Era il 27 febbraio del 1986 quando, in seguito al ribaltamento del bus su cui viaggiavano, Clifford Lee Burton, bassista dei Metallica, perse la vita.
Per alcuni Cliff fu il vero perno su cui si avvitò il successo della band, per altri fu semplicemente un musicista straordinario e per altri ancora colui che ha saputo far evolvere lo speed metal in thrash metal.
Comunque lo si definisca resta il fatto che chiunque lo abbia conosciuto, ha tessuto elogi per la sua figura, non solo musicale, dipingendone un ritratto sincero e condiviso.
Cliff è stato un fratello maggiore per James Hetfield, che ancora oggi conserva l'anello che gli è stato donato dalla famiglia Burton, è stato il miglior amico di Kirk Hammett, con cui condivideva le stanze nei tour e con cui ha scambiato la cuccetta la notte del disastro. E' stato anche l'alter ego di Lars Ulrich, facendo per la musica quello che il batterista faceva per il businness della band.
L'incidente ha segnato profondamente la vita dei sui compagni, nel carattere, nelle scelte difficili che hanno dovuto affrontare negli anni a venire, nel lascito musicale che li ha contagiati insegnando loro l'importanza della varietà d'ascolto e della devozione alle proprie passioni.
Se i Metallica sono diventati quello che rappresentano lo devono anche a lui e, nonostante le illazioni, lo ricordano bene.
Quel che rimane di Cliff è un'infinita serie di citazioni, un schiera di fan devoti e tanta buona musica. Tra i tanti tributi a lui dedicati, ho scelto questo di Dave Mustaine, in eterno conflitto con i Metallica, ma legato a quella band fin da quando lui stesso contribuì a farla emergere.
Mustaine dichiarò di essere stato ferito dal fatto che nessuno dei Metallica si prese la briga di comunicargli direttamente la morte di Cliff, e di aver reagito con rabbia alla brutta notizia.
Durante quel conflitto di emozioni scrisse questa canzone, che negli anni venne spesso dedicata all'amico e compianto bassista dai pantaloni a zampa.
Ciao Cliff Burton.
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