Ci sono voluti otto anni a John Lambert per ad ultimare e ad immettere sul mercato questo nuovo strumento "alieno".
Si tratta dell'Eigenharp, rilasciato nel 2009, uno strumento che offre infinite possibilità musicali grazie ad un'ulteriore passo avanti del mondo digitale verso il mondo analogico.
Si assiste infatti, dopo anni passati a progettare ogni tipo di strumento digitale, ad una sterzata piuttosto diffusa nel tornare ad avvicinarsi al mondo classico dei sistemi tradizionali, in cui i suoni erano generati da un'azione umana e non riprodotti da una macchina.
Questo offre, oltre al naturale carattere personale del musicista, anche la possibilità di creare infinite sfumature per lo stesso suono, caratterizzate dal materiale, dalla tipologia e dalla qualità dello strumento. Le tecniche digitali hanno però il grande vantaggio di permettere l'iterazione tra molte più variabili, tra strumenti differenti garantendo un controllo maggiore e semplificato del suono.
Così ci si imbatte sempre più spesso in nuovi strumenti che mettono al centro un'azione umana e che contemporaneamente godano delle infinite opportunità che il digitale offre.
L'Eigenharp è esattamente questo, costruito in tre modelli si presenta a secondo delle dimensioni come un piccolo flauto o un tecnologico sitar, capace di far interagire i suoni fisici generati dal musicista (fiato e dita) con una complessa e variopinta sezione digitale.
Si tratta in pratica di un controller che permette di agire in tempo reale sulle modulazioni, sugli effetti ma anche sulle stesse note, cambiando quindi tonalità o facendo intervenire sezioni ritmiche o sintetizzatori.
Il futuro volge spesso uno sguardo al passato, soprattutto quando la corsa alla standardizzazione fa sentire la nostalgia della buona e vecchia personalità. non sempre sinonimo di perfezione ma sicuramente essenziale per emozionare.
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