martedì 3 marzo 2015

Cannibal Blast

C'è un sottile filo che lega Luigi Paulino Alfredo Francesco Antonio Balassoni a Paul Mazurkiewicz, che attraversa oltre 50 anni di storia e rafforza il legame tra il Metal più estremo e il Jazz.
Procedimo per tappe, con la premessa che a dispetto dei tanti integralisti, la musica è tutta figlia della stessa arte, si nutre di contaminazioni e condivide musicisti, strumenti e attitudine.
I due personaggi citati all'inizio sono due batteristi. Il primo, classe 1924, è conosciuto con lo pseudonimo più sintetico di Louie Bellson ed è stato un virtuoso delle pelli in ambito jazz, tanto da militare nella storica orchestra di Duke Ellington, musicista e compositore tra i più prolifici e stimati del settore.
Il secondo è stato uno dei fondatori dei Cannibal Corpse, formazione americana riconosciuta tra i più celebri esponenti del brutal death metal. Paul Mazurkiewicz è uno dei batteristi più noti del settore, famoso per aver sviluppato alcune tecniche di batteria, divenute classiche nel metal più estremo, tanto da aver coniato uno stile chiamato cannibal blast, base ritmica di buona parte dei lavori della band.
Senza entrare nei tecnicismi di questo groove, lo si trova, andando a ritroso nel tempo, utilizzato nell'ambiente metal, fin dalle sue origini, elemento essenziale per creare ritmiche veloci e potenti.
L'utilizzo di questo stile come groove è però ispirata ad alcuni fill tipici del jazz, utilizzati spesso dai grandi batteristi del passato, soprattutto dai più virtuosi, partoriti dalla florida fucina di un mondo musicale che dava spazio a grandi sperimentazioni e infinite contaminazioni.
Tra questi musicisti ritroviamo Louie Bellson, per alcuni l'inventore della doppia cassa, ma di certo uno tra i primi a cimentarsi con questa variazione.
Come dicevo la struttura jazz utilizzava queste tecniche (ed infinite altre) più come fill che come groove, legati a ritmiche meno quadrate e vincolati da dinamiche che nel metal vengono trascurate per enfatizzare velocità e potenza.
Trovo affascinante considerare le evoluzioni musicali nei vari generi, spesso concentrandomi su aspetti tecnici decisamente particolari, che costituiscono però l'ossatura di quello che oggi ascoltiamo.
Senza i grandi musicisti virtuosi della storia, oggi saremmo orfani delle mille sfaccettature musicali che si evidenziano nei loro esempi più estremi, ma senza l'apertura mentale del saper cogliere le sfumature più affascinanti nei generi a noi più lontani non saremmo mai usciti dalla concezione classica della musica, e questi fili, che legano mondi e persone diversi, sono li a dimostrarlo.

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