Gli ultimi giorni sono stati intensi e tutti hanno condiviso l'ansia per la brutta avventura che ha coinvolto il giovane studente Vercellese.
Fortunatamente la cosa si è conclusa bene, anche se molti aspetti della vicenda restano sorprendenti.
Quello che mi ha fatto pensare è quanto il connubio di tecnologia e partecipazione abbiano scosso questa comunità. Nonostante le informazioni fossero spesso opache o contradditorie, abbiamo assistito ad una mobilitazione di massa e tutti in queste ore ci siamo mossi, abbiamo partecipato alle ricerche, offerto il nostro aiuto o semplicemente ci siamo guardati attorno con maggiore attenzione.
Ci siamo sentiti spaventati davanti al mistero della scomparsa, impauriti per il senso di impotenza e inorgogliti per la grande partecipazione di volontari e forze pubbliche.
Abbiamo patito l'ansia e in qualche caso abbiamo anche dimostrato insofferenza verso quegli elementi che stridevano con quanto ci si aspettava, ma alla fine, quel che conta è solo che un ragazzo sia tornato dai suoi genitori e che questa brutta storia sia finita.
Tutto è bene quel che finisce bene, ma è ancor meglio ricordarsi quanto sia importante vivere circondati da persone che non stanno solo a sindacare ma che quando c'è bisogno prendono e vanno a provare a cambiare le cose.
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