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Quando morì "The Rev", il batterista storico di questa giovane ma affermata band americana, la stesura del disco era praticamente finita. Nightmare sarebbe stato un concept album, alla cui scrittura hanno partecipato tutti i membri della band, ma in particolare "The Rev" che ha lasciato profonde tracce anche nei testi, nelle musiche e nelle parti di piano. Dopo la sua morte il resto della band decise di portare a termine il lavoro, ma di costruire l'album attorno alla figura del batterista, sostituito per la registrazione nientemeno che da Mike Portnoy (ex Dream Theater), suo idolo ed ispiratore. L'attesa per il disco era altissima e non ha deluso le aspettative, anzi, a giudicare da commenti e recensioni sembra di trovarsi davanti ad un piccolo capolavoro. Concordo in parte, il disco è molto bello, vario e profondo, per nulla scontato e tutt'altro che una deriva sentimentale come alcuni si aspettavano. L'apporto di Portnoy si sente, nonostante si sia attenuto spesso alla composizione di The Rev, lo stile limpido e pulitissimo, gli incastri e i fill tipici del suo bagaglio non mancano! Gran lavoro sugli arrangiamenti, sulle armonizzazioni e sulle melodie, costruite spesso su linee vocali che esaltano le doti Matthew Shadows, mai così ispirato. Certo resta un po' quello che per me è l'aspetto debole della formazione, ovvero una scarsa personalità. Mai come in questo disco gli A7X dimostrano di avere tecnica e sapersi destreggiare in stili diversi. Questo disco sembra un tributo a tutto il metal degli ultimi 20 anni: dalle armonizzazioni ai moderno Mosh dell'HC, al Trash Metal di "God Hate Us", alle venature power metal di "Welcome to the Family", passando ad un vero e proprio tributo ai Metallica nel finale di "Buried Alive", alla spledida "So far away" che tanto riporta alle ballatone stile Guns. Tanta carne al fuoco ma poco si distingue il vero carattare della band. Non parlo certo di plagi, ma questa loro capacità di mutare sacrifica una personalità che non è mai ben definita. Questo non toglie nulla al disco, che regale molto e non annoia, un ottimo lavoro che vi consiglio!
Ritornare a scrivere con un articolo intitolato "posso urlare?" (i veri intenditori sanno che è una citazione di quel capolavoro di New Noise dei Refused) non credo che sia di buon auspicio, ma è semplicemente una richiesta, potete anche rispondere di no...
Ho la terribile e angosciante abitudine di svegliarmi (non male come abitudine) e leggere le news sui vari periodici online (pessima abitudine) come Ansa, Repubblica, Corriere della Sera ecc. magari passando da Google News, fantastico strumento che ti permette di avere GRATIS una serie di paranoie, complessi e sensi di colpa che ti inseguiranno per l'intera giornata: http://news.google.it
Detto questo mi divido in un bivio, e percorro due strade parallele ma eternamente distanti lanciandovi due domande che, un po' come il titolo, potete ignorare o rispondere con un secco "NO!":
• non è il caso di guardare più lontano del proprio salotto, del proprio cortile o del proprio paese per riuscire ad avere un'idea di quello che realmente sta succedendo alla nostra terra (perché che tu lo voglia o no è anche tua) e provare a cambiare i nostri piccoli atteggiamenti e smetterla di nasconderci dietro quell'odiosissima frase: "tanto se non lo faccio io lo farà un altro!"? (riferimenti casuali: razzismo, inquinamento, allevamenti intensivi di carne -scusa Fabio-ecc.)
• se i media e "la gente" si concentrassero anche (e non 'solo', visto che già se la metà della popolazione si concentrasse sui giornali sarebbe una figata) su notizie basate su pace, rispetto ed amore, non avremmo una visione più serena del mondo e della vita? Non avremmo più fiducia nel prossimo, magari senza paura ad esporci per aiutarlo, capirlo o magari semplicemente per parlargli o salutarlo?
E vi lascio con questa perla di saggezza che, se avete letto (se state leggendo questo credo che abbiate letto) non potrete far altro che riflettere:
Oggi vi voglio parlare di una altro gruppo davvero figo che ha portato avanti e oltre la musica elettronica sperimentale e strumentale in modo davvero elegante e raffinato. Sto parlando delgi Air. Nato nel 1995 a Versailles, gli AIR sono un duo musicale francese di musica elettronica composto da Nicolas Godin e Jean-Benoît Dunckel. Dunckel, dopo essere diventato professore di matematica, inizia a studiare musica classica e intanto incomincia a suonare in una rock band assieme al disc jockeyAlex Gopher (nonchè produttore discograficofrancese). Conosce così Godin, architetto che musicalmente aveva ispirazioni più elettroniche. Così uniscono i due stili creando una musica sui generis, tanto che alcuni critici gli hanno coniato un termine apposito: "Easytronica".
Qui sotto discografia e track list di uno dei dischi più fighi di fine anni '90, ovvero Moon Safari, assolutamente da ascoltare tutto di un fiato, e infine un video per darvi un piccolo assaggio di quanto valga la pena sentirli. A.B.
Si chiude la 61 edizione del Festival della Canzone Italiana, portadosi a presso le canzoni, le polemiche ed i riconoscimenti. L'ho seguito abbastanza, come sempre, pur sapendo che si celebra solo una parte della musica tricolore, pronto al mattone di una gara eterna e spesso noiosa, con mille stacchi pubblicitari ed interventi a volte inutili. Ma alla fine, come si diceva anni fa, SanRemo è SanRemo e qualche perla la regala sempre. Negli utlimi tempi il Festival ha fatto molto per riemergere da una tomba in cui anni di tradizionalismo forzato ed impedimenti discografici lo avevano seppellito. I risultati si vedono, grazie soprattutto a Baudo capace di riscriverne le regole e Bonolis, rivoluzionario nello stile ma anche grazie ad una serie di scelte pronte a riportare il festival ad una misura più popolare e meno austera, che attende ormai solo un coraggioso cambio di direzione artistica.. Anche la musica si è svecchiata, certo a piccolissimi passi, tre o quattro brani messi li per dire che ci si prova, magari affidati agli artisti più emergenti e più seguiti dai giovanissimi (più per audience che per merito..), o qualche bel testo atto a tirar su un po' di polemiche che non fanno mai male! Alla fine si ha a che fare con un Festival che sguazza sempre nel neo melodico, ma che porta fortissime infiltrazioni pop, qualche strizzata d'occhio al rock o al blues, una nuova componete folk (determinante per rappresentare la musica italiana) e soprattutto che tenta di riportare la "Musica" al centro dell'evento. Intendiamoci, questi sono ancora piccoli passi, ma finalmente si è smesso di parlare solo di ospiti stranierei, strapagati e perfettamente inutili, si rivedono sul palco performance di tutto rispetto e artisti veri nelle loro arti, siano queste balli, suoni, poesia o qualsiasi cosa possa concernere con la musica. La 61 edizione ha avuto ingredienti classici più o meno azzeccati, un Morandi nazional popolare piuttosto impacciato ma troppo amato per poter essere criticato. Due ragazze bellissime che sono un piacere per gli occhi, ma che nonostate gli sforzi, non reggono il confronto professionale con altre donne dello spettacolo Italiano (continua conferma di una preferenza alla bellezza rispetto al talento). Due comici come Luca e Paolo, con l'arduo compito di attizzare il fuoco spesso soffocato da quel mattone di scaletta che deve essere la kermesse, vere scommesse vincenti di questa edizione. Serate veloci e non troppo pesanti, anche se con troppi intoppi, un po' zoppicanti e ricche di attimi d'impaccio un poco tristi per un tale evento. Sotto l'aspetto musicale trionfa Vecchioni, uno che con le parole ci sa fare e che sapeva di poter colpire nel segno con la sua "Chiamami ancora amore", un miscuglio tra la modernità di un testo provocatorio e l'apertura in un ritornello classico e melodico, in perfetto stile SanRemo. Molto bella la presenza di Davide Van De Sfroos con un brano dal testo divertentissimo e pieno di riferimenti, che con il dialetto formano un connubio stridente quanto affascinante (sdoganando finalmente il folk brillante del nord'Italia, che ha sempre avuto pochissime vetrine sul piccolo schermo). Piuttosto piatti gli older, una Oxa sempre troppo ermetica, una Patty Pravo al limite dell'intonazione (sorretta solo dalla sua infinita figura da diva quasi aliena), un'Albano che ha messo la sua potente voce a servizio di un testo più difficile e lontano dai soliti canoni di amore, cuore e sole (scelta che alla fine ha pagato ma senza certo stupire), un Barbarossa piuttosto ripetitivo, una Tatangelo che prova ad uscire dai ranghi ma ci riesce solo attraverso il look, un Max Pezzali che si è buttato sul suo repertiorio più classico e rodato, presentando un pezzo comunque piacevole. Nei più giovani ha trionfato il classicismo (purtroppo!), seppur con arrangiamenti più rock Giusi Ferrery canta un testo che più scontato non si può con una linea melodica che almeno non è male, anche se pare un tributo alle grandi voci femminili degli anni 80/90. I Modà (rivelazione attuale tra le band emergenti) assieme ad Emma danno la sensazione dei Sonhora e dei Finley degli anni scorsi, un omolagazione al festival che un po' mi delude, ma che in fondo regale un brano piacevolmente italiano e classico, specie nella versione con Renga. Natalie ci prova con un pezzo difficile, forse troppo per SanRemo, ma che fa ben sperare per un'artista che sa scrivere davvero bene! Piacevolissimi Battiato e Madonia, con una canzone che sembra uscita da un disco del Maestro che ancora una volta riesce, anche restando nel classico, a metterci un tocco di misticisimo e di avanguardia. Anche i La Crus danno un tocco di eleganza con un brano che sembra scritto per un film, complice anche il soprano che abbiamo imparato a conoscere attraverso le composizione di Ennio Morricone. Ultimo commento per Tricarico, un carillon mai perfetto ma sempre toccante. Un artista che seguo da tempo e continua ad incantarmi, anche se non riesco mai a capire bene il motivo di tanta magia.. Ultima considerazione va agli ascolti, crescenti negli utlimi anni e da paragonare con la nuova situazione del tubo catodico. Innanzitutto il boom di Benigli, certo stra-pagato, ma sicuramente l'unico in grado celebrare in quel modo i 150 dell'Unità d'Italia, inchiodando più di 20 mln di persone con un monologo pregno di storia, passione ed emozione, che ha rivelato un significato del nostro Inno (in onore della Musica Italiana) che sfido in molti a conoscere! Tutto il Festival è comuque stato seguito, senza bisogno di svendere i contenuti ad i soliti rapaci della tv con lacrime facili e casi umani più o meno credibili! In un mondo che cambia e che vede le offerte televisive offrire contenuti sempre più diversificati, grazie al digitale ed al satellitare, dando spazio anche a programmi che la tv "commerciale" non voleva più permettersi, si incominciano a vedere i primi segni di ripresa. A farne le spese sono i reality e quella tv senza contenuti, sempre più in difficoltà verso trasmissioni anche leggere ma che puntano sulla professionalità e la bellezza di artisti che sanno proporre quelcosa! Sia questo un passo verso una tv più bella ed un Festival rinvigorito e nuovamente capace di rappresentare la musica Italiana nel mondo? Vedremo, e speriamo!
Nel febbraio del 1991, esattamente 20 anni fa, i Queen pubblicarono il loro quattordicesimo disco, uscito con il nome di Innuendo, un album pazzesco per l'intensità e la qualità dei brani che raccoglie. Innuendo è anche il nome della prima canzone, una delle opere musicali più belle che siano mai state realizzate. La grandezza dei Queen non ha bisogno di celebrazioni, ma forse a noi fa bene ogni tanto, riascoltare qualcosa di tanto grande, che nulla ha (almeno per me) da invidiare alle grandi composizioni classiche.
Finché il sole sarà in cielo e il deserto sarà di sabbia Finché le onde si agiteranno nei mari e lambiranno le terre Finché ci sarà vento e stelle e l'arcobaleno Fino a quando le montagne si sgretoleranno per formare le pianure
Oh si, continueremo a provarci A camminare su quel filo sottile Oh, continueremo a provarci, yeah Mentre passa il nostro tempo
Finché vivremo secondo la razza, il colore o il credo Finché governeremo con follia cieca e pura avidità Con le nostre vite dominate dalla tradizione, dalla superstizione, dalla falsa religione Per l'eternità, e oltre ancora
Oh si, continueremo a provarci A camminare su quel filo sottile Oh oh, continueremo a provarci, yeah Fino alla fine dei tempi Fino alla fine dei tempi
Per il dolore che sottende la nostra grandezza Non prendetevela per queste mie dure insinuazioni
Si può essere tutto ciò che si vuol essere Basta trasformarsi in tutto ciò che si pensa di poter essere Siate liberi nei movimenti, siate liberi, siate liberi Arrendetevi al vostro vero io, siate liberi, siate liberi per voi stessi
Oooh, ooh Se esiste un Dio o qualsiasi tipo di giustizia sotto questo cielo Se esiste uno scopo, se esiste una ragione per vivere o morire Se esiste una risposta alle domande che siamo obbligati a porci Mostratevi, distruggete le nostre paure, toglietevi la maschera
Oh si, continueremo a provarci Ehi, a camminare su quel filo sottile Yeah, continueremo a sorridere, yeah (yeah, yeah) E quel che sarà sarà Continueremo a provarci Continueremo a provarci Fino alla fine dei tempi Fino alla fine dei tempi
…chi ha detto che il metalcore sta scomparendo?...bhè a giudicare da come si sta evolvendo la musica nel mondo direi proprio il contrario. Premettiamo subito che non c’è nulla di nuovo, nulla che non sia già stato fatto o proposto, ma non possiamo neanche dire che l’evoluzione si sia fermata. Per tutti gli amanti dei Killswitch Engage, Parkway Drive, As I Lay Dying, e August Burns Red, ecco a voi il sunto, per così dire, di queste grandi band in un unico gruppo chiamato While She Sleeps. Non voglio enfatizzarli troppo ma sono una Band che attualmente mi ha davvero stupito. Come molto spesso capita in fase di composizione, si è costantemente influenzati dalla msica che ascoltiamo e si cerca sempre di trarre le somme del discorso, ovvero si vanno a individuare quelli che sono i punti forti di un album, di una canzone o una melodia o più melodie, e si va a comporre un nuovo brano tenendo conto di questi punti cardine…ebbene i While She Sleeps ne sono un grande esempio ma non solo per quanto riguarda i contenuti ma anche lo stile. Idee precise e chiare, ottime melodie e ritmiche accompagnate da un retrogusto più hardcore…impeccabili presenza scenica e immgine. Insomma dategli un’ascoltata e dite la vostra a riguardo. Qui sotto trovate la track list dell’album e un video per darvi un’idea di cosa si sta parlando.
TRACKLIST - 01.- The North Stands For Nothing. 02.- Trophies. 03.- Crows. 04.- My Conscience, Your Freedom. 05.- Lost Above The Arches. 06.- Proud Of The Demon In Me. 07.- The Truth. 08.- Hearts Aside Our Horses.
Comunque la si pensi, il Ruby Gate ha messo una bella pietra tombale sulle sfavillanti luci dello show business italiano. In attesa di sapere se il comportamento dei soggetti interessati sia considerato reato, se i pm siano sovversivi, se le centinaia di ragazze coinvolte siano bisognose o spiccatamente indirizzate al mestiere più antico del mondo, il quadro che ne esce è di una tristezza mortificante.. Non lo dico con moralismo, dopotutto non mi sorprendono certe cose, e chiunque abbia acceso la televisione e considerato le qualità di certi soggetti dello spettacolo, non poteva non notare l'impoverimento delle doti artistiche a discapito di fisici statuari e reggiseni straboccanti. Quello che però non si notava era la tristezza con cui questo avveniva. E qui, anche in assenza di reati, sembra palese e forse fin banale, il rapporto tra potere e scorciatoie. Comunque andrà a finire siamo di fronte a quella che sembra una barzelletta, o meglio la trama di un film classico della commedia erotica italiana degli anni 70! Dopotutto non manca niente: anziani personaggi per nulla aitanti circondati da bonaccione a volte arriviste a volte oche giulive, per non parlare delle scenografie che sembrano le stesse (sale da ballo, uffici, palazzi, studi... ) e dei costumi (travestimenti sexy, balli tra il comico e l'erotico..) o ancora delle trame che si snodano tra tradimenti, intrallazzi, raccomandazioni e 'zerbinaggi' degni del grande Fantozzi. Alla fine tutto sembra riportare a quelle situazioni, solo che i protagonisti non sono più Banfi, D'Angelo, Montagnani, Carotenuto o Vitali e le ragazze non si chiamano Guida, Sandrelli, Antonelli, Fenech o Bouchet (e nemmeno hanno le loro qualità...). Fa tristezza pensare al mondo dell'arte in mano a certi personaggi che lo hanno infettato con tanta incompetenza, per non parlare di una politica che svende il proprio potere per tali comportamenti, capaci di mettere in scacco un Paese, di ridurre un governo all'impossibilità di governare e (cosa tutta Italiana) un'opposizione all'incapacità di reagire se non per indignarsi a comando, senza mai agire, così da nascondere le proprie magagne e facendo ben attenzione a non finire negli stessi scandali... Insomma, in qualsiasi modo la vediate siamo zeppi di disperati erotici e spaventosamente scarsi di figure eroicamente normali e capaci. Lo cantava Dalla nel 1977, ripreso poi dagli Articolo 31 quasi vent'anni dopo, in due canzoni legate non solo musicalmente, ma da figure che mai come oggi, risultano attuali e dannatamente Italiane!
Torna il Capa, dopo tre anni di tour, collaborazioni (Artisti uniti per l'Abruzzo, Rezophonic, Pino Scotto..) e una piacevolissima comparsata nel film record d'incassi "Che bella giornata"! Il disco uscirà i primi di marzo, si chiamerà "Il sogno eretico" ed è anticipato dal primo singolo Goodbye Malinconia, che vede la partecipazione nientemeno che di Tony Hadley, idolo e superstite dei principi del new romantic Spandau Ballet!
Lo scorso mese mi è stata indicata una band davvero super per gli amanti del rock strumentale e del jazz. Direttamente da Oslo in Norvegia, i JAGA JAZZIST nascono nel 1994 da un’idea dei fratelli Lars e Martin Horntveh rispettivamente Saxofono tenore+tuba e batteria+voce. Più che una band questa la si potrebbe chiamare orchestra, infatti mediamente la formazione è di 10 elementi, dico mediamente perché talvolta si esibiscono assieme a dei session che vanno ad arricchire ulteriormente il sound. La BBC nominò il loro primo album A livingroom Hush Best album Jazz del 2002, uscito per Small Town Supersound/Ninja Tune, la critica lo definisce, come genere, il gruppo fondatore del Nu-jazz. La band è formata da tromba, trombone, chitarra elettrica, basso, tuba, clarinetto, tastiera e sinth, vibrafono senza contare che alcuni dei componenti suona più di uno strumento. Dal ’94 al 2010 hanno successivamente pubblicato nuovi successi qui sotto la discografia.
Io vi propongo l’ascolto di un loro Ep di 6 pezzi dal titolo Magazine (di cui la foto),
originariamente pubblicato nel 1998 e ristampato nel 2004 per lo splendore dei suoi contenuti. Mettetevi dunque comodi in poltrona e aprite bene le orecchie, e lasciatevi trasportare da questi gegni del rock strumentale sperimentale.
Tracklist:
1) Jaga Ist Zu Hause 7:15
2) Plym 7:43
3) Swedish Take-Away (Live) 9:20
4) Seems To Me 3:19
5) Serafin I Jungelen (Jomba Vs. K-Mart & Ravi '97 Mix) 6:48 Remix — Jomba , K-Mart , Ravi
6) Shining — Magazine Part I & II (Shining Rework) 6:17
Qui sotto invece trovate un video di un loro live, di una delle mie canzoni preferite. Il 31 di marzo suoneranno ad Antwerpen e UDITE-UDITE….ci sarò anche io! A presto con nuove foto e news. Ciao ciao A.B.
Per la serie cinema impegnato, la scorsa settimana, ci siamo ammazzati dalle risate guardando questo spassoso film del 2009! Todd Phillips, già regista di Road Trip,Starsky & Hutch e Scuola per Canaglie, firma questa divertentissima commedia con il mitico Zacharius Knight Galifianakis (Adam nel film), attore di origine greche che è espoloso dopo questo film, e che arriva queste settimana sugli schermi con "Parto col Folle", ancora una volta diretto da Phillips! Se amate le situazioni al limite, personaggi incredibili e tanta leggerezza non perdetevelo, anche perchè, è ufficiale, tra qualche mese, uscirà il sequel!!