A leggere i giornali di oggi cadono letteralmente le braccia (e non solo quelle!).
Sono stato via 3 giorni, leggendo le notizie Italiane unicamente in articoli brevi, rubati alle reti free Wi-Fi (pochissime) dei locali Parigini in attesa di rientrare in Patria ed affogare nei dettagli degli stessi articoli, in versione romanzo.
Le pagine di cronaca si contendono le gesta atroci delle vittime di se stessi, uomini che perdono la testa dopo aver perso troppo spesso tutto il resto, persone disperata che decidono di farla finita, a volte trascinando nel loro delirio innocenti spettatori di una disgrazia che nessuno è stato in grado di intuire o evitare.
Oggi però tutto questo è passato in secondo piano, oggi c'è un mostro da cercare, un bombarolo che con un gesto vile ha distrutto la vita di una ragazza di 16 anni. Un maniaco, un mafioso, un pazzo o un terrorista non lo sappiamo ancora, nonostante un video piuttosto chiaro, nonostante due procure che continauano a punzecchiarsi su come procedere, nonostante una città che come prima reazione scende in piazza a favore della legalità e contro le mafie prima ancora di avere un colpevole concreto da condannare.
Se poi non bastasse il mostro di carne e ossa, c'è quello più letale e tristemente popolare chiamato Terremoto, un flagello sempre più ricorrente, che negli utlimi anni sembra voler scandagliare tutta la nostra penisola, palesando tutte le debolezze dell'uomo, dalla sfortuna alla speculazione.
Tragedie che colpiscono un paese in crisi, che travolgono aziende alle prese con minori vendite, debiti e tasse da pagare, che si abbattono su famiglie già provate da un periodo tutt'altro che roseo.
Non c'è rifugio nemmeno nelle pagine degli "esteri", per non parlare delle incomprensibili pagine "economiche", mentre nello spettacolo si saluta Robin Gibb, stroica voce dei Brothers Gibb, conosciuti con l'immortale abbreviazione di B.G. o meglio Bee Gees.
Il senso di smarrimento è accentuato dalla mancanza di un potere forte e protettivo, da uno stato che possa contare su figure auterovoli e carismate, capaci di dare un conforto alle vittime e speranze a chi come me, legge la mortificazione di un brutto periodo.
Oggi la politica, ad esclusione del governo tecnico che con la consueta razionalità prova a sistemare problemi irrazionali, si interroga su chi ha vinto le amministrative, chi le ha perse e come conquistare i voti ai prossimi appuntamenti, incuranti, come sempre, del fatto che il 50% delle persone non è nemmeno andata a votare e che cambiare nome e faccie di un sistema corrotto non servirà più a mascerare la loro incapacità.
Chiedere di non generalizzare e di non mettere tutti i politici sullo stesso piano è stupido se tutti si comportano allo stesso modo e se nessuno decide di fare gesti plateali per cambiare le cose!
L'unico sorriso che i giornali riescono a strapparmi oggi, arriva nonostante tutto, proprio dalle pagine politiche, dai commenti all'elezione a sindaco di Parma di Federico Pizzarotti del Movimento 5 Stelle.
Tralasciando le inutili polemiche su politica e antipolitica, trovo sia positivo vedere un sindaco che in una città come Parma si afferma attraverso una campagna Elettorale costata solo 6mila euro, a 39 anni, con un consiglio comunale aperto a tutti, da scegliere attraverso curricula pubblici consultabili su web e che al suo insediamento promette trasparenza e richiede partecipanti e non spettatori.
Il sorriso, amaro, me lo ha regalato Bersani, dicendo che il PD non ha perso, ha solo Non Vinto, l'ennesima conferma di una politica capace solo di mescolare parole e vivere di se stessa.
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