martedì 26 giugno 2012

Il Paese che Canta

E' sempre stato così, se si guarda alla nostra storia (tanto antica se si pensa all'Impero Romano, quanto giovane se si considera la nostra Repubblica), dai momenti cupi ne siamo usciti grazie al popolo.
Popolo.. una parola che non mi fa impazzire, preferirei gente, persone, uomini e donne, dopotutto sono le piccole imprese personali che ci hanno sempre fatto rialzare la testa. Nel dopoguerra sono state le piccole imprese, forti del genio smisurato di alcuni imprenditori a portare l'Italia in vetta al sistema economico mondiale. Così come qualche secolo prima, l'abilità dei mercanti, l'astuzia (spesso crudele) di alcune grandi famiglie nobili e la maestria dei grandi artisti hanno reso il nostro Paese uno scrigno di meraviglie.
Se qualcuno fosse vissuto tanto a lungo, oggi potrebbe dire "Ci risiamo..", di nuovo a raschiare il fondo, dopo un periodo di fasti e sprechi, siamo nuovamente nelle mani dei più furbi, che a forza di egoismi hanno sfasciato quello che sembrava fino a qualche anno fa, un periodo di grande benessere.
Nuovamente la gente è stanca e nuovamente non ci si arrende.
Capita così di vedere la meraviglia dei volontari che si spaccano la schiena per i terremotati, la grandissima partecipazione della gente alle iniziative benefiche (ultimo esempio il bel concerto di ieri sera per l'Emilia), pur attraversando un periodo di vacche magre.
La gente che aiuta se stessa.
Si comincia a pensare che qui tocca cavarsela da soli e lo si capisce parlando con le persone, guardando i tanti modi per arrangiarsi, annusando il fortissimo odore di sfiducia nei confronti di chi oggi dovrebbe stare in difesa della propria gente.
Durante il concerto dell'Emilia sono piovuti fischi per il nostro Presidente Napolitano e peggio ancora è andata al Papa, mentre un coro di applausi hanno accompagnato la citazione del Dalai Lama.
Mi sembra chiaro che la credibilità delle istituzioni (politiche e religiose) siano sprofondate sotto terra, ma cosa ci si può aspettare dopo la lettura di qualunque giornale.
Sfiducia verso un sistema corrotto, ma come sempre fiducia nelle proprie capacità, nella speranza di cavarsela comunque, magari facendo forza sul carattere di sempre che unisce i tratti di un popolo tenace, laborioso, astuto e allegro, che anche nelle difficoltà, trova lo spazio per cantarci su!

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