martedì 30 settembre 2014

Here Comes the Night

Nell'ottobre del '64 venne incisa la canzone Here Comes the Night, che divenne l'anno successivo il sigillo sulle potenzialità dei Them, pubblicato poco dopo il brano Gloria, primo successo internazionale per la band Irlandese.
Compie quindi 50 anni questa canzone che tra le sue grandi doti vanta un'autore d'eccezione come Bert Berns, un cantante al debutto chiamato Van Morrison e un quasi sconosciuto Jimmy Page ad incidere gli arrangiamenti di chitarra.
Nel giro di pochi anni Berns divenne uno dei più influenti compositori e produttori del ventennio '60 '70 mentre per Van Morrison iniziò una lunghissima carriera che lo porterà a diventare uno dei più grandi artisti di sempre. Inutile ricordare che nel 1968 Jimmy Page fondò i Led Zeppelin.
Here comes the myth..

sabato 27 settembre 2014

In My Darkest Hour

Era il 27 febbraio del 1986 quando, in seguito al ribaltamento del bus su cui viaggiavano, Clifford Lee Burton, bassista dei Metallica, perse la vita.
Per alcuni Cliff fu il vero perno su cui si avvitò il successo della band, per altri fu semplicemente un musicista straordinario e per altri ancora colui che ha saputo far evolvere lo speed metal in thrash metal.
Comunque lo si definisca resta il fatto che chiunque lo abbia conosciuto, ha tessuto elogi per la sua figura,  non solo musicale, dipingendone un ritratto sincero e condiviso.
Cliff è stato un fratello maggiore per James Hetfield, che ancora oggi conserva l'anello che gli è stato donato dalla famiglia Burton, è stato il miglior amico di Kirk Hammett, con cui condivideva le stanze nei tour e con cui ha scambiato la cuccetta la notte del disastro. E' stato anche l'alter ego di Lars Ulrich, facendo per la musica quello che il batterista faceva per il businness della band.
L'incidente ha segnato profondamente la vita dei sui compagni, nel carattere, nelle scelte difficili che hanno dovuto affrontare negli anni a venire, nel lascito musicale che li ha contagiati insegnando loro l'importanza della varietà d'ascolto e della devozione alle proprie passioni.
Se i Metallica sono diventati quello che rappresentano lo devono anche a lui e, nonostante le illazioni, lo ricordano bene.
Quel che rimane di Cliff è un'infinita serie di citazioni, un schiera di fan devoti e tanta buona musica. Tra i tanti tributi a lui dedicati, ho scelto questo di Dave Mustaine, in eterno conflitto con i Metallica, ma legato a quella band fin da quando lui stesso contribuì a farla emergere.
Mustaine dichiarò di essere stato ferito dal fatto che nessuno dei Metallica si prese la briga di comunicargli direttamente la morte di Cliff, e di aver reagito con rabbia alla brutta notizia.
Durante quel conflitto di emozioni scrisse questa canzone, che negli anni venne spesso dedicata all'amico e compianto bassista dai pantaloni a zampa. Ciao Cliff Burton.

venerdì 26 settembre 2014

Domande

"Premessa in libertà"
Questo famoso Jobs Act dovrebbe essere il provvedimento cardine per la difficile condizione economica Italiana.
Ciononostante il Governo si è prima preoccupato della riforma costituzionale (arenata?), di quella elettorale (sparita?) e di quella scolastica (ma..?), tanto per preparare il terreno ai famosi cambiamenti di cui l'Italia necessita e che attraverso il Jobs Act dovrebbero concretizzarsi.
Ora vado di "pensieri in libertà":
Stando a questi dati nel nostro paese ci sono circa 23 milioni di lavoratori, 9 dei quali sono interessati dal celebre Articolo 18, che dovrebbe difendere il lavoratore da un licenziamento ingiustificato.
In Italia ci sono più di 3 milioni di disoccupati ufficiali ma si stima che la cifra dei cercanti lavoro si aggiri sugli 8 milioni.
In questo ragionamento sconnesso aggiungo che non conosco un solo datore di lavoro che licenzierebbe un dipendente serio su cui si può contare, mentre ne conosco un sacco che per convenienza sfruttano i tanti contratti particolari che lo stato permette (lavoro cooperativo in primis).
Passando di palo in frasca notiamo che i lavoratori iscritti ai sindacati sono circa 16 milioni (ma la stima è in continua polemica..) di cui 6 milioni sono pensionati.
Negli ultimi sei mesi si registrano quasi 8000 aziende chiuse, record storico che continua drammaticamente a superarsi e che in 5 anni vede un'ecatombe di oltre 60000 aziende.
A volte le aziende che chiudono ne portano con se altre collegate e spesso al declino di esse corrisponde quello di chi ci lavora o ci collabora.
La pressione fiscale sulle imprese è oltre il 65% e il Cuneo Fiscale ha raggiunto nel nostro paese un livello insostenibile che compromette il rapporto tra pagato e pagante in maniera evidente.
Ora vado di "domande in libertà":
Qualcuno sa spiegarmi perché anche questa volta il dibattito sul lavoro si deve arenare su questo Articolo 18? Con i numeri citati??
Qualcuno mi spiega perchè è più importante tutelare il lavoratore dal licenziamento che favorirne l'assunzione? Sempre con in numeri citati??
Qualcuno mi spiega perchè i sindacati continuano a dire di voler difendere i lavoratori quando evidentemente difendono esclusivamente i loro iscritti? Spesso a discapito degli stessi?


mercoledì 24 settembre 2014

I Lunghi Cucchiai

Nell'impresa di sensibilizzare la gente al problema della fame e della condivisione del cibo, la Caritas ha  realizzato questo video di un minuto sviluppando in questo clip l'allegoria dei Lunghi Cucchiai.
Il video è accompagnato da queste parole:

“L’allegoria dei lunghi cucchiai” è il primo video animato realizzato da Caritas nell’ambito della campagna “Una sola famiglia umana, cibo per tutti”.
Il video – rivolto principalmente ai giovani - insegna che «quando ci impegniamo a nutrire solo noi stessi , tutti restano affamati . Ma quando ci concentriamo sulla fame del nostro prossimo, scopriamo che si cono molti modi per sfamare tutti ».



sabato 20 settembre 2014

Sculture in movimento

Oggi è difficile stupirsi davanti alle animazioni. Ne si apprezzano i colori, le fattezze e le incredibili analogie con la realtà, risultato di tecnologie avanzatissime e miracoli digitali difficili già solo nel nome.
Li Hongbo è uno scultore cinese, amante del classico che ha però trovato il modo di stupire in maniera analogica.
Guardando le sue opere e quanto sono in grado di fare si potrebbe pensare ad elaborate tecniche futuristiche, ologrammi, laser, proiezioni multidimensionali e così via.
Si tratta però di una tecnica semplicissima, talmente semplice da sembrare geniale, naturalmente talento escluso.
Riprodurre queste sculture in maniera tanto perfetta, incidendo la carte e studiandone le proprietà in modo che i movimenti non danneggino il risultato è quantomeno impressionante!


Li Hongbo: Statues in Motion - Extended Cut from Todd Martin on Vimeo.

martedì 16 settembre 2014

La Gioconda alle Nozze di Cana


Visitare Louvre è un'esperienza che nella vita bisogna fare e anche per un ignorante del mio calibro è stata molto emozionante.
Passeggiare tra oggetti e dipinti che hanno fatto la storia, che l'hanno raccontata attraverso le loro vicessitudini, l'hanno vissuta nei dettagli che raffigurano e custodiscono i segreti di coloro che li hanno realizzati, non può proprio lasciare indifferenti.
E' innegabile che alcune opere siano oggi schiacciate dal mito in cui si sono trasformate, ma questo fa parte del gioco e a noi, spettatori più o meno informati a riguardo, non resta che ammirarle con l'aiuto che la nostra conoscenza (nel mio caso poca) ci fornisce.
Dopo aver seguito Francesca nel suo percorso ben pianificato ci siamo avvicinati alla celebre sala che ospita la Monna Lisa, il gioiello più prezioso del museo, almeno per quanto riguarda la popolarità di cui gode.
Il piccolo dipinto, incastonato in una parete interamente dedicata alla sua esposizione era assediata dai curiosi, armati di ogni genere di tecnologia fotografica intenti a rubare uno scatto sbiadito o mosso di un immagine che si trova ormai in qualsiasi forma e su qualsiasi supporto, dalle tazze alle magliette!
Certo il suo fascino è forte, pur valutando le sue discrete dimensioni che in tv la facevano più grande!.
Rifiutando l'idea di partecipare al pogo delle prime file, mi guardo intorno e proprio nella parete opposta vengono colpito dalla maestosa opera del Veronese: Nozze di Cana.
Si tratta di un dipinto immenso, oltre sei metri di altezza e quasi dieci di lunghezza, realizzato nel 500 e portato in Francia dal solito Napoleone che ne rimase estasiato.
Ora, pur non mettendo becco sugli aspetti tecnici e artistici delle due opere, ho trovato quantomai avvilente vedere questa scena dai contorni grotteschi di una folla in estasi di fronte alla piccola Gioconda nascosta dietro un vetro e la più completa indifferenza davanti a questo colosso che sembra inghiottirti.
Certo Leonardo ha una fama ben maggiore del Veronese e sicuramente le doti mistiche legate al suo ritratto ne fanno quasi un oracolo artistico, ma mettere le due opere l'una di fronte all'altra con questi risultati, ha generato nella mia mente un pensiero rozzo quanto stupido:
Se il Veronese vedesse tutto questo, dopo il c**o che si è fatto per dipingere questo colosso, non si rivolgerebbe a tutti i presenti e alle loro macchinette con un nobile: "ma andate a ca**re!"





mercoledì 10 settembre 2014

Ben Howard - Every Kingdom (2011)

Forse aveva bisogno di decantare… dopotutto la prima volta che ascoltai questo disco, retaggio di una scorribanda nel mondo del folk britannico, citato da molti come perla di un nuovo astro nascente, il mio giudizio fu abbastanza spietato.
L'aroma pop che emanavano le canzoni mi sembrava troppo caratterizzante in un momento dove trovavo esaltanti vecchie filastrocche e nenie popolari. Inoltre avevo fatto abbuffate di prodezze legate al fingerpicking, con le orecchie fumanti per meraviglie che vibravano sulle corde di artisti tipo Andy McKee e Erik Mograin.
Se aggiungiamo poi, che in più di una recensione era stato evidenziato un parallelo con Nick Drake, il cui solo nome riesce ad affamarmi, le mie aspettative erano decisamente esagerate.
Oggi tra un temporale e l'altro mi ritrovo davanti questo disco e decido finalmente di "ristapparlo", con la svogliata sensazione di farlo più per comodità che per giustizia.
Lontano dai paragoni e con l'orecchio meno compromesso, ecco emergere tutta la magia che non avevo colto, legata all'insieme degli ingredienti e non alla loro singolarità.
Ben Howard è molto giovane (classe 1987) e questo emerge sporadicamente dalle sue canzoni che a primo impatto sembrano invece fin troppo "navigate". Questo va ben compreso e non semplicemente confuso con la più banale e scontata leggerezza nel volersi ammiccare l'ondata folk rock moderna.
Certo ora mi sembrano più sensati alcuni paragoni ma la cosa che più affascina è l'armonia che questo disco custodisce, basata su linee semplici ma non scontate, malinconiche ma non tristi, brillanti ma non allegre.
Insomma, dopo due anni mi ritrovo ad apprezzare un disco che avevo scartato, a ricredermi su un giudizio affrettato e a godere di una nuova scoperta. Alla faccia della coerenza a tutti costi!

domenica 7 settembre 2014