I Sum 41 hanno sempre strizzato l'occhio al metal, tanto da essere paragonati, nell'attitudine, più vicini alla vecchia scuola heavy che all'ondata punk rock.
Il loro stile è comuque d'ispirazione punk, uno skate rock che ricorda più i primi Green Day che i Maiden, pur non rinunciando alle contaminazioni, tanto da inserire nei loro dischi assoli di chitarra e strofe rappate!
Nel 2001, in occasione della colonna sonora di Spiderman, i ragazzi canadesi hanno pubblicato What we're all about, una versione modificate e riassemblata utilizzando citazioni dal loro ultimo disco e materiale inedito.
Nel loro video è stato ospitato Kerry King, chitarrista degli Slayer, autore ed esecutore dell'assolo che fa da ponte.
Indimenticabile inoltre, la partecipazione dei Sum 41 all'MTV ICON dedicato ai Metallica.
Spazio aperto per tutti! Un luogo dove condividere notizie, consigli, recensioni, pensieri, progetti e musica! Il Concerto per un Amico attivo tutto l'anno! Vuoi diventare autore del blog? contattaci!
martedì 26 agosto 2014
sabato 23 agosto 2014
Riflessioni sull'orrore
Mentre cercavo qualche chiarimento sulla crisi Irachena mi sono imbattuto su un video terribile, il cui macabro apice aveva come soggetto un bambino, chino sulla testa mozzata di un soldato (credo..) che, con un sorriso frutto dell'ingenuità dei suoi anni e la palese inconsapevolezza dell'orrore attorno a lui, provava ad alzarla come un trofeo davanti alla telecamera...
Non posterò l'indirizzo di questo video per rispetto, ma è pieno il web di altrettanti o forse peggiori immagini simili, provenienti da ogni parte del mondo.
In questi giorni la maggior parte di esse arrivano dall'Iriq e non possono lasciare indifferenti, così come le parole del Papa che parla apertamente di Terza Guerra Mondiale combattuta a pezzettini.
Come dargli torto visto anche il risultato dell'indagine dell'Huffingtonpost secondo cui solo 11 nazioni al mondo non sono impegnate in conflitti con Paesi esteri.
Questi conflitti sono più o meno conosciuti, alcuni sempre sotto i riflettori altri che si guadagnano la notorietà a suon di minacce o massacri, sempre più spesso svelati volontariamente attraverso video poi lanciati sul web, meglio se impressionanti, meglio se macabri, meglio se diffusi!
Non mi riferisco solo al video della barbara esecuzione del giornalista americano, ma alle decine di testimonianze che la strategia del terrore, firmata oggi da questo fantomatico gruppo jihadista chiamato ISIS continua a rilasciare sul web.
La tecnica è piuttosto semplice e si tramanda nel tempo, colpire con inaudita violenza nelle prime battaglie, diffondere le notizie delle atrocità commesse e godere delle conseguenze del terrore creato.
In questa maniera, interi villaggi fuggono e la resistenza delle popolazioni è pressoché nulla, così come quelle delle truppe più isolate o dei mercenari che temono una fine tanto violenta.
Nei secoli passati le voci venivano diffuse attraverso il passaparola, la stampa o macabri trofei esposti nelle zone di passaggio mentre oggi la comodità del web e la sua cassa di risonanza mondiale sembra essere il metodo preferito per protrarre tale pratica.
In più sembra che le dimostrazioni di forza, l'annullamento dell'avversario e la sete di sangue venga esaltata da questa finestra sul mondo, creando sempre più spesso mostri che fanno della disumanità il loro biglietto da visita.
Le parole del Papa su quanto sia lecito fermare l'aggressore ingiusto hanno suscitato un polverone, anche se dubito alludesse a bombardamenti o al rifornimento di armi ad una fazione rispetto all'altra .
Ormai è chiaro che quanto accade nel medio oriente è fuori controllo, spesso paradossale come il fatto che in questo momento il gruppo ISIS sia combattuto tanto dagli USA quanto dalla Siria, mentre parte delle fazioni che oggi verrebbero "rifornite" dagli Europei furono in un passato nemmeno troppo lontano bombardate degli stessi in quanto considerati ostili.
Non ci sono certo soluzioni semplici, anche perché gli anni di atrocità hanno partorito generazioni sempre più agguerrite, pronte a vendette sanguinarie e a disposizione di chiunque li sappia organizzare per trarre vantaggi dai loro atti.
Battaglie per i confini, per religione, per vendetta, per difendere la propria storia, per cancellare quella di chi si odia, il tutto finanziato e sfruttato per il vantaggio di qualcuno che spesso è estraneo a questi principi.
Come si risolve? Non ne ho idea, ma vedere quel video mi ha ricordato che se una cosa non è mai cambiata in tutta la storia del genere umano, questa è l'innata tendenza alla violenza che sfocia nelle guerre.
..E più ci si sforza per il rifiuto alla guerra, più si resiste al bisogno di pace.
Non posterò l'indirizzo di questo video per rispetto, ma è pieno il web di altrettanti o forse peggiori immagini simili, provenienti da ogni parte del mondo.
In questi giorni la maggior parte di esse arrivano dall'Iriq e non possono lasciare indifferenti, così come le parole del Papa che parla apertamente di Terza Guerra Mondiale combattuta a pezzettini.
Come dargli torto visto anche il risultato dell'indagine dell'Huffingtonpost secondo cui solo 11 nazioni al mondo non sono impegnate in conflitti con Paesi esteri.
Questi conflitti sono più o meno conosciuti, alcuni sempre sotto i riflettori altri che si guadagnano la notorietà a suon di minacce o massacri, sempre più spesso svelati volontariamente attraverso video poi lanciati sul web, meglio se impressionanti, meglio se macabri, meglio se diffusi!
Non mi riferisco solo al video della barbara esecuzione del giornalista americano, ma alle decine di testimonianze che la strategia del terrore, firmata oggi da questo fantomatico gruppo jihadista chiamato ISIS continua a rilasciare sul web.
La tecnica è piuttosto semplice e si tramanda nel tempo, colpire con inaudita violenza nelle prime battaglie, diffondere le notizie delle atrocità commesse e godere delle conseguenze del terrore creato.
In questa maniera, interi villaggi fuggono e la resistenza delle popolazioni è pressoché nulla, così come quelle delle truppe più isolate o dei mercenari che temono una fine tanto violenta.
Nei secoli passati le voci venivano diffuse attraverso il passaparola, la stampa o macabri trofei esposti nelle zone di passaggio mentre oggi la comodità del web e la sua cassa di risonanza mondiale sembra essere il metodo preferito per protrarre tale pratica.
In più sembra che le dimostrazioni di forza, l'annullamento dell'avversario e la sete di sangue venga esaltata da questa finestra sul mondo, creando sempre più spesso mostri che fanno della disumanità il loro biglietto da visita.
Le parole del Papa su quanto sia lecito fermare l'aggressore ingiusto hanno suscitato un polverone, anche se dubito alludesse a bombardamenti o al rifornimento di armi ad una fazione rispetto all'altra .
Ormai è chiaro che quanto accade nel medio oriente è fuori controllo, spesso paradossale come il fatto che in questo momento il gruppo ISIS sia combattuto tanto dagli USA quanto dalla Siria, mentre parte delle fazioni che oggi verrebbero "rifornite" dagli Europei furono in un passato nemmeno troppo lontano bombardate degli stessi in quanto considerati ostili.
Non ci sono certo soluzioni semplici, anche perché gli anni di atrocità hanno partorito generazioni sempre più agguerrite, pronte a vendette sanguinarie e a disposizione di chiunque li sappia organizzare per trarre vantaggi dai loro atti.
Battaglie per i confini, per religione, per vendetta, per difendere la propria storia, per cancellare quella di chi si odia, il tutto finanziato e sfruttato per il vantaggio di qualcuno che spesso è estraneo a questi principi.
Come si risolve? Non ne ho idea, ma vedere quel video mi ha ricordato che se una cosa non è mai cambiata in tutta la storia del genere umano, questa è l'innata tendenza alla violenza che sfocia nelle guerre.
..E più ci si sforza per il rifiuto alla guerra, più si resiste al bisogno di pace.
mercoledì 20 agosto 2014
La sfida del Secchio
Orma è virale a livello planetario e ha coinvolto tutte le più grandi celebrità del pianeta, da Bill Gates a Mark Zuckerberg, da Lady Gaga a Eddie Vedder, da Justin Bieber a Barack Obama (per ora solo nominato!).
La cosa è piuttosto semplice e ha come scopo quello di raccogliere fondi per la ricerca contro la SLA.
In pratica si viene nominati e si hanno 24 ore per organizzarsi e realizzare un video in cui ci si ritrova vittime di una secchiata di acqua gelata!
Ormai sono migliaia i video ed è impossibile stare dietro a tutti, ma tra i tanti si annuncia una spettacolare sfida partita da Dave Grohl che ha citato nientemeno che Jack Black, John Travolta e Stephen King.
La singolarità è che per farlo ha organizzato una parodia del film Carrie, tratto appunto da un romanzo di King nella cui versione cinematografica ha recitato anche Travolta! Sotto a chi tocca, anche con le donazioni!
La cosa è piuttosto semplice e ha come scopo quello di raccogliere fondi per la ricerca contro la SLA.
In pratica si viene nominati e si hanno 24 ore per organizzarsi e realizzare un video in cui ci si ritrova vittime di una secchiata di acqua gelata!
Ormai sono migliaia i video ed è impossibile stare dietro a tutti, ma tra i tanti si annuncia una spettacolare sfida partita da Dave Grohl che ha citato nientemeno che Jack Black, John Travolta e Stephen King.
La singolarità è che per farlo ha organizzato una parodia del film Carrie, tratto appunto da un romanzo di King nella cui versione cinematografica ha recitato anche Travolta! Sotto a chi tocca, anche con le donazioni!
sabato 16 agosto 2014
In macchina con i Korn
Oggi i metodi promozionali si sprecano e nel mucchio alcuni sono piccole perle.
E' il caso di questa invervista-canzoniere a Jonathan Davis e Brian Welch, pronti a sfidarsi nel riconoscimento delle canzoni su di un Honda Civic.
E' il caso di questa invervista-canzoniere a Jonathan Davis e Brian Welch, pronti a sfidarsi nel riconoscimento delle canzoni su di un Honda Civic.
martedì 12 agosto 2014
Ciao
L'affetto è una cosa starna, spesso ci lega a persone distanti che hanno però avuto la capacità di emozionarci, regalarci un sorriso o farci commuvere, spesso regalandoci qualcosa di più che un semplice intrattenimento.
La forza di Robin Williams non era tanto nella tecnica o nella sua fisicità, il suo dono superava le semplici espressioni e gli ha permesso di interpretare centinaia di ruoli senza mai perdere la credibilità che risiedeva nei suoi occhi e in quelli di tutti i suoi personaggi.
Da Monk e Mindy fino a The Crazy Ones ho sempre seguito i suoi lavori, la cui presenza era per me sinonimo di qualità, anche nelle parti minori, anche se lontano da quel Robin Williams divertente che poteva affrontare grandi temi con il sorriso.
Grazie e buon viaggio.
La forza di Robin Williams non era tanto nella tecnica o nella sua fisicità, il suo dono superava le semplici espressioni e gli ha permesso di interpretare centinaia di ruoli senza mai perdere la credibilità che risiedeva nei suoi occhi e in quelli di tutti i suoi personaggi.
Da Monk e Mindy fino a The Crazy Ones ho sempre seguito i suoi lavori, la cui presenza era per me sinonimo di qualità, anche nelle parti minori, anche se lontano da quel Robin Williams divertente che poteva affrontare grandi temi con il sorriso.
Grazie e buon viaggio.
sabato 9 agosto 2014
Tool e assicurazioni
Dietro gli album dei grandi artisti si annidano spesso storie di poesia e misticismo, l'ispirazione che si fonde alle migliori produzioni, il genio espresso in frequenze intrappolato nei microfoni di studi leggendari, le parole dei testi che sposano la musica rivelando nuovi significati.
Se poi si tratta di artisti sfuggevoli, icone musicali o figure emblematiche di generi oscuri e graffianti tutto diventa ancor più affascinante, tanto da far scalpore anche quando non si pubblica nulla, dando vita a qualsiasi ipotesi per giustificare un silenzio difficile da spiegare.
Per i Tool stà accadendo questo, 8 anni di annunci e smentite, 8 anni di silenzi e una band innovativa che sedimenta sui suoi capolavori cristallizando nel mito che generalmente spetta a chi se ne va.
Finalmente giunge una spiegazione e ... alla faccia della poesia...
non si è prosciugata l'ispirazione, non sono vittime di qualche maledizione e non sono stati sopraffatti da problemi personali: si tratta di una banale e concretissima causa legale.
Fine della poesie e bentornati nel mondo dove una disputa e un'assicurazione riescono a spegnere una macchina da guerra che fino al 2006 stava travolgendo il mondo del metal.
Per saperne di più: rockol.it
Se poi si tratta di artisti sfuggevoli, icone musicali o figure emblematiche di generi oscuri e graffianti tutto diventa ancor più affascinante, tanto da far scalpore anche quando non si pubblica nulla, dando vita a qualsiasi ipotesi per giustificare un silenzio difficile da spiegare.
Per i Tool stà accadendo questo, 8 anni di annunci e smentite, 8 anni di silenzi e una band innovativa che sedimenta sui suoi capolavori cristallizando nel mito che generalmente spetta a chi se ne va.
Finalmente giunge una spiegazione e ... alla faccia della poesia...
non si è prosciugata l'ispirazione, non sono vittime di qualche maledizione e non sono stati sopraffatti da problemi personali: si tratta di una banale e concretissima causa legale.
Fine della poesie e bentornati nel mondo dove una disputa e un'assicurazione riescono a spegnere una macchina da guerra che fino al 2006 stava travolgendo il mondo del metal.
Per saperne di più: rockol.it
giovedì 7 agosto 2014
Vabbè va...
Scegliere Schettino come testimone (insegnante sarebbe tragico...) di una lezione sulla gestione del Panico, prima ancora della sentenza definitiva, che dovrà stabilire quanto i suoi comportamenti abbiano influito sulla morte di decine di persone, non mi sembra la cosa più ragionevole.
Che lo faccia un'Università come La Sapienza lo trovo quasi grottesco.
Esattamente come la scelta di sfruttare la sua immagine per lanciare la Codacons TV, baluardo catodico dei consumatori in generale, come le vittime del disastro della Concordia.
E' indubbio il clamore mediatico che suscita il comandante sotto inchiesta ed è scontato che molti cerchino di sfruttarne ogni eco.
Colpisce molto anche la grande disponibilità di Schettino, la cui spavalderia potrebbe essere frutto di una voglia di riscatto o semplice spregiudicatezza morale, discutibile, ma comunque riguardante scelte personali di una persona in attesa di giudizio.
Ben più grave è che questo venga sfruttato da Università e Associazioni che dovrebbero fare della morale un principio, strutture che dovrebbero indirizzare una società e non cavalcarne le deviazioni. Se infine pensiamo che tutto questo infierisce esclusivamente su chi ancora piange le proprie vittime e vede celebrare colui che ad oggi è uno dei principali probabili responsabili, la disapprovazione non può che aumentare.
Vabbè va... continuiamo così, tanto siamo nell'età d'oro del grottesco e pensare che sia la società a punire tali azzardi con l'oblio dell'indifferenza è semplice utopia.
Che lo faccia un'Università come La Sapienza lo trovo quasi grottesco.
Esattamente come la scelta di sfruttare la sua immagine per lanciare la Codacons TV, baluardo catodico dei consumatori in generale, come le vittime del disastro della Concordia.
E' indubbio il clamore mediatico che suscita il comandante sotto inchiesta ed è scontato che molti cerchino di sfruttarne ogni eco.
Colpisce molto anche la grande disponibilità di Schettino, la cui spavalderia potrebbe essere frutto di una voglia di riscatto o semplice spregiudicatezza morale, discutibile, ma comunque riguardante scelte personali di una persona in attesa di giudizio.
Ben più grave è che questo venga sfruttato da Università e Associazioni che dovrebbero fare della morale un principio, strutture che dovrebbero indirizzare una società e non cavalcarne le deviazioni. Se infine pensiamo che tutto questo infierisce esclusivamente su chi ancora piange le proprie vittime e vede celebrare colui che ad oggi è uno dei principali probabili responsabili, la disapprovazione non può che aumentare.
Vabbè va... continuiamo così, tanto siamo nell'età d'oro del grottesco e pensare che sia la società a punire tali azzardi con l'oblio dell'indifferenza è semplice utopia.
lunedì 4 agosto 2014
Riforme
Qualche tempo fa, tra le lacrime, il governo Monti riformava il sistema pensionistico e aumentava le tasse per l'impossibilità di ridurre la spesa, appoggiato da un parlamento che nascondendosi dietro le vesti dei tecnici salvaguardava i propri interessi e quelli di chi temevano bruschi cambiamenti.
Con la caduta del governo tecnico, come sciacalli, tutti i partiti si sono cibati della carcassa decaduta, prendendo le distanze da quelle azioni impopolari e sfoggiando volti nuovi per le elezioni imminenti nel tentativo di non sparire nel il disgusto dilagante.
Il nuovo parlamento, paralizzato dagli effetti di un'assurda legge elettorale, partoriva la rielezione di Napolitano che, sostenuto da gran parte di esso, manda avanti l'impavido Letta, idoneo a mantenere inalterati gli equilibri, mentre la gente digeriva i bocconi amari e tornava ad affamarsi di speranze.
Con drastico tempismo e una punta di spregiudicatezza è poi arrivato Renzi, forte della speranza che il suo nome suscitava, ma non abbastanza sicuro di poter sconfiggere un M5S, che alla speranza aggiungeva anche una buona dose di vendetta. Con l'appoggio del Presidente, Renzi evitava l'elettorato e mandava a casa Letta che finiva la sua funzione di fermacarte, lasciando il governo alla "svolta Renziana".
Riforme diventava la parola d'ordine, ma se all'inizio era piuttosto sbiadita a causa delle difficili condizioni di un PD spaccato, oggi è tornata ad illuminarsi dopo il plebiscito per le europee.
La storia prosegue, ma dopo quella delle pensioni firmata Fornero, alla parola Riforma non è rimasto che lampeggiare sull'insegna dei buoni propositi che accompagna ogni ministro dell'attuale esecutivo.
Con buona pace per temi minori come lavoro, economia, spesa pubblica, sanità, scuola e i piccoli screzi internazionali che causano immigrati e distruzione, l'unica riforma che può essere discussa sembra quella costituzionale, approdata al voto dopo la sospensione di quella elettorale, abbandonata per manifesta incapacità di raggiungere un'obiettivo.
Ora il tutto si ferma nuovamente, tra chi vuole portarla a casa ad ogni costo e chi vuole impedirla gridando al golpe... Ma è mai possibile che in Italia non si possa MAI cambiare nulla? E' possibile che la spunti sempre quello che grida più forte e che i compromessi siano sempre talmente invalidanti da rendere i cambiamenti nulli?
Intendiamoci, per me la riforma del Senato è inutile, se vogliono abolirlo va chiuso e basta, pochi ca**i, ma se ci riduciamo così per la gestione di una Camera il cui potere non si sa bene quale sarà, cosa succederà per temi ben più scottanti? forse NIETE? come al solito!
Il tutto naturalmente al di fuori delle Tasse, quelle si aumentano a colpi di maggioranza, riforme e decreti, con buona pace di un popolo che si appassiona a tagliole, canguri e ghigliottine!
Incomincio a pensare che tutto faccia parte di un sistema ben rodato in cui tutti si decide di non decidere e il non decidere piace a tutti.
Magari è la classica idea populista ma mi sono un po' rotto e se non vedrò cambiamenti dovrò iniziare a mettere seriamente in discussione i principi della democrazia!
Come me, purtroppo, potrebbero farlo in molti, preparando così il paese per il primo tiranno disposto a mangiarselo, con la speranza, piuttosto amara, che faccia un buon lavoro o comunque, per una volta, che qualcosa almeno si faccia!
Come me, purtroppo, potrebbero farlo in molti, preparando così il paese per il primo tiranno disposto a mangiarselo, con la speranza, piuttosto amara, che faccia un buon lavoro o comunque, per una volta, che qualcosa almeno si faccia!
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