mercoledì 10 settembre 2014

Ben Howard - Every Kingdom (2011)

Forse aveva bisogno di decantare… dopotutto la prima volta che ascoltai questo disco, retaggio di una scorribanda nel mondo del folk britannico, citato da molti come perla di un nuovo astro nascente, il mio giudizio fu abbastanza spietato.
L'aroma pop che emanavano le canzoni mi sembrava troppo caratterizzante in un momento dove trovavo esaltanti vecchie filastrocche e nenie popolari. Inoltre avevo fatto abbuffate di prodezze legate al fingerpicking, con le orecchie fumanti per meraviglie che vibravano sulle corde di artisti tipo Andy McKee e Erik Mograin.
Se aggiungiamo poi, che in più di una recensione era stato evidenziato un parallelo con Nick Drake, il cui solo nome riesce ad affamarmi, le mie aspettative erano decisamente esagerate.
Oggi tra un temporale e l'altro mi ritrovo davanti questo disco e decido finalmente di "ristapparlo", con la svogliata sensazione di farlo più per comodità che per giustizia.
Lontano dai paragoni e con l'orecchio meno compromesso, ecco emergere tutta la magia che non avevo colto, legata all'insieme degli ingredienti e non alla loro singolarità.
Ben Howard è molto giovane (classe 1987) e questo emerge sporadicamente dalle sue canzoni che a primo impatto sembrano invece fin troppo "navigate". Questo va ben compreso e non semplicemente confuso con la più banale e scontata leggerezza nel volersi ammiccare l'ondata folk rock moderna.
Certo ora mi sembrano più sensati alcuni paragoni ma la cosa che più affascina è l'armonia che questo disco custodisce, basata su linee semplici ma non scontate, malinconiche ma non tristi, brillanti ma non allegre.
Insomma, dopo due anni mi ritrovo ad apprezzare un disco che avevo scartato, a ricredermi su un giudizio affrettato e a godere di una nuova scoperta. Alla faccia della coerenza a tutti costi!

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