giovedì 19 gennaio 2012

L'anima nera del Soul bianco

Otis Redding, Sam Cook, Aretha Franklin, James Brown, Marvin Gaye e Ray Charles hanno diverse cose in comune, ma sopra ogni altra li accomuna la passione per la musica, in particolare per il Soul.
Il Soul, letteralmente "anima", nasce dalla fusione di due grandi generi musicali, il Rhythm and blues ed il Gospel. E' dunque facile intuire il perché del nome Soul, che caratterizzava al meglio il risultato coinvolgente e spirituale di questa musica che era aveva un'altra caratteristica fondamentale: il colore della pella di chi la faceva.
Tutti gli artisti sopracitati, ma la quasi totalità dei nomi che dagli anni 60 hanno contribuito all'esplosione del Soul, erano di colore, forti di un grande riscontro da parte delle minoranze etniche, ma anche del favore di un pubblico sempre più trasversale, specie con l'avanzare delle contaminazioni che andavano ad evolvere questo genere.
I cantanti bianchi che si avvicinavano al soul in quegli anni, venivano spesso passati alle radio lasciando intendere che fossero neri, proprio per non perdere i favori della comunità, in una sorta di razzismo al contrario (rispetto alla situazione generale dell'epoca) o meglio di un fortissimo e quasi maniacale sentimento di appartenenza.
A metà degli anni '60, George Woods, guru radiofonico della WDAS-FM, specializzata in R&B, definisce il duo biaco Righteous Brothers (proprio quelli della colonna sonora del film Ghost uscito molti anni dopo) cantanti di "blue-eyed soul", sdoganando definitivamente il bianco nel colore del soul.
Il soul dagli occhi blu divenne presto il Soul Bianco, con esponenti del calibro di Joe Cocker, Rod Stewart, Van Morrison  e così via.
Contaminazioni e mode musicali hanno poi favorito l'evouluzione del soul, soprattutto mescolandosi al funk, e successivamete con l'avvento dell'Hip Hop e del Rap, causando un'impoverimento degli artisti e delle realtà tradizionali.
Nell'ultimo decennio però il Soul Biaco ha vissuto una nuova primavera, grazie soprattutto al talento e alla sfortunata carriera di Amy Winehouse, capace di rilanciare questo genere dai colori contrastanti.
Anime nere dal volto bianco, che soprattuto in Inghilterra continuano ad imporsi, come Duffy o la stessa Adele, ultima stella nel firmamento del blu-eyed soul.
Spesso dietro ai grandi successi ci sono storie che varrebbe la pena approfondire, perchè la musica non è solo vendite, spettacolo e personalità, la musica, come l'arte è spesso storia e cultura.



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