martedì 22 giugno 2010

Captain Beefheart & His Magic Band – Safe as Milk (1967)



Quando un amico ti propone un disco, anticipandoti quanto è stato importante per la sua crescita musicale, e conoscendo abbastanza le proporzioni di questa crescita e i gusti piuttosto raffinati di un orecchio esperto, l’ultima cosa che mi viene da fare è provare a recensirlo. Il rischio è quello di assecondare il suo parere o andare a trovare il classico pelo nell’uovo per dimostrare di averci visto qualcosa di diverso. Ma se me lo si chiede raccolgo la sfida e propongo il mio inutile parere.
Non conoscevo Captain Beefheart (sia benedetta l’ignoranza, terreno fertile per la curiosità!) e come di consueto mi sono concesso il primo ascolto nella completa disinformazione, approfittando delle pulizie domenicali nel retro negozio, con il buon Cally che sottolineava il suo assenso all’ennesimo disco “moderno” che passava il convento. In effetti Safe as Milk è stato pubblicato nel 1967 e mi ha dato come prima impressione quella di essere una raccolta, una sorta di greatest hits con le varie fasi e le varie facce musicali di un artista. Questo per i tantissimi colori, generi e suoni che il disco offre.
Tanto è bastato per stuzzicare la mia curiosità e (grazie alla Moderna tecnologia..) con qualche click ho capito due cose: uno, questo Captain Beefheart (pseudonimo di Don Van Vliet) è un genio! Due, non basterebbero due vite per farsi un’idea di quanti artisti incredibili abbiano e continuino a lasciare il segno su questo mondo!
Chi e cosa ha fatto Captain Beefhert lo trovate riassunto su Wikipedia a me è bastato leggere la sua dichiarazione “Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla” e la sua biografia (che denota una certa coerenza non proprio diffusa in questa società) per farmi un’idea sul personaggio.
Safe as Milk è il primo disco di Don Van Vliet, con una formazione (la Magic Band) che nel corso degli anni subirà tantissime variazioni, restando però invariata nella qualità e che riesce in questo primo lavoro a proporre praticamente ogni aspetto del panorama musicale di quel periodo, con intuizioni e sperimentazioni che richiamano band nate decenni dopo!
E’ davvero incredibile la varietà di brani che offre questo disco (versione cd ristampato nel 1999) che contiene le 12 tracce originali, più 7 Bonus provenienti dai tagli realizzati per l’album Mirror Man del 1971 (ennesimo progetto ambizioso che mescolava tecniche di registrazioni diverse e che non vide mai la luce nella forma inizialmente desiderata.),
La fine degli anni 60 era un periodo di fermento musicale pazzesco che vedeva i grandi della musica impegnati in grandi sperimentazioni che cambiarono per sempre la storia della musica rock. Safe as Milk sembra raccontare quel periodo: ha l’acidità di Hendrix, il blues nero del sud America, venature Country, Soul, Jazz, chiaroscuri alla Doors, parti musicate e attimi di lucida follia che mi ricordano i primi Led Zeppelin (che si formarono solo l’anno dopo!) e ancora quelle dissonanze alla Velvet Underground, una ballata come I'm Glad che non ti aspetti e molto altro. Uno dei più grandi album d’esordio della storia, che se ben ascoltato porta in se tracce di quello che verrà, il punk e le sue declinazioni, l’indie, il prog ecc..
Un bellissimo disco a cui affezionarsi per scoprirlo un poco alla volta e per rivalutare un periodo spesso raccontato e mai abbastanza ascoltato. L’ennesimo buon consiglio da approfondire, ma davvero, ci vorrebbero due vite!

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