A sentire gli esperti, quelli che non cedono all'allarmismo, le intenzioni del Califfato nero è piuttosto chiara. La loro è una battaglia votata alla provocazione, le loro armi sono una violenza smisurata sbandierata attraverso i media, supportata da proclami e da una continua demonizzazione di tutto ciò che è occidentale.
La cosa si palesa con Boko Haram, letteralmente "proibizione dell'istruzione occidentale", ma è altrettanto evidente nelle dichiarazioni dei vari portavoce dell'IS, nelle battaglie contro i nostri valori, la nostra cultura e nelle sempre meno velate minacce a Roma cuore del Cristianesimo.
E' chiaro che non si può credere "all'invasione Islamica" intesa come marcia su Roma; questi gruppi, se pur pericolosissimi, non hanno ne i mezzi ne le capacità per affrontare un tale attacco, ma godono di una fortissima motivazione che diventa un'arma micidiale nel reclutamento di nuovi volontari, soprattutto in territorio straniero.
Il vero rischio per noi è quello degli attacchi trerroristici, delle cellule sparse per il mondo e pronte ad agire anche senza schemi precisi, alimentando un odio e un terrore che è il primo obiettivo dell'Isis.
Paura, demonizzazione e provocazione mirano a cercare uno scontro diretto, tale da giustificare e rendere palese una guerra tra civiltà, in cui ci si deve schierare per forza e da cui il Califfato può reperire linfa vitale per il suo sviluppo.
Per questo credo sia giusto rispondere alle provocazioni con quello che temono di più: la nostra libertà culturale, temuta come un virus, perché capace di sminare le radicalizzazioni e favorire il libero arbitrio, vero cancro di ogni regime.
Se pare impossibile farlo davanti alle decapitazioni e alle crudeltà che continuano a mostrarci soddisfatti attraverso i nostri stessi canali (a cui dovremmo rispondere solo smettendo di diffonderli), possiamo farlo con meno sdegno davanti alle manifestazini meno cruente, come quelle di ieri, in cui bruciano gli strumenti musicali in segno di disprezzo.
Ecco, a questo vorrei rispondere con la musica, dimostrando insindacabilmente quanto questi strumenti generino meraviglie, magie che non hanno bisogno di traduzione che superano i vincoli culturali, dimostrando la stupidità di chi bruciandoli dimostra una violenza a senso unico e un'ignoranza disarmante.
Nessun commento:
Posta un commento