venerdì 26 giugno 2009

Libero di essere un mito.


Che io sia fatalista è una condizione che va affermandosi di giorno in giorno, ma spesso le combinazioni, per quanto probabili, hanno quella targhetta “made in heaven” con su scritto: doveva essere così.
In queste sere di attesa trepidante :) la possibilità di svaccarsi davanti alla tv, diventa quasi una necessità, e nel fare zapping, sul canale “LIVE !” di Sky mi imbatto in un memorabile concerto di Michael Jackson. Subito colpito dallo spettacolo e dalla folla mi sono fatto rapire dall’evento pur non essendo un appassionato, pur sorridendo a quel modo di muoversi così scimmiottato da tutti, pur conoscendo la storia che separava quel personaggio sul palco di Bucarest nel ‘92 dall’uomo così maledettamente compromesso di oggi.
Col passare dei minuti tutti i condizionamenti sono spariti, assorbiti dall’artista, da quella figura tanto esile quanto esagerata, nei movimenti, nella voce impeccabile, negli abiti studiati e carichi di accessori (il guanto bianco nelle sue varianti, il cappello, le bretelle .. ) nelle sue allusioni così dichiaratamente erotiche.
Esagerazioni mai fuori luogo, perché sopra le righe quanto lui, uno degli ultimi grandissimi, uno degli ultimi personaggi universali, conosciuti per quello che rappresentano e non perché vomitati su tutti i mezzi di informazione per vendere velocemente, prima che la data di scadenza ne sancisca la definitiva scomparsa.
Ho avuto la possibilità di riscoprire Michael Jakson sotto la luce pura e semplice del suo valore artistico: immenso. E sono stato fortunato visto che stamattina, ovunque, campeggia la notizia della sua morte.
Ora sarebbe stato diverso, ma ieri sera, al riparo da commemorazioni e giudizi falsati dal lutto e dall’ipocrisia, ho visto quello che anni fa una grande amica cercò di spiegarmi: M.Jackson è davvero grande.
Non spendo una parola sul Jackson uomo, padre, mostro, fallito, rinato, eterno..
Mi fermo a ieri sera, a quel dio del palco che non teme confronti e sa conquistarti, a quel Re capace di vendere più di chiunque altro, a quel bambino prodigio che artisticamente ha scritto brani indelebili, inventato uno stile che è diventato leggenda.
Ora l’uomo che con grande difficoltà ha portato il fardello di tanto talento, fino ad esserne schiacciato, può staccarsi dagli errori e dalle debolezze, liberando finalmente il mito che custodiva.

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