Si chiude con la quinta stagione la serie capolavoro prodotta da Martin Scorsese e interpretata da un magistrale Steve Buscemi.
Pur avendo ottenuto risultati eccellenti, frutto di un cast strepitoso, una produzione rigorosa e da una sceneggiatura che mescola sapientemente storia e finzione, Boardwalk Empire mi ha sempre dato l'impressione di non aver mai goduto del successo che meritava.
Dopo quattro stagioni strepitose, in cui i personaggi sono stati spogliati di ogni maschera, in un percorso tanto intenso quanto mai scontato, si è giunto ad un epilogo dal sapore agrodolce, capace in otto puntate di sciogliere ogni nodo, attraverso ad una narrazione inedita rispetto al passato, senza scendere a facili compromessi, nel rispetto (fin dove possibile) della storia reale.
56 puntate per raccontare un periodo storico crudo e violento, quello dell'America degli anni 20, in cui si intrecciano le storie dei contrabbandieri, della mafia, dei militari sfuggiti alla Grande Guerra, dei conflitti razziali, di una finanza e di una politica in procinto di essere inghiottiti dalla modernità.
Per saperne di più sull'ultima stagione vi segnalo questa magnifica recensione, occhio agli spoiler, ma aggiungo ai grandi pregi evidenti di questa serie, anche una massiccia ed accurata selezione musicale, fatta di grandi classici e reinterpretazioni di brani ripescati da un passato lontano.
Tra le tante cose che si ricorderanno di questa serie, di certo la sigla iniziale sarà una di queste, con la colonna sonora dei The Brian Jonestown Massacre, ad incorniciare una sequenza di immagini che racchiudono tutta la storia: un elegante "Nucky" Thompson lascia il lungomare per la spiaggia, scrutando l'oceano che nel tempo di una sigaretta si sfoga in una tempesta che trascina a riva migliaia di bottiglie, sempre sotto lo sguardo severo di Nucky che, tornato il sereno, lascia la spiaggia, con le scarpe immacolate.
Nessun commento:
Posta un commento