lunedì 5 ottobre 2009

Nella terra di Hindu e Maasai

Ancora Africa, ancora versante indiano…
L’Africa dell’Est è una realtà un po’ diversa dal resto del continente. O forse è meglio dire che ogni regione d’Africa è un mondo a sé.
Arrivando qui a gestire un business un po’anormale per i paesi con cui tratto, mi trovo anche a vivere spesso una realtà anormale per chi conosce l’Africa come il continente nero.
L’Africa dell’Est è in realtà una piccola India. In seguito alla colonizzazione dei paesi sull’Oceano Indiano, gli inglesi scelsero di impiegare lavoratori indiani, che, noti per le loro capacità organizzative e gestionali, avrebbero portato un certo sviluppo ed ordine nelle terre conquistate. Gli obiettivi fissati dalla Regina non vennero sicuramente raggiunti ma gli indiani si trovarono bene qui e soprattutto, astuti quali sono, ci videro lungo e fiutarono la possibilità di arricchirsi e di conquistare un certo livello di potere e notorietà che nella a breve satura madrepatria non sarebbe più stato possibile.
E così ci rimasero. Oggi la comunità indiana conta circa 800.000 elementi in Kenya e all’incirca altrettante tra Tanzania, Uganda, Mozambico e Zambia. Sono stanziati nei paesi ormai da tre generazioni e nel frattempo hanno messo mano a qualsiasi business possibile: gli imprenditori, piccoli o grandi, sono indiani. Il senso del business e degli affari è innato in loro, (ammettiamolo, a volte anche un po’ senza scrupoli) e qui trovarono un terreno vergine e fertile. Il locale non era preparato, per ragioni storiche, culturali ed educative, a contrastare la loro forza commerciale e in pochi decenni l’economia di questi paesi si è trovata quasi interamente in mano a una crescente borghesia d’oltremare.
Oggi sono il cuore pulsante del business, rispettati ma poco amati dai locali, anche se anagraficamente sono locali anche loro a tutti gli effetti, ma indissolubilmente legati alle loro radici e tradizioni.

Ho voluto o dovuto fare l’esperienza di introdurmi in questa realtà e ho scoperto, per mia fortuna o mio malgrado, che una volta che sei entrato nella comunità ne fai parte a tutti gli effetti e, come dal tunnel, non ne esci più tanto facilmente!
Come noi italiani, anche gli indiani hanno un grande senso della famiglia e della comunità, fanno gruppo tra loro e pur integrandosi facilmente con altre comunità. Ti trovi a camminare per le vie di Nairobi e ti senti a New Delhi, impari prima a parlare Gudjrat che Swahili, passi più tempo in un tempio induista che al mercato del pesce, il saree diventa il tuo abito della domenica.
Quello che mi ha sempre affascinato è il loro attaccamento alla religione, ai culti e ai riti, alla tradizione, che anche nel 21esimo secolo sembra difficilmente essere intaccata dalla globalizzazione e dall’occidentalismo.

Ho avuto il piacere di prendere parte in questi giorni alle celebrazioni del Navratri, dopo il Diwali (festa della luce) l’evento più importante nella religione induista: nove notti di celebrazioni per onorare le divinità femminili Kali, Lakshmi e Saraswathi. Tutto d’un colpo di notte la città così temuta per la sua insicurezza diventa un turbinio di musica, luci, colori, profumi, danze, le donne sfoggiano i loro abiti più belli e i gioielli più preziosi. Anche gli uomini a volte sfoggiano i costumi tradizionali, che forse un po’ ci fanno sorridere ma che sicuramente trasmettono allegria.

E poi si balla e si canta intorno alle divinità che porteranno prosperità e serenità. In qualche modo, se ti trovi lì in mezzo, anche tu vestita, profumata e acconciata a festa, vieni completamente rapita da questa atmosfera e non puoi che essere positivamente influenzato da tanta gioia e spiritualità.


3 commenti:

Fabio T. ha detto...

Che dire, ogni parte del mondo ha la sua storia da raccontare, affascinante e carica di mille sfaccettature. Spesso quella che si legge sui libri o si vede ai Tg non è che un riassunto zeppo di errori e omissioni. Grazie di condividere queste tue esperienze con noi!! ps: con tutta calma, ci pubbicheresti una bella ricetta Kenyana che poi io proverò a riprodurre e vediamo cosa succede!! PS2: evitiamo cose a base di zebre ed elefanti.. dove li trovo in langa?

ElisaF ha detto...

mmm...poi però la mangi anche!diciamo che non è un paese famoso per la sua prelibata cucina!
Beh, io ci provo a farvi viaggiare un po', credo sia giusto anche far vedere le altre facce della medaglia, o meglio del caleidoscopio, tante immagini ha l'Africa!
Proverò però anche a raccontarvi un po' di altri paesi, se vi può interessare...e di zebre ed elefanti ma non in pentola!
E se hai richieste specifiche di cose che vi possano interessare sul continente nero, sarò lieta di procurarvele! (spero tu scherzi sulla ricetta...)

Fabio T. ha detto...

Mica tanto!! per la ricetta intendo! se è una cosa fattibile si può sperimentare!!
Per il resto certo che ci interessa la tua visione "diretta" del mondo. Se ogniuno pubblicasse i suoi pensieri e le sue esperienze tutti ci arricchiremmo di più!