Cosa è successo sul maledetto volo che è tragicamente terminato sulle vette alpine francesi lo si può intuire, ma cosa è passato nella testa di un pilota, che volontariamente commette un omicidio, con l'alibi (ancora da stabilire) del suicidio... non lo sapremo mai.
Resta la rabbia dei famigliari, mista ad un dolore che si acutizza al pensiero di quegli ultimi istanti di cui restano le sole, terribili, testimonianze audio.
Resta la beffa, per un sistema di sicurezza che si trasforma in tutela per un gesto folle ed imprevedibile.
Resta la cinica consapevolezza che una cosa tanto assurda sia comunque meno probabile di un guasto tecnico e quindi una sorta di magra consolazione in vista dei nostri viaggi futuri.
Resta l'assurda sensazione che se un gesto tanto folle sia da imputare al mostro della depressione sia contemporaneamente meno odioso di un gesto terroristico ma drammaticamente più egoista ed incomprensibile.
Restano i frammenti sparsi sulle rocce, i tanti dubbi ancora da chiarire e quella sensazione di impotenza nello scegliere di mettere la propria vita nelle mani di un'altra persona.
Resta il cordoglio per le tante vittime di una fine assurda e spaventosa, come la certezza di non poter controllare quello che di buono o maledetto si annida nei nostri pensieri.
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