martedì 20 marzo 2012

Domande

Facendo sfoggio della mia solita ignoranza, affogo nelle domande ad ogni notizia letta.
In questi giorni concitati che dovrebbero portare alla riforma del lavoro, sembra che tutto giri intorno a questo benedetto ARTICOLO 18.
Io mi sono anche preso la briga di andarlo a leggere e mi è venuto da chiedermi: ma possibile che tutto il sistema produttivo Italiano dipenda da queste poche righe?
Insomma, è possibile che il parlamento si areni regolarmente su questo punto restando cementato dalla miscela Confindustria - Sindacati?
Il dubbio mi viene, perché stando alle parole degli addetti ai lavori, questo famigerato articolo sembrerebbe costituire la base dei diritti dei lavoratori, o quantomento la sacra scrittura del settore licenziamenti!
In realtà scopro che proprio i Licenziamenti sono si una questione regolamentata dallo Statuto dei Lavoratori (in cui si trova questo celebre articolo), ma contemporaneamente e in maggioranza, vengono disciplinati dall'articolo 2118 del Codice Civile, che, tra le altre cose affronta tutti gli aspetti spinosi della questione, primo tra tutti i licenziamenti per ingiusta causa.
Non mi addentro nei dettagli, con due Clik avete tutto a disposizione, ma trovo comunque curioso che tutta la riforma del lavoro dipenda da un unico punto, riguardante oltretutto, una sola tipologia di lavoratori e non la maggioranza di essi...
Premesso che ho una piccola azienda con due dipendenti e che so bene quanto siano vitali per la mia attività, quanto siano preziosi per la loro serietà e onerosi per le mie tasche, va ricordato che senza i lavoratori un'azienda fallirebbe, ma che senza datori di lavoro questa nemmeno esisterebbe, motivo per cui le due categorie dovrebbero sorreggersi e collaborare anziché aggredirsi o cercare di fregarsi!
Guardandomi intorno, mi pare inoltre, che il problema dei licenziamenti per ingiusta causa sia quantomai il più piccolo dei guai attuali.
Se si parla di lavoro non è forse più importante evitare che un'azienda chiuda perchè non ha accesso al credito, con conseguente licenziamento di tutti i dipendenti?
Non è il lavoro a risentire in primis della mancanza di investimenti, spesso solo perché le imposte prosciugano gli stanziamenti?
Non è ingiusto che alcuni manager, magari prestati alla finanza, guadagnino migliaia di volte di più dell'operaio specializzato che tira avanti la produzione?
Il mercato del lavoro non è forse tra le prime vittime della corruzione, deformazione capace di far triplicare i costi, truccare appalti e sacrificare le ditte oneste?
Non è più importante facilitare le assunzioni, magari attraverso a sgravi fiscali per chi crea lavoro anziché impuntarsi unicamente sul licenziamento?
Un'azienda che funzione, che bisogno ha di licenziare chi contribuisce al suo benessere?
Certo il tema del licenziamento è importante, fondamentale per i diritti di chi deve costruirsi una vita in un mondo dove se non hai soldi nessuno te li presta. Ma è davvero l'Art 18 il fulcro di tutto?
Un'Azieda che lascia a casa tutti per cercare condizioni migliori all'estero non è un tema più urgente da affrontare?
Saper aiutare chi non riesce a competere con i prodotti esteri, spesso irrispettosi delle norme base di sicurezza, punendo magari chi specula sulla vita delle persone, svendendosi un'anzienda con azzardi finanziari degni di un truffatore, non sarebbe più logico in questo momento?
Impedire alle multinazionali di fare il bello e il cattivo tempo delle aziende che divorano, rilevandole a bassi costi nei periodi di crisi per poi sputarne i resti spolpati delle tecnologie e delle competenze, infischiandone di chi ci ha lavorato una vita non è più attuale?
Valorizzare la competenza di chi effettivamente svolge il proprio lavoro a sfavore di chi punta sulla bassa qualità non sarebbe migliorativo per tutto il sistema?
Fermare quelli che giocano con i rinnovi di contratto di mese in mese e iniziare a togliere un velo dalle ipocrisie di quelle cooperative del lavoro che campano su questi metodi anzichè combatterli, non avrebbe più senso?
Fermo restando che discriminazioni (sessuali, religiose, politiche ecc..), truffe e raggiri sono reati già sanzionabili, non sarebbe più utile affrontare alcuni punti citati sopra evitando il muro contro muro su sto benedetto articolo 18?
Veramente crediamo ancora che corruzione, mafia, poco credico, viabilità difficoltosa, tassazione asfissiante ecc..  siano meno importanti di una norma sul rapporto contrattuale, che seppur spinoso nulla cambierebbe nulla per la maggior parte dei dipendenti e dei lavoratori?
Se fossi malizioso mi verrebbe da chiedermi se Confindustri e Sindacata stiano facendo veramente gli interessi dei loro rappresentati o se cerchino solo un modo di giustificare il prezzo delle loro tessere?
Dopotutto lasciando le cose come stanno si può continuare a litigare e scioperare su temi che alla fne non cambieranno mai la sostanza delle cose e poco importa se ci ritroviamo un sistema che fino ad oggi ha garantito gli imprenditori disonesti e tutela i lavoratori che abusando dei propri diritti comportandosi da parassiti.
Fortunatamente io sbaglio di certo e dovrei continaure a senterli litigare, mediare, manifestare e accusarsi di tutto, infondo loro conoscono bene l'argomento e di certo hanno trovato un lavoro sicuro e ben retribuito!

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