martedì 17 marzo 2015

Il cattivo sapere

Ho parlato spesso di quanto l'informazione sul web, libera da ogni costrizione, sia finita nella trappola dell'abuso, schiacciata sotto migliaia di tasti che battono supposizioni spacciandole per fatti, ipotesi per verità, dubbi per certezze.
Purtroppo nell'oceano di internet vale una sola legge: trovi quello che vuoi trovare.
In effetti questo vale anche nella vita reale: si ascolta quello che si vuol sentire, ma mentre nella vita di tutti i giorni esiste l'autorevolezza o meno di un'interlocutore, sul web si casca male, le citazioni sono spesso imparziali e appannate, i fatti esposti a profili alterni e le fonti spesso ignote.
La colpa è nostra, troppo pigri per documentarci, pavidi per smentirci e affascinati dalle tesi capaci di tranquillizzarci.
Proprio questo è un metodo frequentemente utilizzato per condizionare i consumi, società che ordinano ricerche mirate per poi sfruttarne i risultati e realizzarci campagne pubblicitarie sui social, dove l'attenzione della gente è quella desiderata: abbastanza alta per le cazzate e troppo bassa per le cose importanti.
Per fare un esempio, se da domani si pubblica una ricerca dove si stabilisce che il consumo di spinaci favorisce la caduta dei capelli (sto inventando..), senza dire che altri fattori sono ben più determinanti o specificare che bisognerebbe consumarne a quintali, oppure omettendo tutte le altre grandi qualità della celebre verdura, avremmo centinaia di stempiati pronti a credere che braccio di ferro fosse il primo grande esempio che conferma questa tesi!
Immaginate questo esempio per tematiche ben più gravi e per giri d'affari ben maggiori di quello degli spinaci... e immaginate se allo spinacio si proponesse un'alternativa con un'altra verdure facendo il gioco opposto.. chi ci guadagnerebbe? E se la ricerca fosse evitata raccogliendo molto più semplicemente fantomatiche citazioni su blog e forum? ... a fidarsi...
Inoltre, spesso, le cose nascono senza malizia, magari per semplici ragioni etiche, per simpatia o convinzioni personali, argomenti che si diffondono di portale in portale, confermati da saccenti integralisti che non trovano spazio da nessun'altra parte se non sul web, ma lalla fine la notizia passa per vera o almeno per vorosimile (cosa ben diversa!).
Insomma, ci siamo, siamo arrivati all'opposto delle nostre paure analogiche, al paradosso delle nostre complottistiche convinzioni che un'informazione imbavagliata ci mostrava un solo lato del mondo, a servizio di chi la sfruttava per condizionare le nostre scelte.
Eccoci al mercato delle autorità, barattate per la popolarità di una notizia, presa per buono per il prezzo miserabile del non doverci sforzare a metterle in discussione.
La scienza e la medicina in mano ad oratori senza competenza, distribuite in comode vignette ad un pubblico senza pretese, pronti ad abboccare all'amo più accattivante, diventati intolleranti alla verità spesso più scomode di chi, per una vita, ha studiato l'argomento.
Vi invito a leggere questa pagina e trarne le vostre conclusioni, piangendo le prime vittime di un sistema sempre più alla deriva: VAFFANCULO STRO**I!

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