martedì 10 febbraio 2015

Cyber war

Per alcuni le terza guerra mondiale è in pieno svolgimento, da anni, e riguarda tutto il pianeta, ben più estesa delle prime due ma spalmata in centinaia di focolai più o meno conosciuti.
Secondo un'indagine di qualche mese fa sono oltre un centinaio i Paesi coinvolti in vario titolo in conflitti interni ed esterni e sono milioni le persone che ne fanno le spese.
Per altri la terza guerra mondiale è si in atto, ma si sviluppa nel mondo della finanza, attraverso battaglie meno cruente ma forse più pericolose, capaci di coinvolgere gran parte dell'umanità, causando danni che nessun bombardamento potrebbe eguagliare. I conflitti militari sarebbero solo una conseguenza di questa guerra, battaglie che si generano sulle macerie di paesi destabilizzati, combattute da popolazioni asfissiate da un'economia che concretizza le speculazioni finanziarie e le ingustizie sociali, capaci di affamare parti del mondo a favore di pochi ma potentissimi grumi di potere.
Per altri ancora la terza guerra mondiale è alle porte e tutto ciò che accade nel mondo è solo il sintomo di una deriva violenta che sfocerà presto nell'ennesimo conflitto mondiale che coinvolgerà bandiere religiose, economiche, politiche e sociali.
Quel che è certo è che di qualsiasi cosa si tratti, il terreno su cui i conflitti si abbatteranno si sono arricchiti di un nuovo spazio che va oltre al militarismo e oltre alla finanza: il web.
Internet è, volente o nolente, la nuova dimensione della nostra umanità, ne dipendono molti aspetti della nostra vita ma soprattutto è considerato come la maggior finestra sul mondo, accessibile a tutti e dalla potenza straordinara.
Mentre l'Isis e altre sigle terroristiche hanno fatto della propaganda mediatica un loro punto di forza, migliaia di persone hanno accesso ad informazioni e canali più o meno legali per raggiungerle.
Inoltre è palese quanto i social riescano ad influenzare l'opinione pubblica e questo pur considerando i limiti di un sistema tutt'altro che rodato.
Stiamo parlando di una tecnologia ancora in fasce, dove regna l'anarchia e dove tutto può significare il contrario di tutto. Un terreno dove la libertà viene sbandierata in ogni sua forma, nel paradosso di garantire allo stesso tempo verità e menzonia, pace e violenza, soluzioni e problemi.
In questa situazioni si muovono gruppi organizzati, pirati di un mare in cui non esistono regole e le cui azioni possono essere devastanti più di quelle fatte nel mondo reale.
Da qualche settimana il gruppo Anonymous ha dichiarato guerra all'Isis ed i primi frutti, piuttosto abbondanti, sono stati presentati alla società.
Questo gruppo potente e oscuro, opera senza regole e ha già aggredito migliaia di nemici, facendo spesso emergere realtà orrende, come fu il caso di Nazileaks o quello ancor più odioso di
Lolita City, pubblicando gli orrori pedo-satanisti di oltre 1500 utenti!
Pur parlando comunque di guerra e pur parlando comunque di un gruppo anonimo che raccoglie quasi certamente anche pezzi di apparati istituzionali più o meno governativi anche legati alle varie intelligence internazionali, non si può negare un grande senso di speranza ed esaltazione, nel veder contrapposte agli orribili video di violenza e crudeltà, le parole minacciose con cui Anonymous attacca l'Is:
"Siamo ebrei, cattolici e musulmani, gay ed etero, spie e attivisti: Voi siete il virus, noi siamo la cura".

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