affidato ai loro fans in giro per il mondo la possibilità di reinterpretare pezzi dei loro brani, di girare video, partecipare ai cori e intaragire in vari altri modi con le loro opere.
Il progetto di Kutiman però supera ogni barriera, affidando all'etere la composizione del pezzo, partendo da un riff di pianoforte ecco cosa è nato attraverso ad un giro del mondo, in cui ogni musicista ci ha messo del suo!
Trovo tutto questo fantastico.
Alcune band hanno affidato ai loro fans in giro per il mondo la possibilità di reinterpretare pezzi dei loro brani, di girare video, partecipare ai cori e intaragire in vari altri modi con le loro opere.
Il progetto di Kutiman però supera ogni barriera, affidando all'etere la composizione del pezzo, partendo da un riff di pianoforte ecco cosa è nato attraverso ad un giro del mondo, in cui ogni musicista ci ha messo del suo!
Trovo tutto questo fantastico.
venerdì 30 ottobre 2015
40' anni di Bohemian Rhapsody
Oggi sono quarant'anni da quando i Queen incisero questa meraviglia...
martedì 27 ottobre 2015
Clic
Gianluca Nicoletti è il fine editorialista della stampa (e conduttore radiofonico del bellissimo Melog di radio 24), molto attento al mondo che lo circonda, che spesso svela le assurde derive della moderna società.
LINK a LA STAMPA.IT
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giovedì 22 ottobre 2015
L'El Dorado non esiste
Quando mi abituai al fatto che la musica non sarebbe più stata incisa su nastro e con un certo sospetto mi imposi di rivalutare il CD, per il quale ancora non esisteva il 'walkman', credevo di aver assistito alla rivoluzione musicale del secolo.
Poi nacquero i formati digitali, così gettai al vento le mie credenze e mi abbandonai all' "Audio-El Dorado", dell'mp3, fatto di Dvd che contenevano intere discografie, lettori di ogni genere che nel giro di 6 mesi si auto-divoravano tra modelli e capacità di memoria, trasformando ogni tuo acquisto nell'investimento peggiore che potessi fare...
Dopo poco arrivò Napster e nuovamente dovetti rivedere i miei dogmi musicali, a favore di un luogo virtuale dove trovare la più vasta biblioteca audio di tutti i tempi... una cosa fino ad allora nemmeno immaginabile: il vero El Dorado musicale!
Purtroppo Napster ebbe qualche problema con la legge, ma poco importava perché Internet che all'epoca, per me, era solo il mezzo per arrivare su Napster, era diventato il nuovo El Dorado, con migliaia di informazioni e siti specializzati su generi e musica.
Webzine, Blog e poi Myspace, che unti ai primi passi di YouTube, avevano sdoganato la musica in rete a tutti i livelli, facendo intravedere un futuro che leniva in toto le sofferenze per la tragica fine del diavoletto con le cuffie tanto odiato dalle major discografiche.
Insomma, anche se ancora non propio trasparente, Internet offriva tutto quello di cui avevo bisogno.. il vero El Dorado.
Con lo stesso sospetto con cui da nastro passai al policarbonato ho infine provato negli ultimi tempi ad affacciarmi a questo Spotify, senza più sensi di colpa, benedetto dalla trasparenza e dall'indulgenza plenaria da parte del mercato discografico (T.Swift, Beatles e a parte...), che sembra aver trovato un accordo con "Internet" trasformando le piattaforme streaming come Spotify nell'ultimo indiscutibile ed impareggiabile El Dorado. Quello vero!
Certo bisogna avere una connessione continua oppure pagare, ma il prezzo a confronto dei contenuti offerti è davvero irrisorio! (pur considerando che i contenuti non saranno mai veramente tuoi).
Nel frattempo anche altre passioni si sono affacciate all'orizzonte e una storia molto simile a quella per "l'audio" la si può trovare nel mondo del "video", dal VHS a Netflix, passando per i Dvd, i Blu-Ray, i file compattati (in decine di formati) e i loro opposti cresciuti con le specificità tecniche degli schermi che li visualizzano: HD, Full-HD, 3D, 4K ecc...
Non dimentichiamo poi le offerte più o meno legali, dal buon vecchio E-Mule ai Torrent, dai siti streaming alle offerte tv (Telepiù - Sky - i vari ..Premium, Infinity, TimVision ecc..), decine di El Dorado nati e morti nel giro di qualche mese o anno, sorpassati o agguerriti competitori, pronti a contendersi il primato tanto ambito di "offerta perfetta": il vero El Dorado!
Infine (solo per ora) arriva YouTube, colosso 'pappato' da Google che decide di presentare il suo progetto più ambizioso: YouTubeRed, la piattaforma a pagamento che unisce video e musica, alla faccia di Spotify e Netflix, proponendosi come nuovo vero El Dorado e comunque minando con le proprie esclusive quello degli altri...
La storia si ripete morbosamente e l'unica cosa che mi sembra certa è che l'El Dorado non esiste, almeno non quello vero!
Ne esiste uno un po' farlocco che sta nel godersi quello che davvero ci piace, sorridendo per quanto sia più facile oggi accedervi rispetto a pochi anni fa, riconoscendo però, con onestà, il suo bassissimo grado d'indispensabilità, come si confà ad un qualunque El Dorado che si rispetti!
Poi nacquero i formati digitali, così gettai al vento le mie credenze e mi abbandonai all' "Audio-El Dorado", dell'mp3, fatto di Dvd che contenevano intere discografie, lettori di ogni genere che nel giro di 6 mesi si auto-divoravano tra modelli e capacità di memoria, trasformando ogni tuo acquisto nell'investimento peggiore che potessi fare...
Dopo poco arrivò Napster e nuovamente dovetti rivedere i miei dogmi musicali, a favore di un luogo virtuale dove trovare la più vasta biblioteca audio di tutti i tempi... una cosa fino ad allora nemmeno immaginabile: il vero El Dorado musicale!
Purtroppo Napster ebbe qualche problema con la legge, ma poco importava perché Internet che all'epoca, per me, era solo il mezzo per arrivare su Napster, era diventato il nuovo El Dorado, con migliaia di informazioni e siti specializzati su generi e musica.
Webzine, Blog e poi Myspace, che unti ai primi passi di YouTube, avevano sdoganato la musica in rete a tutti i livelli, facendo intravedere un futuro che leniva in toto le sofferenze per la tragica fine del diavoletto con le cuffie tanto odiato dalle major discografiche.
Insomma, anche se ancora non propio trasparente, Internet offriva tutto quello di cui avevo bisogno.. il vero El Dorado.
Con lo stesso sospetto con cui da nastro passai al policarbonato ho infine provato negli ultimi tempi ad affacciarmi a questo Spotify, senza più sensi di colpa, benedetto dalla trasparenza e dall'indulgenza plenaria da parte del mercato discografico (T.Swift, Beatles e a parte...), che sembra aver trovato un accordo con "Internet" trasformando le piattaforme streaming come Spotify nell'ultimo indiscutibile ed impareggiabile El Dorado. Quello vero!
Certo bisogna avere una connessione continua oppure pagare, ma il prezzo a confronto dei contenuti offerti è davvero irrisorio! (pur considerando che i contenuti non saranno mai veramente tuoi).
Nel frattempo anche altre passioni si sono affacciate all'orizzonte e una storia molto simile a quella per "l'audio" la si può trovare nel mondo del "video", dal VHS a Netflix, passando per i Dvd, i Blu-Ray, i file compattati (in decine di formati) e i loro opposti cresciuti con le specificità tecniche degli schermi che li visualizzano: HD, Full-HD, 3D, 4K ecc...
Non dimentichiamo poi le offerte più o meno legali, dal buon vecchio E-Mule ai Torrent, dai siti streaming alle offerte tv (Telepiù - Sky - i vari ..Premium, Infinity, TimVision ecc..), decine di El Dorado nati e morti nel giro di qualche mese o anno, sorpassati o agguerriti competitori, pronti a contendersi il primato tanto ambito di "offerta perfetta": il vero El Dorado!
Infine (solo per ora) arriva YouTube, colosso 'pappato' da Google che decide di presentare il suo progetto più ambizioso: YouTubeRed, la piattaforma a pagamento che unisce video e musica, alla faccia di Spotify e Netflix, proponendosi come nuovo vero El Dorado e comunque minando con le proprie esclusive quello degli altri...
La storia si ripete morbosamente e l'unica cosa che mi sembra certa è che l'El Dorado non esiste, almeno non quello vero!
Ne esiste uno un po' farlocco che sta nel godersi quello che davvero ci piace, sorridendo per quanto sia più facile oggi accedervi rispetto a pochi anni fa, riconoscendo però, con onestà, il suo bassissimo grado d'indispensabilità, come si confà ad un qualunque El Dorado che si rispetti!
martedì 13 ottobre 2015
venerdì 9 ottobre 2015
Ercole in Polesine
Se vi piacciono i classici o se volete sentirne parlare in chiave... unica... ecco uno degli spettacoli più celebri di Natalino Balasso:
venerdì 2 ottobre 2015
Ciao
Ciao Fiorina, ci hai sempre sostenuto, anche quando non potevi partecipare, grazie ancora e buon viaggio.
martedì 29 settembre 2015
Ryan Adams e Taylor Swift
Sembra un azzardo, ma in fin dei conti è una mossa piuttosto scaltra.
Ryan Adams è un cantautore statunitense, uno dei massimi esponenti dell'evoluzione country degli ultimi anni, con una carriera che nonostante la sua giovane età (classe '74), conta oltre 13 dischi e riconoscimenti invidiabili ai più.
Esce in queste settimane il suo ultimo disco 1989, non un semplice disco di cover, ma la cover di un disco. Si tratta di un tributo alla principessa del country pop Taylor Swift, una che ha dimostrato di saperci fare prima dominando il suo genere nativo, il country appunto, poi conquistando il mondo del pop mondiale.
Adams coverizza per intero il suo album più celebre, uscito poco più di un anno fa, spogliando i brani delle loro vesti più sintetiche e confezionandoli in puro stile anni '80.
L'operazione è piuttosto riuscita, a tratti regalando vere perle, tanto da fare il giro del mondo in poche ore. La stessa Swift si dice entusiasta e parla di Adams come di una grande fonte d'ispirazione per la sua carriera.
Di certo questo disco piacerà agli amanti di Adams (soprattutto quelli meno affetti da pregiudizi snob) sia per gli arrangiamenti sia per l'evidente qualità compositiva dei brani. Piacerà anche ai giovani seguaci di Taylor Swift che si ritroveranno a cantare testi ben conosciuti in canzoni che ricordano atmosfere ben lontane dalle loro età.
Insomma un'azzardo riposto bene.
Ryan Adams è un cantautore statunitense, uno dei massimi esponenti dell'evoluzione country degli ultimi anni, con una carriera che nonostante la sua giovane età (classe '74), conta oltre 13 dischi e riconoscimenti invidiabili ai più.
Esce in queste settimane il suo ultimo disco 1989, non un semplice disco di cover, ma la cover di un disco. Si tratta di un tributo alla principessa del country pop Taylor Swift, una che ha dimostrato di saperci fare prima dominando il suo genere nativo, il country appunto, poi conquistando il mondo del pop mondiale.
Adams coverizza per intero il suo album più celebre, uscito poco più di un anno fa, spogliando i brani delle loro vesti più sintetiche e confezionandoli in puro stile anni '80.
L'operazione è piuttosto riuscita, a tratti regalando vere perle, tanto da fare il giro del mondo in poche ore. La stessa Swift si dice entusiasta e parla di Adams come di una grande fonte d'ispirazione per la sua carriera.
Di certo questo disco piacerà agli amanti di Adams (soprattutto quelli meno affetti da pregiudizi snob) sia per gli arrangiamenti sia per l'evidente qualità compositiva dei brani. Piacerà anche ai giovani seguaci di Taylor Swift che si ritroveranno a cantare testi ben conosciuti in canzoni che ricordano atmosfere ben lontane dalle loro età.
Insomma un'azzardo riposto bene.
mercoledì 23 settembre 2015
Nata bella, fortunata e fuori periodo...
Ma davvero importa a qualcuno l'epoca in cui si sarebbe voluto vivere. La cosa che importa è dove, in quale famiglia e contesto sociale, ma soprattutto con quanta fortuna dalla propria parte!
Qualcuno direbbe che in fondo la fortuna stà già nel nascere....
Quattro giorni a commentare le ingenue risposte della neo Miss Sabatini, a criticare i suoi pensieri, a difendere la sua inesperienza e a compatire la sua sfortunata vittoria oscurata da una manciata di parole dette a sproposito. Per i più profondi poi ci sono tutte le dietrologie da rispolverare: la triste deriva dell'istruzione Italiana, lo scarso rispetto per i nostri militari, il deciso affondo alle battaglie femministe sul 'bella e impegnata'.. insomma, fiumi di parole al macero.
Come sempre si da più peso alle parole di non conta nulla piuttosto che riflettere sui silenzi di chi dovrebbe parlare...
Senza poi contare che anche questa è una bella fortuna, la semplice vittoria non avrebbe mai avuto un risalto così ampio! Insomma, tutta fuffa!
Qualcuno direbbe che in fondo la fortuna stà già nel nascere....
Quattro giorni a commentare le ingenue risposte della neo Miss Sabatini, a criticare i suoi pensieri, a difendere la sua inesperienza e a compatire la sua sfortunata vittoria oscurata da una manciata di parole dette a sproposito. Per i più profondi poi ci sono tutte le dietrologie da rispolverare: la triste deriva dell'istruzione Italiana, lo scarso rispetto per i nostri militari, il deciso affondo alle battaglie femministe sul 'bella e impegnata'.. insomma, fiumi di parole al macero.
Come sempre si da più peso alle parole di non conta nulla piuttosto che riflettere sui silenzi di chi dovrebbe parlare...
Senza poi contare che anche questa è una bella fortuna, la semplice vittoria non avrebbe mai avuto un risalto così ampio! Insomma, tutta fuffa!
martedì 22 settembre 2015
My Vitriol - Always: Your Way
Esistono canzoni a cui ci si affeziona senza saperlo, e lo si scopre quasi per caso, ripescandole vecchi dischi abbandonati nei cruscotti...
venerdì 18 settembre 2015
Demanufacture
E' uno dei pezzi simboli dell'industrial metal anni '90, apripista dell'omonimo album che nel 1995 consacrava i Fear Factory nell'olimpo delle metal band del periodo, un periodo dove riuscivi ancora a riconoscere le band dal suono di ogni strumento!
sabato 12 settembre 2015
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