Il finale del tredicesimo capitolo di questa bella storia deve ancora essere scritto, è presto per i bilanci ed è ancora presto per pensare al futuro.
Riprendendo la metafora del motel, stiamo chiudendo porte e finestre, dopo aver ripulito gli spazi, asciugato i pavimenti e rattoppato il tetto. Ma prima di andare, prima di etichettare questa edizione come ricordo e prima di affacciarci sull'eventuale quattordicesima, si resta un po' dentro le stanze fresche del motel, nella penombra, seduti in questi spazi ormai sgombri a massaggiarsi i muscoli indolenziti e ad ascoltare questo bel silenzio.
E' in questo momento che si realizza il Concerto per un Amico, quando finalmente ripensi a quanto è successo in questi giorni intensi, quando i giochi sono fatti ma prima di abbandonare le carte si tira ancora un sospiro, per celebrare quell'attimo che sa tanto di arrivederci quanto di addio.
Ora non importa, ora importa solo imprimersi bene in testa quello che abbiamo vissuto, perché questo nessuno ce lo toglierà.
E' stata un'edizione difficile, una scaletta importante, un tempo avverso, qualche intoppo ma anche speciale. Speciale perché proprio nelle difficoltà il Concerto tira fuori la sua anima.
Un anima forte che ha spinto i ragazzi a lavorare sotto la pioggia a non arrendersi al tempo che ha compromesso la domenica sera facendo annullare la serata. Incassato il colpo ci si è messi all'opera e abbiamo riattivato le cucine, messo in ordine l'area e accolto oltre 350 persone a cena.
350 persone che sono venute per supportarci e che ringrazio personalmente a nome di noi tutti.
Ci si alza e si va verso le teche dove sono contenuti gli album, le bacheche, i trofei e i fallimenti.
Nella bachecha della 13 edizione possiamo finalmente inserire gli AFTERHOURS, con un concerto magico e caldissimo che non dimenticheremo mai.
Tra le foto a colori possiamo metterci quelle dello staff, sul palco a ballare con il Dj set di Gabriele Giudici.
Tra le foto storiche ci mettiamo quella dei ragazzi che dopo aver ripulito l'area, con una cassa di recupero e una spillatrice da finire, hanno fatto festa fino alle 4 in barba ad una serata finita troppo presto.
Tra le foto in bianco e nero (quelle "che tristezza"), ci metterei quelle di una domenica pomeriggio sotto un nubifragio, immobili a guardarsi da una postazione all'altra alzando lo sguardo al cielo come a cercare una risposta.
Poi ce ne sono tante altre, ma qui ognuno ci mette le proprie..
Ora è tempo di andare, spegnere l'insegna e lasciare il motel con i suoi cimeli a riposare per un anno. Custodirà le tante storie che si sono intrecciate in questi giorni, le chiacchierate, i consigli, le sorprese, i pianti, le urla, le incazzature e le promesse.
Prima di uscire ci si ferma sull'uscio e si prende fiato, poi si riparte per la propria strada, magari ascoltando i Foo Fighters che ci parlano di questi giorni, ma ho la netta sensazione che qualcuno, con dolcezza, ci abbia sussurrato... "bel lavoro ragazzi!".
2 commenti:
Caro Fabio e cari ragazzi "tutti",
stanotte pensavo a come avete reagito alla pioggia di domenica: con tristezza, compostezza, avete ripreso la situazione e vi siete adeguati reagendo positivamente: un po' come si deve fare nelle avversità della vita e a volte non si riesce. Poi pensavo a come lavorate seriamente divertendovi, a questa esperienza che davvero magicamente va avanti da anni e vi trasforma sempre in meglio: avete un tesoro fra le mani e voi lo sapete riconoscere.
Il BRAVI non è sussurrato ma gridato, e io faccio ora da portavoce a molti che lo pensano e non riescono a dirlo. F.M.
Grazie F.M. giro il tutto ai ragazzi dello staff!
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