Lo stallo nel gioco degli scacchi è una situazione che determina la fine della partita.
Si crea quando, pur non essendo sotto scacco, non ci sono mosse legali disponibili per continuare il gioco (cit).
Durante una partita a scacchi, il gioco di strategia per eccellenza, anche lo stallo deve essere valutato, sia da chi si trova in svantaggio e cerca così di arrivare ad un risultato di "patta", sia da chi si trova in vantaggio e lo deve evitare ad ogni costo.
Quello che succede in questo momento alla nostra politica (rigorosamente in minuscolo), è tutt'altro che uno stallo, anche se a tutti fa comodo chiamarlo così.
Innanzitutto non è stato cercato da chi era in minoranza e soprattutto non è stato evitato da chi le elezioni le ha "non vinte".
Posto che sembra assurdo cercare un'alleanza con chi si trova oggi in Parlamento per distruggere i vecchi partiti, con chi ha fatto di questo il suo baluardo e (a torto o a ragione stabilitelo voi), resta il soggetto politico più coerente coi propri elettori, le responsabilità di questa situazione vanno condivise.
Con Monti fuori dai giochi per l'ininfluente peso politico e con l'ira di Napolitano che ora lo avrebbe riconfermato facilmente al governo, se solo non fosse salito (o sceso?) in politica, il gioco torna tutto nelle mani di Berlusconi e Bersani.
Il primo è nella facile situazione di poter tendere una mano all'unico alleato che può garantirgli un futuro (Grillo gli mozzerebbe anche le braccia!), magari pretendendo pure qualche favore per giustificare il suo senso di responsabilità.
Bersani è disperso nel polverone di un partito che parla di novità con gli stessi dirigenti che hanno sempre stretto alleanze, anche con Berlusconi, ma che ora vogliono dimostrarsi integerrimi, a costo di farsi umiliare dai 5 stelle, accusare dal PDL e deridere da mezza Italia (anzi dal 71%).
Con la Laga ai minimi storici e SEL aggrappata ai PD per sopravvivere ecco la situazione al completo con l'aggiuta di qualche elemento tra l'assurdo e il paradosso.
Il paradosso è che nonostante tutto ci si trova con un Parlamento finalmente rinnovato almeno nei volti, pieno di donne e giovani, che perlomeno non sono i vecchi uomini che vediamo da 30 anni, o almeno non tutti!
L'assurdo è che la patata bollente è finita nelle mani di Napolitano, a 15 giorni dalla fine del suo mandato, quello forse più difficile per un presidente della Repubblica nella storia Italiana.
Infine ecco le reazioni: tutti indignati per colpa di Grillo, per le scelte di Napolitano, per l'ostinazione di Bersani e per l'impresentabilità di Berlusconi, insomma: STALLO MATTO!
Purtroppo come ho detto, almeno per me, non è affatto uno stallo, ma è una porcata, voluta innanzitutto da chi, per un anno, non ha cambiato la legge elettorale e che ora RESPONSABILMENTE dovrebbe PAGARE questa situazione, risolvendola anche a rischio di bruciarsi l'elettorato se non addirittura in termini economici.
Siamo alla frutta di una la cena pessima, con la scacchiera posizionata su tavolo spoglio di ogni cibaria e i commensali impegnati a sbadigliare senza muovere una sola pedina, non chiamatelo stallo ma l'ennesima dimostrazione di una radicata incapacità.
Nessun commento:
Posta un commento