martedì 12 marzo 2013

Molto Calmo, Sotto Casa.

In un periodo di grandi dubbi arrivano dalla musica Italiana alcune certezze piuttosto rassicuranti.
Va detto che il mercato musicale italiano è stato molto colpito dalla crisi, non tanto da quella economica ma piuttosto da quella discografica. Non potendo contare su smisurati bacini di utenti, per motivi geografici e culturali, l'Italia ha pagato cara la digitalizzazione e le soluzioni attuate dai colossi musicali mondiali hanno trovato pochi soggetti da poter esportare ed impiegare al di fuori dal Belpaese.
L'Italia paga inoltre quel carattere un po' snobbista e un po' esterofilo che tende a creare delle fazioni musicali chiuse, maldisposte ad aprire i propri gusti e i propri ascolti.
La scarsa consapevolezza di una tradizione importante e la cattiva gestione di un patrimonio smisurato ha avuto negli ultimi anni il risultato di creare alcuni (pochissimi) grandi miti e una valanga di "precari della nota" in balia del singolo perfetto.
Ora però, anche da noi, si è cominciato a prendere coscienza della necessità di abbattere alcune barriere per poter coltivare un pubblico più tollerante e quindi in grado di comprendere ed apprezzare modi diversi di fare musica.
Sperimentazioni, collaborazioni e una forte iniezioni di giovani interpreti e soprattutto giovani autori (anche se sempre troppo pochi!) sta provando a svecchiare una situazione che era quasi al paradosso, in cui la musica di cui si parlava non era più la musica che si ascoltava e viceversa.
Si vedono finalmente "facce nuove" che strappano consensi alle vecchie glorie, generi di serie B che invadono i campi istituzionali della serie A, dall'Hip Hop al jazz, che trovano finalmente ampi spazi in radio e tv ecc..
L'ultima conferma a tutto questo è arrivato dall'ultimo Festival di San Remo che è riuscito per la prima volta ad avere un cast credibilmente attuale.
Certo le vecchie glorie non stanno a guardare, molti si trasformano in autori e distribuiscono pezzi come fossero caramelle, altri si reinventano o ci provano mentre alcuni, definitivamente, spariscono.
Non è il caso di due grandi nomi della nostra musica, Max Gazzè e Neffa, due personaggi che apprezzo particolarmente.
Il primo per il suo essere musicista, con ritmiche sempre incalzanti associate a testi mai scontati, capace di rinnovarsi pur restando fedele al proprio stile e che esce da San Remo a testa alta con la bellissima Sotto Casa. Neffa invece è un camaleonte formidabile, capace di adattarsi a qualsiasi sfondo, trasformandolo però a sua immagine, trascinando la musica nella sua dimensione.
A dispetto di quanti molti affermano io trovo fortissime similitudini tra il primo Neffa del dopo Sangue misto e quello più pop di oggi.
L'abbandono del Rap è stata una conseguenza di una crescita che indubbiamente ha dato risalto al Neffa compositore, che continua a pubblicare dischi molto diversi tra di loro, che spaziano dal funk al pop, dall'elettronica al punk-rock.
Il 2013 si apre con questi due pezzi che mi piacciono molto, una sorta di buon inizio la dove gli inizi sembrano andare tutti storti!

 

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