Alcune cose non passano mai.
Spazio aperto per tutti! Un luogo dove condividere notizie, consigli, recensioni, pensieri, progetti e musica! Il Concerto per un Amico attivo tutto l'anno! Vuoi diventare autore del blog? contattaci!
lunedì 30 aprile 2012
sabato 28 aprile 2012
giovedì 26 aprile 2012
La rubrica di PERU dalla Gazzetta al Blog
Dopo una lunga trattativa ho finalmente convito PERU, uno dei maggiori esperti sportivi al mondo, a tenere una rubrica di sport sul blog del concerto.
In attesa del suo esordio ecco la sua precisazione, con tanto di risposta, pubblicata nientemeno che sulla Gazzetta dello sport!
A presto!!
martedì 24 aprile 2012
LETTERE DA UN FRONTE
Vi segnalo questa bella iniziativa per celebrare il 25 aprile e per riproporre i valori della resistenza.
L'evento si terrà presso il Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà in C.so Valdocco 4/a a Torino (info 011 4420780).
Durante il fitto programma per la celebrazione (che continuerà fino al 27 aprile), alle ore 11:00 di domani il museo ospiterà il progetto urbano LETTERE DA UN FRONTE, ideato e curato dall'artista (e amica) Paola Monasterolo.
Ecco un estratto del comunicato stampa:
'Lettere da un fronte affronta il tema della Resistenza intrecciando la memoria storica con la condizione attuale in cui versa la società e la cultura. Perché resistere oggi? La cultura resiste? Sono questi gli interrogativi dai quali è iniziata la riflessione dell’artista proposta a una rete, ampia e diffusa, di persone con l’intento di sollevare questioni anche in merito a temi urgenti quali la responsabilità storica e civica nella narrazione di questo primo decennio del secolo.'
Per ulteriori informazioni ecco i link:
SITUA.TO
MUSEO DIFFUSO
venerdì 20 aprile 2012
IL 3D
Perchè se guardi una mer*a in 3D, rimane sempre una mer*a, ma più definita!
Immenso e pieno di verità.. riflettete!!
Immenso e pieno di verità.. riflettete!!
mercoledì 18 aprile 2012
Mbira, la voce degli antenati
E' lo strumento nazionale dello Zimbabwe e la sua creazione si perde nei secoli.
Mi ha molto affascinato il nome di questo strumento di cui esistono tantissime varianti più o meno artigianali.
Lo si trova spesso in versione "incassata", collocato all'interno di un Deze che ne amplifica il suono, ma come dicevo ne esistono di ogni tipo, diffusi in gran parte dell'Africa, spesso con accordature e posizioni dei tasti molto diverse.
Per la cultura Shona (popolazione che vive tra lo Zimbabwe e il Mozambico), questo strumento ha un significato religioso e accompagna innumerevoli riti che spesso ricercano il contatto con gli spiriti dei loro antenati, di qui il nome.
Bill Wesley è invece uno strumentista Californiano che ispirandosi al Mbira ha inventato qualche anno fa l'Array mbira, aumentandone l'estensione e la dimensione, fino a permettere a due persone di suonarlo contemporaneamente.
Ecco due video che dimostrano l'utilizzo di questo affascinante strumento e della sua evoluzione.
Nel primo si vede un mbira più tradizionale che accompagna l'artista Tinashè in una versione rivisitate del suo brano Zambezi.
Nel secondo si può vedere l'Array mbira.
Mi ha molto affascinato il nome di questo strumento di cui esistono tantissime varianti più o meno artigianali.
Lo si trova spesso in versione "incassata", collocato all'interno di un Deze che ne amplifica il suono, ma come dicevo ne esistono di ogni tipo, diffusi in gran parte dell'Africa, spesso con accordature e posizioni dei tasti molto diverse.
Per la cultura Shona (popolazione che vive tra lo Zimbabwe e il Mozambico), questo strumento ha un significato religioso e accompagna innumerevoli riti che spesso ricercano il contatto con gli spiriti dei loro antenati, di qui il nome.
Bill Wesley è invece uno strumentista Californiano che ispirandosi al Mbira ha inventato qualche anno fa l'Array mbira, aumentandone l'estensione e la dimensione, fino a permettere a due persone di suonarlo contemporaneamente.
Ecco due video che dimostrano l'utilizzo di questo affascinante strumento e della sua evoluzione.
Nel primo si vede un mbira più tradizionale che accompagna l'artista Tinashè in una versione rivisitate del suo brano Zambezi.
Nel secondo si può vedere l'Array mbira.
domenica 15 aprile 2012
PANTERA 20 dopo
A 20 esatti dall'uscita di quel capolavoro che fu VULGAR DISPLAY OF POWER, ecco riemergere un pezzo che all'epoca venne escluso dalle undici tracce dell'album.
La canzone, che si chiama PISS, è in pieno stile Vulgar (anche se ad essere onesto suona un po' minore delle sorelle pubblicate) ed è stato ritrovato quasi per caso da Vinnie Paul (batterista) che ne ha curato il missaggio e l'uscita.
Piss esce accompagnata da un video clip realizzato dagli stessi fans della band, ai quali è stato chiesto di inviare una miniclip tributo ai Pantera ed al disco in questione.
E' molto bello, specie per chi ha amato e conosce bene i Cowboys from hell, ritrovare un sacco di riferimenti ai live, alle immagini e allo stile della band, senza contare le fedeli riproduzioni di alcune scene contenute nei video che spesso accompagnavano le uscite dei dischi.
Ecco il video.. con un po di nostalgia (fucking hostile!)
La canzone, che si chiama PISS, è in pieno stile Vulgar (anche se ad essere onesto suona un po' minore delle sorelle pubblicate) ed è stato ritrovato quasi per caso da Vinnie Paul (batterista) che ne ha curato il missaggio e l'uscita.
Piss esce accompagnata da un video clip realizzato dagli stessi fans della band, ai quali è stato chiesto di inviare una miniclip tributo ai Pantera ed al disco in questione.
E' molto bello, specie per chi ha amato e conosce bene i Cowboys from hell, ritrovare un sacco di riferimenti ai live, alle immagini e allo stile della band, senza contare le fedeli riproduzioni di alcune scene contenute nei video che spesso accompagnavano le uscite dei dischi.
Ecco il video.. con un po di nostalgia (fucking hostile!)
venerdì 13 aprile 2012
Jeremy compie 20 anni
Sono passati 20 anni dalla pubblicazione di Jeremy, il singolo dei Pearl Jam contenuto nel disco Ten del 1991, il primo di questa meravigliosa band.
Jeremy è direttamente ispirata alla triste vicenda di Jeremy Wade Delle di Richardson, sedicenne morto suicida davanti alla propria classe.
Prima che la TV decidesse che la cronaca fosse un onda da cavalcare attraverso inchieste pubbliche, discussioni e programmi di dubbio gusto, le notizie di questo genere venivano relegate in piccoli ritagli di giornale, come una sorta di doverosa comunicazione spoglia di particolari, in una pudica forma di rispetto nei confronti dei coinvolti e della società, che specie negli USA non doveva scandalizzarsi troppo.
La cronaca era come la mela marcia nel cesto di frutta, una cosa da scovare, gettare e dimenticare. Riguardava sempre persone difficili, sfortunate e comunque ben lontante dalla "nostra vita per bene".
Certo non tutti la pensavano così, e casi come questo venivano raccolti dagli animi più sensibili, specie dagli artisti, con il conseguente incupirsi delle loro opere. Schiere di scrittori, poeti, musicisti, registi e pittori hanno rielaborato fatti di cronaca facendone personaggi, canzoni e ritratti. Storie nere che non lasciavano indifferenti chi parlava del mondo e delle sue debolezze attraverso il proprio estro.
Così è stato da sempre, è vero, ma nei primi anni '90, proprio nel nord america, nella fredda città di Seattle, debolezza e interiorità venivano sviscerate e sbandierate come mai prima nella storia della musica, attraverso al Grunge, che tramite le sue band portava sui palchi canzoni crude, che parlavano di depressione, mal di vivere, ribellione e rabbia.
Eddie Vedder è solo l'ennesimo artista colpito da queste storie di straordinario disagio, capace però di scriverne un brano meraviglioso come Jeremy, di cui in un'intervista parlava così:
« [L'idea] viene da un paragrafo su un giornale il cui senso era: ti uccidi e fai un grande vecchio sacrificio cercando di ottenere la tua vendetta. Questo è ciò che finisci per ottenere, un paragrafo su un giornale. Diciassette gradi e nuvole in un quartiere suburbano. Questo è l'inizio del video e questa è la stessa cosa che si vede alla fine, non fa differenza... niente cambia. Il mondo continua e tu non ci sei più. La miglior vendetta è vivere e mettere alla prova te stesso. Sii più forte di quelle persone. Così puoi fargliela vedere... non rispondo loro. » (cit.Wikipedia)Ecco perchè tengo in maniera speciale a questa canzone.
Jeremy è direttamente ispirata alla triste vicenda di Jeremy Wade Delle di Richardson, sedicenne morto suicida davanti alla propria classe.
Prima che la TV decidesse che la cronaca fosse un onda da cavalcare attraverso inchieste pubbliche, discussioni e programmi di dubbio gusto, le notizie di questo genere venivano relegate in piccoli ritagli di giornale, come una sorta di doverosa comunicazione spoglia di particolari, in una pudica forma di rispetto nei confronti dei coinvolti e della società, che specie negli USA non doveva scandalizzarsi troppo.
La cronaca era come la mela marcia nel cesto di frutta, una cosa da scovare, gettare e dimenticare. Riguardava sempre persone difficili, sfortunate e comunque ben lontante dalla "nostra vita per bene".
Certo non tutti la pensavano così, e casi come questo venivano raccolti dagli animi più sensibili, specie dagli artisti, con il conseguente incupirsi delle loro opere. Schiere di scrittori, poeti, musicisti, registi e pittori hanno rielaborato fatti di cronaca facendone personaggi, canzoni e ritratti. Storie nere che non lasciavano indifferenti chi parlava del mondo e delle sue debolezze attraverso il proprio estro.
Così è stato da sempre, è vero, ma nei primi anni '90, proprio nel nord america, nella fredda città di Seattle, debolezza e interiorità venivano sviscerate e sbandierate come mai prima nella storia della musica, attraverso al Grunge, che tramite le sue band portava sui palchi canzoni crude, che parlavano di depressione, mal di vivere, ribellione e rabbia.
Eddie Vedder è solo l'ennesimo artista colpito da queste storie di straordinario disagio, capace però di scriverne un brano meraviglioso come Jeremy, di cui in un'intervista parlava così:
« [L'idea] viene da un paragrafo su un giornale il cui senso era: ti uccidi e fai un grande vecchio sacrificio cercando di ottenere la tua vendetta. Questo è ciò che finisci per ottenere, un paragrafo su un giornale. Diciassette gradi e nuvole in un quartiere suburbano. Questo è l'inizio del video e questa è la stessa cosa che si vede alla fine, non fa differenza... niente cambia. Il mondo continua e tu non ci sei più. La miglior vendetta è vivere e mettere alla prova te stesso. Sii più forte di quelle persone. Così puoi fargliela vedere... non rispondo loro. » (cit.Wikipedia)Ecco perchè tengo in maniera speciale a questa canzone.
martedì 10 aprile 2012
Domande
Non è ironico quello che sta emergendo dall'inchiesta sulla Lega?
Non è ironico che nessuno riesca a prendere a pedate tutti quelli che "io non ne sapevo niente" e che la stragrande maggioranza di essi continui a restare impunito al proprio posto?
Non è ironico che si abbia la faccia tosta di "discutere" su come cambiare la legge sui rimborsi elettorali dopo che un referendum li aveva aboliti come finanziamenti?
Non è ironico che i tre partiti più grandi e ipoteticamente diversi tra loro siano integerrimi nei salotti tv e complici quando si deve trovare una quadra sull'ennesima truffa della riforma elettorale, della diminuzione degli stipendi e dei privilegi parlamentari?
Non è ironico che non esista un organismo politico abbastanza trasparente da imporsi sugli altri, chiedendo controlli severi ed immediati su ogni deputato?
Non è ironico che in ogni settore, dall'economico allo sportivo, dilaghi la corruzione e nessuno si degna di mettere la riforma della giustizia al primo posto nel calendario delle riforme?
Non è ironico che non ci sia nessuno che riesca ad emergere da questo panorama desolante?
Non è ironico che in Italia paghi solo chi si fa il culo?
No, non lo è
Non è ironico che nessuno riesca a prendere a pedate tutti quelli che "io non ne sapevo niente" e che la stragrande maggioranza di essi continui a restare impunito al proprio posto?
Non è ironico che si abbia la faccia tosta di "discutere" su come cambiare la legge sui rimborsi elettorali dopo che un referendum li aveva aboliti come finanziamenti?
Non è ironico che i tre partiti più grandi e ipoteticamente diversi tra loro siano integerrimi nei salotti tv e complici quando si deve trovare una quadra sull'ennesima truffa della riforma elettorale, della diminuzione degli stipendi e dei privilegi parlamentari?
Non è ironico che non esista un organismo politico abbastanza trasparente da imporsi sugli altri, chiedendo controlli severi ed immediati su ogni deputato?
Non è ironico che in ogni settore, dall'economico allo sportivo, dilaghi la corruzione e nessuno si degna di mettere la riforma della giustizia al primo posto nel calendario delle riforme?
Non è ironico che non ci sia nessuno che riesca ad emergere da questo panorama desolante?
Non è ironico che in Italia paghi solo chi si fa il culo?
No, non lo è
domenica 8 aprile 2012
BUONA PASQUA!
Ecco il mio modo per augurare a tutti una buona Pasqua!
Porcupine Tree - The Rest Will Flow
Porcupine Tree - The Rest Will Flow
venerdì 6 aprile 2012
The Lord of noise
Il 5 aprile del '94 si spegneva Kurt Cobain, uno che di amplificatori ne ha spaccati parecchi.
18 anni dopo, ieri, lo raggiunge Jim Marshall, il cognome più presente sui palchi del rock.
Jim Marshall aveva 88 anni, e dal 1960 ha prodotto amplificatori, partendo dalla sua Inghilterra e conquistando il mondo a forza watt e distorsioni.
Tutti i più grandi hanno usato le sue casse e le sue testate, ma la forza di questo marchio era la diffusione capillare a tutti i livelli. Dalle band più comuni a quelle più estreme, dagli amatori ai professionisti, in ogni genere dove cui la chitarra deve dire la sua, presente su migliaia di palchi e spesso parte integrante delle scenografie stesse, Marshall è stato un emblema per il rock.
Il giusto e un po' sarcastico saluto, nel coro dei grandi della musica che lo celebrano in queste ore, lo ha dato Nikki Sixx dei Motley Crue:
“Marshall è il responsabile di molti dei più grandi momenti della storia del rock sound, ma anche di buona parte della nostra perdita di udito!“.
giovedì 5 aprile 2012
Ancora inseme all'ANLAIDS
Nei giorni 7 e 8 aprile 2012 i ragazzi del Concerto per un amico saranno in Piazza Vittorio Emanuele II per conto dell’ANLAIDS, Associazione Nazionale per la Lotta contro l’AIDS, che si batte dal 1985 contro questa malattia gravissima.
In occasione della Pasqua 2012, in 2500 piazze italiane partirà l'ennesima edizione del “BONSAI AID AIDS”, in cui alcuni volontari (in questo caso i ragazzi del Comitato Giovani), allestiranno una bancarella adibita alla raccolta fondi.
A fronte di un'offerta, infatti, i donatori riceveranno in omaggio alcuni gadget (spillette, palloncini...) e per importi superiori ai € 15,00dei bellissimi Bonsai.
Scopri i dettaglisul sito dell'ANLAIDS
martedì 3 aprile 2012
Nick Drake - Pink Moon (1972)
Compie 40 anni questo disco, un gioiello prezioso, di rara bellezza, dolce e struggente nella sua semplice ed infinita profondità.
Pink Moon è uno dei pochissimi dischi che mi hanno trafitto fin dal primo ascolto, il disco perfetto per ogni momento di riflessione, per prepararsi ad una scelta importante o per imparare ad accettarla.
Nick Drake è stato l'ennisimo grande artista vittima della propria debolezza, essenza però della sua sensibilità e del suo infinito estro musicale.
A leggere di lui, magari ascoltando questo disco, ci si trova davanti ad una persona immersa in una profonda solitudine, ma circondato dal calore della sua musica.
Nick Drake è morto all'età di 26 anni, nel 1974, mancando così anche l'ingresso nel celebre e macabro club del 27, ma Drake, a quanto pare, non era tipo da club.
Questo è stato l'ultimo lavoro che ha pubblicato prima di lasciare Londra, prima di tornare a casa dei suoi genitori, prima di abbandonarsi tra le braccia asfissianti della depressione.
La cosa straordinaria e che in questo disco, io, ci sento un sacco di speranza, soprattutto a livello musicale, quasi a compensarne i testi, come se avesse voluto donarla a tutti, disfacendosene per sempre, come se ne avesse raccolta quanta ne rimaneva in se stesso e l'avesse confezionata in un piccolo fagotto, fatto di una musica minimale ma non semplice, con melodie malinconiche ma non per forza tristi, sigillato con una copertina surreale, come parte delle sue parole.
E' bello pensare che dopo 40 anni, la magia di una canzone sopravviva alla fine di chi l'ha scritta, come se in fondo, nonostante tutto, nessuno possa andarsene davvero.
Pink Moon è uno dei pochissimi dischi che mi hanno trafitto fin dal primo ascolto, il disco perfetto per ogni momento di riflessione, per prepararsi ad una scelta importante o per imparare ad accettarla.
Nick Drake è stato l'ennisimo grande artista vittima della propria debolezza, essenza però della sua sensibilità e del suo infinito estro musicale.
A leggere di lui, magari ascoltando questo disco, ci si trova davanti ad una persona immersa in una profonda solitudine, ma circondato dal calore della sua musica.
Nick Drake è morto all'età di 26 anni, nel 1974, mancando così anche l'ingresso nel celebre e macabro club del 27, ma Drake, a quanto pare, non era tipo da club.
Questo è stato l'ultimo lavoro che ha pubblicato prima di lasciare Londra, prima di tornare a casa dei suoi genitori, prima di abbandonarsi tra le braccia asfissianti della depressione.
La cosa straordinaria e che in questo disco, io, ci sento un sacco di speranza, soprattutto a livello musicale, quasi a compensarne i testi, come se avesse voluto donarla a tutti, disfacendosene per sempre, come se ne avesse raccolta quanta ne rimaneva in se stesso e l'avesse confezionata in un piccolo fagotto, fatto di una musica minimale ma non semplice, con melodie malinconiche ma non per forza tristi, sigillato con una copertina surreale, come parte delle sue parole.
E' bello pensare che dopo 40 anni, la magia di una canzone sopravviva alla fine di chi l'ha scritta, come se in fondo, nonostante tutto, nessuno possa andarsene davvero.
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