Cannabis legale: Critici temono un'invasione dall'Italia
Cannabis legale: domenica in Svizzera i cittadini sono stati chiamati a votare. Un referendum popolare sancirà se, nel Paese del cioccolato, anche la marijuana potrà essere liberamente acquistata, coltivata (per uso personale) e consumata. I promotori hanno raccolto centomila firme, i detrattori sono preoccupati dal rischio che nel Paese - che diverrebbe un'isola di depenalizzazione al centro dell'Ue - si riversi un'ondata di "fumatori" dai paesi vicini, Italia in primis.
Il risultato della consultazione non è scontato. Anche perché, per modificare della Costituzione, è necessario non soltanto il 51% dei consensi, ma anche il sì della maggior parte dei cantoni. A favore del provvedimento sarebbero le grandi città, mentre sarebbero le zone rurali a vedere come "fumo negli occhi", la proposta di iniziativa popolare intitolata "per una politica della canapa che sia ragionevole e che protegga efficacemente i giovani". Sergio Savoia, presidente dei Verdi ticinesi, ha precisato al "Corriere della Sera", che se il referendum dovesse passare "taglierebbe le gambe al mercato nero, dato che la vendita della cannabis sarebbe gestita dallo Stato. Come già avviene per altre 'droghe legali': tabacco, alcol...". Se Verdi, Socialisti, Partito Liberale Radicale e alcuni membri dei Popolari Democratici appoggiano l'iniziativa, decisamente critici sono Udc e Partito Evangelico. Preoccupazione, in particolare, nel canton Ticino, dove si teme che - una volta convertita la modifica costituzionale in legge - si potrebbe riversare dall'Italia una massa di frontalieri della maijuana in cerca di "canne facili" oltreconfine.
Queste cose sono sempre da prendere un po' con le molle, ma sono contento che per una volta la marjiuana, quale droga leggera, venga messa sullo stesso piano di "altre droghe", quali tabacco e alcool...

REGGIO EMILIA, 22 novembre 2008 – La sconfitta contro i Pacific Islanders è per Nick Mallett una questione di peso. "Loro sono più pesanti e veloci di noi, individualmente non c'è stata partita finché gli abbiamo lasciato il possesso della palla. Il match è cambiato quando ci siamo impossessati dell'ovale. Se non avessimo giocato così nella ripresa, rischiavamo di prendere 60 o 70 punti come contro gli All Blacks". Ma se il rugby è un gioco di squadra, significa che l'Italia non ha fatto il proprio dovere. "Io ho Robertson, loro hanno centri di 115 chili – prosegue il c.t. azzurro – se non cambiamo, non ci sarà mai partita".


