La sua è la storia di tantissimi ragazzi che amano la musica, ci provano e ne fanno una passione. Il fatto è che a Jose Pasillas' le cose sono andate un po' meglio che ad altri.
Nonostante un evidente ritmo nel sangue Jose approccia alla batteria solo verso i 15 anni e lo fa su uno strumento piuttosto sgangherato e senza alcuna nozione tecnica.
Suona sulle basi di Metallica e Megadeath che in quegli anni sono le cose più abbordabili e "cazzute" per un adolescente "hard rock" molto aperto ad altri generi ed influenze.
Fin qui un classico che però diventa meno scontato quando il suo vicino irrompe in casa sua e si presenta: tale Steven Adler, professione batterista. Nasce un'amicizia, Adler gli regala anche un nuovo sgabello in sostituzione di un vecchia sedia utilizzata come seduta e suonano spesso insieme.
Sarebbe ancora un classico se questo Steven Adler non fosse stato il batterista dei Gun's n' Roses, con i quali in quegli anni era in causa per varie motivazioni che si possono bene immaginare quando si uniscono nello stesso cocktail: musica, droga, successo, Axl Rose e milioni di dollari!
Ora di classico resta poco, specie se tra i suoi amici d'infanzia troviamo un tale di nome Brandon Boyd con il quale fondò una band chiamata Incubus.
Di li la strada è tornata un "classico dal sapore mitologico", dal primo demo registrato grazie a un cento dollari 'trovato', all'incontro con Jim Wirt che produsse il loro primo EP e li mise in contatto con i Korn che se li portarono in giro per il mondo come spalla.
Jose Pasillas' non è uno di quei batteristi che fanno della tecnica la loro forza, Pasillas' investe tutto nel groove e nello stile in cui mischia tutto quello che ascolta e assorbe.
Se gli Incubus hanno sfornato in successione due capolavori come S.C.I.E.N.C.E. e Make Yourself lo devono anche al suo stile inconfondibile, a partire da quel drumset pieno di accessori e al suo posizionamento fronte "lato" che caratterizzava non poco i live dalla band.
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