Ogni generazione è testimone della propria pagina di storia. Alcuni contribuiscono a scriverla, sia nel bene che nel male, altri ne sono semplici spettatori, ma tutti ne vivono aspettative e conseguenze.
Mu'ammar Gheddafi è stato per oltre 40 anni un personaggio straordinario, nel vero senso della parole, oltre ogni ordinarietà. Autoproclamatosi in qualsiasi maniera ritenesse più oppurtuno, ha costruito un potere imponendosi al proprio popolo, alla comunità araba e al mondo occidentale, grazie al petrolio e ad una buona dose di interessi che ora sono morti con lui.
Come gran parte delle dittature anche questa si chiude nel sangue, sangue che si aggiunge a quello versato nella primavera araba, che vede mutare gli equilibri delle regioni più ricche dell'Africa, con la speranza che si tratti di mutamenti positivi per le popolazioni e per gli equilibri internazionali.
Ora una nazione dovrà rimettersi in piedi, alcuni uomini dovranno farsi un'esame di coscienza e molti altri potranno tirar un sospiro di sollievo per i segreti che il Ra'is si porterà con se nella tomba, dopo che la sua figura, che conoscevamo esaltata nella sua insolenza, finirà di essere esposta martoriata ed umiliata, come a voler mostrare al mondo una spietata umanità.
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